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Scritto da Redazione
Cronaca
03 Marzo 2021

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"Non è vero che non siamo essenziali". Il grido di dolore che si leva dal mondo delle palestre simboleggia un settore provato, stanco e incapace d vedere la luce in fondo al tunnel. La situazione emergenziale dovuta alla crisi sanitaria ha messo in ginocchio tante, troppe attività su cui si sostengono intere famiglie, che, da diversi mesi, non sanno più cosa aspettarsi.

Se per i servizi di ristorazione l'asporto ha garantito quantomeno un minimo introito per cercare di andare avanti, il mondo delle palestre ha abbassato la saracinesca fino a data da destinarsi. Nemmeno l'ultimo dpcm (il primo del governo Draghi) ha riacceso le speranze dei proprietari di queste attività, che oramai si sentono dimenticati dallo stato: il decreto ha fissato il 27 marzo come data papabile per la riapertura (ad ingressi contingentati) di cinema e teatri, e le palestre ancora una volta nemmeno menzionate.

"Una palestra non è solo allenamento". A spiegarcelo è Patrizia Bachini, titolare della Green Planet ASD a Viareggio, che racconta la generalizzazione che è stata messa in atto nel giudicare quali attività aprire e quali tenere chiuse. "La mia attività si occupa di ragazzi, anziani e portatori di handicap, tutte categorie anch'esse dimenticate. Non abbiamo attrezzi: lavoriamo in una sala di 100 metri quadrati, in cui stanno dieci persone ad una distanza di tre o quattro metri, finestre aperte, con entrate e uscite ai lati opposti della stanza: secondo voi, lavoro in pericolo?".

Come fa notare la proprietaria della Green Planet, è stato fatto di tutta l'erba un fascio: le direttive statali non pongono discrimini sui quali giudicare le diverse palestre, e questo non fa che debilitare anche quelle attività che potrebbero ripartire da subito e in sicurezza. "Capisco le sale con attrezzi, che devono essere sanificati ad ogni utilizzo perché usati da persone diverse ogni giorno, ma per noi la faccenda è ben diversa. Mi dà fastidio essere classificata come 'non essenziale' – spiega -: la formazione, sia fisica che caratteriale, che diamo ai ragazzi è importante e assolutamente necessaria, molto più di alcuni settori che stanno continuando a rimanere aperti a differenza nostra".

Altro punto importante è quello dei ristori. "Dovevano arrivare in automatico a gennaio e febbraio, ma ora è tutto bloccato a causa del cambio di governo. Intanto noi dobbiamo continuare a pagare la tari e le bollette, che non ci sono mai state sospese, così come le assicurazioni per incendio e responsabilità civile che attività come la mia devono sottoscrivere".

Spese che formano un debito. Debito che si accumula per mancanza di entrate. Entrate che chissà quando torneranno ad esserci. Un circolo vizioso che rischia di far chiudere per sempre tantissime attività. "Siamo in un limbo. Abbiamo troppi costi rispetto a quello che guadagniamo, cioè niente, in questo momento. Ma per lo stato è solo un problema nostro. Se non avverrà una svolta, sarà la fine per molti di noi".

Foto di Alfredo Scorza

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