E' stata un'edizione memorabile, da tutti i punti di vista. Il Carnevaldarsena dei 50 anni ha vissuto cinque serate di folla, divertimento, buona cucina. Dopo la travolgente sfilata delle mascherate di venerdì sera, che ha schierato in via Coppino mille persone suddivise in 27 gruppi, il piacere di mascherarsi l'ha fatta da padrone anche nelle altre serate, fino alla chiusura di martedì, che ha visto i volontari soffiare sulle 50 candeline di una torta gelato offerta dalla gelateria Mirella.
In precedenza c'era stata la premiazione dell'8° trofeo "Beppe Bugia", per la maschera più spiritosa e irriverente del Baccanale. La giuria, formata da Gionata Francesconi, Guido Batori e dalla famiglia Donatelli ha premiato Marco Bemi, che ha riportato in Darsena la Robertona, personaggio mitico della Viareggio di una volta. A lui il trofeo in palio, realizzato da Agostino Veroni.
Al secondo posto, ex aequo, le maschere dello Schiacciasassi e Maina Gioia. Terzo premio agli Amici del Carnevale, presenti in via Coppino con il loro "Santa Monica" per tutte e cinque le serate.
Nel corso della premiazione di lunedì, condotta con la consueta spigliatezza da Stefano Pasquinucci, riconoscimenti sono andati anche ai rioni Croce Verde, Vecchia Viareggio e Marco Polo. Lo chef Cristiano Tomei è stato insignito del titolo di cavaliere della Repubblica di Darsena e ha ricevuto in dono uno dei 50 manifesti a tiratura limitata realizzati per iniziativa di David Bianchi. Stesso omaggio per Nanni Morescalchi, storico volontario del rione. La maglietta del cinquantenario è andata al capo cuoco della Trabaccolar Cooking, Vincenzo Biagi.
Il concorso addobbi folli è stato vinto dalla famiglia Pellungrini, che ha decorato magistralmente il proprio terrazzo in via Paolo Savi, aggiudicandosi il premio messo in palio dal negozio di cucine Lube Store di Viareggio: una lavatrice.
Infine, una notazione sullo spettacolo dei 50 anni del Carnevaldarsenasciò. Il polpo Mario Bindi ha versato un'offerta di 200 euro a vantaggio della Crea: "E' una piccola cosa perché tolte le spese non è rimasto altro, ma ci tenevamo".