I militari del comando provinciale di Lucca, sotto la direzione della procura della Repubblica di Firenze - Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato a termine una complessa e articolata indagine nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione, commercializzazione e ricettazione di prodotti di pelletteria di alto pregio con famosi marchi contraffatti, che venivano esportati e rivenduti, come originali, anche in vari Paesi d’Europa, America e Asia.
Le indagini traggono origine dalle attività condotte dal Gruppo Viareggio, tese alla tutela del distretto turistico della Versilia e del “Made in Italy”, che hanno portato alla ricostruzione dell’intera filiera produttiva dei prodotti di pelletteria contraffatti rinvenuti, inizialmente, nei territori della provincia di Lucca quale mercato di sbocco.
Le successive investigazioni - sviluppate attraverso l’esecuzione di attività tecniche, l’analisi di dispositivi informatici, il controllo delle spedizioni internazionali, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento - hanno consentito di ampliare il raggio di azione, individuando numerosi soggetti responsabili di plurimi reati di realizzazione e commercializzazione di beni falsi, oltre che individuare gli opifici ove venivano realizzati i
prodotti e ricostruire le vendite e relative spedizioni di merce illecita dall’Italia verso l’estero.
Nel corso delle attività sono emersi, inoltre, precisi indizi di come, una parte dei prodotti in pelletteria contraffatti, venivano fabbricati da società licenziatarie (e/o sub lavoranti) delle case di moda titolari dei famosi Brands. In particolare, è emerso che tali imprese hanno posto in essere un’illecita sovrapproduzione di beni, c.d. overruns, con conseguente sottrazione, ai danni delle citate case di moda, non solo di materie prime necessarie alla produzione dei beni, ma anche del necessario know-how (disegni, modelli e brevetti), riuscendo a generare considerevoli guadagni illeciti (con annessa evasione fiscale).
Basti pensare, ad esempio, che una borsa da donna Chanel, modello Boy (medium), commercializzata nelle boutique ufficiali a circa 6.200 euro, veniva realizzata dagli indagati con fattezze e qualità pressoché identiche all’originale e venduta ad un prezzo oscillante tra 1.600 e 2.200 euro.
Il fenomeno dell’overruns è probabilmente la tipologia di contraffazione più insidiosa da scovare, data l’identicità quasi totale della merce prodotta a quella originale.
Sulla base degli elementi raccolti, la procura distrettuale antimafia ha predisposto avviso di conclusione delle indagini, ipotizzando si possa configurare il reato di cui all’art. 416 c.p. in capo a 14 persone (dieci di nazionalità italiana, tre di nazionalità cinese e un cittadino di nazionalità marocchina), poiché facenti parte di una struttura associativa avente il preciso scopo di creare articoli contraffatti di elevata qualità da immettere, poi, sul mercato nazionale ed estero.
L’associazione criminale, con base operativa in Toscana, vantava una fitta rete di contatti, che consentiva di curare tutti i passaggi della produzione (dalla lavorazione della pelle all’approvvigionamento delle materie prima), della vendita, nonché della commercializzazione dei beni, che avveniva in negozi di lusso localizzati anche in Ungheria, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare di Corea, Francia, Germania, Gran Bretagna, Qatar, Austria, Canada e Stati Uniti d’America.
Nel corso delle investigazioni sono stati sottoposti a sequestro circa 50 mila articoli, tra prodotti finiti in pelletteria di alto pregio e accessori recanti marchi industriali contraffatti delle più prestigiose griffes di moda nazionali ed estere (Gucci, Ferragamo, Louis Vuitton, Chanel, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Celine, Givenchy, Prada, Dior, Hermes, Moschino, Bulgari, Burberry, Chloè, Fendi, Boss, Mont Blanc, Valentino, Calvin Klein, Furla, Emporio Armani, Bally, Tod’s), nonché è stata data esecuzione a una misura cautelare patrimoniale emessa dal G.I.P. di Firenze, consistente nel sequestro preventivo pari a circa 1 milione di euro, corrispondente al profitto dei reati.
Nel corso della relativa esecuzione sono stati sequestrati, tra l’altro, 150 mila euro in contanti, due autovetture e altri beni del valore commerciale di oltre 200 mila euro.
L’azione delle Fiamme Gialle e della DDA di Firenze testimonia, ancora una volta, lo sforzo continuo volto al contrasto ad ogni tipo di illegalità economico-finanziaria, anche mediante la ricostruzione della filiera del falso e dei suoi canali di finanziamento. Contrastare la contraffazione vuol dire, infatti, salvaguardare il tessuto produttivo italiano e toscano in particolare, garantire opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole, ma anche assicurare le esigenze dell’erario, necessarie per la crescita del Paese.