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Scritto da Luciano Luciani
Cultura
03 Febbraio 2025

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Torniamo al Risorgimento

Da tempo si sentiva la mancanza di un’opera complessiva capace di mettere più e meglio a fuoco il ruolo svolto dai territori versiliesi in quel processo di costruzione unitaria del nostro Paese che va sotto il nome di Risorgimento, il tempo fondativo della comunità nazionale di cui tutti noi facciamo parte. Una vicenda complessa, articolata geograficamente e socialmente, talora limacciosa e contraddittoria, che trova le sue premesse negli anni napoleonici quando la diffusione dei principi della rivoluzione francese, la fine dei vecchi Stati assolutistici e la formazione di un organismo statale più ampio favorirono l’apparizione di un ceto politico liberale decisamente orientato in senso italiano. Da queste esperienze, per mezzo secolo a seguire, derivò la propagazione di un sentimento di appartenenza patriottica nella cultura, nelle arti, nel vivere comune che, in non poche sue ricadute locali, prima e dopo l’Unità, risulta a tutt’oggi poco indagato, e ancor meno conosciuto. È, appunto, il caso della Versilia, ovvero quel lembo di Toscana nord-occidentale compreso tra il fiume Serchio, le Apuane e il mare, appartenente amministrativamente alla provincia di Lucca: un’area solo parzialmente studiata per il periodo di quella particolare temperie storico-politica e per di più in lavori settoriali relativi o a singoli personaggi oppure a porzioni territoriali ridotte o ridottissime. 
Ora, con queste pagine di Maurizio Sacchelli lo sguardo finalmente si allarga all’intera regione storico-geografica versiliese e alle sue genti, quali esse si sono venute definendo e manifestando sia nel contributo della Versilia al processo costitutivo dello Stato italiano, sia nella successiva costruzione dell’unità sociale e culturale del Paese. Impegnato a compiere un passo in avanti rispetto all’attuale frammentaria condizione degli studi storici locali, l’Autore, già presidente della Sezione Versilia dell’Associazione Mazziniana Italiana con al suo attivo un paio di interessanti e utili pubblicazioni – La tradizione risorgimentale del repubblicanesimo Mazziniano in Versilia, (cura con Andrea Valpiani), 2017, e Dario Calderai, medico mazziniano nella Versilia del marmo di fine Ottocento, (insieme a Edoardo Parisi), 2021, procede in maniera sistematica. Di ogni Comune, compreso tra le pendici delle Apuane e il parco di San Rossore, ovvero Stazzema, Seravezza, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Camaiore, Massarosa e Viareggio, Sacchelli ci offre una sintetica ma esaustiva scheda geografica e storica; individua, poi, di ciascuna di tali realtà territoriali, i personaggi significativi dell’Ottocento romantico e scapigliato e i più capaci di illuminare con la loro biografie, di solito mosse, accidentate, avventurose per alcuni, anche più ampi segmenti di storia toscana, nazionale, in taluni casi europea. Un insieme di parti, ricche di dati, informazioni, memorie, che formano un tutto organico, capace di riportare, con misurata freschezza, all’attenzione dei Lettori un patrimonio di storie desuete, di attori di primo piano delle vicende loro contemporanee, di protagonisti assoluti dei movimenti politici e culturali e dei processi economici e sociali tutti o quasi ormai malinconicamente dimenticati. Cosi, nelle pagine che seguono riacquistano nitore e una nuova attualità figure come quella di Percy Bysshe Shelley e Giosue Carducci; poi, si parva licet… lo scolopio stazzemese padre Geremia Barsottelli, letterato ed educatore; il religioso calasanziano seravezzino, filologo e amico del Carducci, padre Donati, dal poeta affettuosamente appellato “Cecco frate”; la famiglia Angiolini, padre e figlia, che per oltre due generazioni seppe animare la vita politica e culturale versiliese… Non trascura, poi, l’Autore né il ricordo di alcune presenze, brevi ma intense - quella di Massimo D’Azeglio, per esempio, che a Seravezza terminò la stesura del suo Niccolò de’ Lapi, - né le testimonianze “di pietra”, monumenti, lapidi, targhe, epigrafi, attestanti la duratura continuità di un sentimento patriottico nei confronti di coloro che, sia pure secondo diverse sensibilità e prospettive, avevano contribuito a fare l’Italia e gli Italiani. Altro, e non tra i minori motivi d’interessa della pubblicazione, l’attenzione dedicata dall’Autore alle esperienze locali del movimento mutualistico e cooperativo: la risposta delle classi lavoratici ottocentesche che organizzandosi provarono a reagire ad antichi abusi, ai nuovi, legati a più moderni modi di produzione, a una fiscalità occhiuta e vorace, ad anacronistici rapporti politico-sociali.

Lavoro solo di divulgazione quello compreso nelle pagine di Maurizio Sacchelli? Certo, ma di buona, talora ottima qualità: un lavoro ben organizzato nel suo impianto comunicativo, scritto in forma piana e cordiale in cui si sente la passione pedagogica propria dell’uomo di scuola. E, a proposito di quella che è a tutt’adesso ancora la principale agenzia educativa del nostro Paese, appunto la scuola, ci permettiamo di raccomandare questo libro ai dirigenti scolastici e ai docenti del territorio versiliese, dalle elementari alle superiori. Usiamolo, per tornare a raccontare e, se del caso, a studiare il Risorgimento, le sue vicende, i suoi maggiori e minori protagonisti: un tempo lungo quasi un secolo, denso di avventure, fughe, nascondimenti, amori e tradimenti, esili, assedi, sconfitte e vittorie… Mentre, un giorno dopo l’altro, si infittiscono nelle stampa e nei media i segnali preoccupanti di un grave ritorno culturale di malumori revisionisti e neolegittimisti, magari travestiti con i panni seducenti di un più moderno meridionalismo, noi allora torniamo con decisione al Risorgimento. È lì, e lì soltanto, la possibilità di una sempre più necessaria epica nazionale che associ contro ogni particolarismo, che unisca contro ogni egoismo.


Per iniziativa della Sezione Mazziniana della Versilia, Circolo “M. Raffi”, il libro di Maurizio Sacchelli, Itinerari Risorgimentali Versiliesi. Testimonianze Materiali. Istituzioni. Protagonisti (Viareggio, 2025) viene presentato sabato 8 febbraio alle 16:30, presso la sala “G. Bambini” - Croce Bianca di Querceta. 
È presente l’autore.

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