Un incubo infinito che si ripete da oltre un anno. Anna Fiume, ennesima vittima del blocco degli sfratti, si dice sfinita: "La legislazione mi volta ciclicamente le spalle. Adesso basta! Sono pronta a fare, se necessario, lo sciopero della fame di fronte al tribunale".
Tutto inizia lo scorso marzo, quando in concomitanza allo scoppio della pandemia gli inquilini del suo fondo commerciale nel centro di Viareggio smettono di pagare l'affitto. Oggi il debito maturato ammonta a circa settemila euro. "Nell'ottobre del 2019 ho dato in locazione l'immobile a una ragazza che svolge attività di telefonia e vendita di accessori, ma dopo aver fatto subentrare senza alcun consenso il fratello sono iniziati i disagi - spiega Fiume - Vi era un canone previsto di 550 euro il primo anno e 600 euro dal secondo, ovviamente non rispettato. Inizialmente ho cercato più volte di trovare un accordo direttamente con loro, ma ci sono stati anche attimi in cui ho avuto paura e ho preferito affidarmi a un legale. Oggi non abbiamo più rapporti, se non quelli in aula".
È proprio qui che la speranza si trasforma in rabbia. La proprietaria, infatti, è dall'11 marzo che vede la sentenza rimbalzare tra un rinvio e l'altro nel tribunale di Lucca: "La magistratura continua a chiedermi di trovare un accordo con loro, nonostante io abbia depositato la memoria scritta di non esserci riuscita - continua - Il giudice non mi ascolta. Avevo chiesto di far parlare un testimone, il vecchio proprietario degli inquilini che ancora attende sia saldato un debito di 15 mila euro. Possibilità che mi è stata rifiutata. Inoltre era stata dichiarata il 18 maggio come data ultima per una decisione definitiva, ma quel giorno mi sono sentita dire le stesse cose". L'udienza è rinviata. Ancora. La nuova data è il 9 settembre, ma la fiducia di Anna è ai minimi storici.
"Io non so cosa fare. I miei diritti sono completamente calpestati e il codice civile non applicato. Vengo punita e non so nemmeno per cosa - incalza - Si sta consolidando una situazione surreale che va a vantaggio di persone che non solo non pagano da un anno, ma hanno ricevuto ristori e svolto regolarmente un'attività che maggio 2020, poi, ha ricominciato a funzionare a pieno regime".
Lei è una sola, ma intende farsi portavoce di molte altre vittime.
Per questo motivo ha intenzione di cominciare a protestare seriamente, iniziando anche lo sciopero della fame: "Sono pronta a tutto - conclude - Rivoglio il mio immobile che non solo mi è stato portato via da inquilini disonesti, ma soprattutto dalla legge".