Nel giro di poche ore, due superstiti della strage del 12 agosto 1944 di Sant’Anna di Stazzema sono scomparsi. Nella giornata di oggi, venerdì 20 dicembre, prima Vittorio Pardini e poi Lidia Berretti si sono spenti, lasciando ancora più vuoto fra i pochi testimoni viventi sopravvissuti alla furia nazi-fascista che provocò centinaia di vittime nel paese oggi Parco nazionale della Pace e Marchio del patrimonio Europeo.
Il sindaco e presidente del Parco nazionale della Pace Maurizio Verona: “Con la perdita di questi due superstiti viene meno un pezzo di memoria, di due famiglie simbolo del martirio di Sant’Anna. Entrambe persone che in questi anni hanno dato un grande contributo alla comunità e alla vita del paese e del Parco, attraverso la testimonianza e la presenza alle iniziative trasmettendo soprattutto ai giovani la memoria dei fatti accaduti nelle borgate di Sant’Anna, da cui sono nati valori di pace e di democrazia fondamentali per le società civili. Le famiglie hanno la piena vicinanza dell’amministrazione comunale e a loro va il nostro cordoglio».
Vittorio Pardini, fratello di Anna che fu uccisa all’età di 20 giorni dai soldati tedeschi, aveva 7 anni quando accadde la strage. Questa la testimonianza raccolta nel libro di Oliviero Toscani “I bambini ricordano. Sant’Anna di Stazzema 12 agosto 1944”: «Sono nato nel ’37. Io ricordo poco. Ero alle pecore, con mio fratello e la mia sorella. Quando sono arrivato a casa s’è trovato tutto, tutto quello che s’è trovato! Poi, del resto, io ricordo ben poco. Ho trovato la mamma in casa, ce l’aveva portata il mi’ babbo. E siamo andati a cercare le mi’ sorelle ferite. Poi siamo andati in tre in collegio con le monache. Ci sono stato tre anni, fino ai dieci anni quasi, poi sono tornato a casa. E così è continuata la vita... fino ai giorni d’oggi. Si viene spesso su. E ora, oggigiorno, c’è i mezzi, si vien con quelli, se no le gambe ‘un ce la fanno più. (...) Avevo sette anni». Vittorio Pardini nell’eccidio di Sant’Anna perse a Coletti la mamma Bruna e due sorelle, Anna e Maria, ed è poi cresciuto con altri otto fratelli, di cui uno avuto dal padre dalla seconda moglie. Nonostante il trauma, Vittorio è riuscito a farsi e a crescere una famiglia. Nel ’61 si è sposato, subito dopo aver fatto la leva militare, ha abitato per un periodo con il fratello Vinicio in località Le Selve a Pontestazzemese e poi a La Risvolta. Dopodiché si è trasferito a Vallecchia e dopo ancora negli anni ’90 a Querceta. Ha sempre fatto la professione di marmista, prima con la ditta Barsotti al Nespolo a Pontestazzemese, poi a Seravezza alla Giari, infine è andato in pensione lavorando per l’Henraux Spa a Vallecchia. «Ha avuto una vita difficile - racconta il figlio Marcello Pardini - perché ritrovarsi senza mamma e tanti fratelli è stata dura. Fra tutti si sono dati una mano. Ultimamente aveva subìto due operazioni alle ginocchia e non si muoveva benissimo. Quando poteva si spostava con la sua Ape, e si recava al suo orto vicino a casa a Querceta. Finché ha potuto si è sempre recato a Sant’Anna, sia per le ricorrenze che in altre occasioni, soprattutto a Coletti dove abbiamo una piccola casa che fu la stalla delle pecore di mio nonno». Vittorio lascia due nipoti e una pronipote di due anni. Il funerale si svolgerà domani 21 dicembre nella chiesa di Sant’Anna di Stazzema, perché era questa la sua volontà. La salma sarà poi cremata e tumulata a Farnocchia.
Lidia Berretti si salvò dalla furia nazi-fascista che era ancora in fasce, aveva infatti 9 mesi. Quello che accadde gli fu raccontato da altri, ma si ricorda che quel giorno pianse tanto, a dirotto, soffrendo la paura di chi gli era accanto e si salvò con lei. Di recente, Lidia in poche settimane aveva subìto due interventi e accusato altri problemi di salute, capitati uno dietro l’altro, e anche a causa della sua precaria età, aveva infatti festeggiato gli 81 anni il 2 novembre, non è riuscita a superare le difficoltà di salute. Lidia abitava a Valdicastello. Era casalinga e si è occupata tutta la vita dei nipoti, delle figlie e dei generi. Suo padre fu ucciso nella strage di San Terenzo Monti sempre nell’agosto del ’44. Lei invece stava per essere fucilata insieme alla madre Natalina Bottari e altre persone che abitavano ed erano rifugiate a Sennari. Avevano già la mitragliatrice puntata, quando un soldato tedesco le fece scappare nella borgata. «Mia madre Lidia è sempre stata presente alle iniziative di Sant’Anna, era molto legata a questo luogo - racconta la figlia Patrizia Berretti - e non si tirava mai indietro dal dover raccontare sia quello che è accaduto il 12 agosto del 1944, e che a lei avevano riportato altri gli anni dopo, che la fase successiva di superamento di questo trauma». L’ultima volta che Lidia è salita a Sant’Anna è stato durante la festa degli Alpini che da alcuni anni celebrano in una loro iniziativa i martiri di Sant’Anna nel Parco nazionale della Pace. I funerali di Lidia si svolgeranno domani, 21 dicembre, alle ore 15,30 nella chiesa di Valdicastello.