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Scritto da Redazione
Cronaca
01 Febbraio 2020

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Com'è che si dice? Bisogna crederci e arrivare fino in fondo - o qualcosa del genere. Beh, sicuramente questo è ciò che meglio riassume il primo corso mascherato del Carnevale di Viareggio 2020. Non che non si percepisse l'aria di festa o la voglia di cominciare, anzi. Quella c'era, ad esserci però è stato anche Giove che ha presenziato senza un secondo di pausa. Le previsioni meteo erano scritte da giorni: avrebbe piovuto. E così è stato, con tutte le conseguenze del caso. 

La giornata si apre con sfilata: dalla stazione a piazza Mazzini, puntuali alle 14.45, ecco che sbandieratori e i musici provenienti da tutta Italia fanno il loro ingresso nella città del Carnevale. Tre le canzoni che hanno aperto e apriranno ogni corso mascherato: "La famiglia digitale", "Viareggio Salvami" e l'arrangiamento di "Povereide" - ed è proprio sulle note si quest'ultima, cantata da Vladimir Luxuria, che viene issata la bandiera di Burlamacco - i tre colpi di cannone danno inizio al Carnevale.

Tre colpi che devono aver svegliato - per l'appunto - il Dio della pioggia, perché dalle 17 fino alla fine della giornata non c'è stato un attimo di tregua. "Aprire così non era proprio il caso" si sente dire da qualcuno arrivato in passeggiata per ammirare le opere allegoriche. A pensarla così non sono solo gli spettatori, nemmeno tanti tra l'altro nonostante i 100mila euro incassati, non troppo convinti erano gli stessi costruttori che vedendo il cielo questa mattina avrebbero preferito rinviare l'apertura. Vabe, il corso parte ed ecco che l'opera di Massimo Breschi "Nè di Eva né di Adamo" rompe il ghiaccio.

Già, finché l'acqua non silenzia la musica del carro - probabilmente bagnando l'impianto - che poi fortunatamente riparte. Così dietro di lui ecco arrivare la seconda categoria: "L'amaro italiano" di Edoardo Ceragioli e ancora uno dei grandi "Robotika, l'intelligenza artificiale" dei fratelli Bonetti. La sfilata scorre lenta e veloce al tempo stesso. Un giro che stava per trasformarsi in una gara. È la volta, poi, di Roberto Vannucci con "Beata ignoranza", la denuncia contro la corrida di Carlo Lombardi "Olè" e Alessandro Avanzini con "Il grande balzo. Ognuno sembrava volesse arrivare per primo nella piazza centrale e finalmente portare al riparo la sua costruzione.

"Con questo tempo non saremmo dovuti uscire - afferma Roberto Vannucci - il mio carro sta dando il 60 per cento e oggi di più proprio non può fare". I disagi, non ci sono stati solo per lui, tutte le costruzioni hanno rischiato di rovinarsi: "L'acqua ha bloccato il motore della gamba dell'uomo di latta - commenta la famiglia Lebigre che quest'anno porta in scena "Home sweet home" - eravamo indecisi se sfilare o meno, questa mattina il tempo sembrava reggesse e invece poi... ma ormai ci siamo e Carnevale deve continuare". È vero, la festa deve continuare e infatti fino alla fine nessuno si è arreso, nemmeno chi di uscire dall'hangar era davvero contrario. È il caso di Jacopo Allegrucci che senza tanti indugi esprime: "Non era una giornata per fare il Carnevale. Ci hanno detto di sfilare e noi obbediamo, ma gli impianti si rovinano, i carri devono durare ancora un mese e partire così non era proprio il caso".

Della stessa idea probabilmente sarà stato Alessandro Avanzini: il grande balzo fa il suo ingresso in piazza Mazzini spento e privo di musica. Tra mille problemi, comunque si arriva alla fine. Tempo di fuochi d'artificio che come ciliegina sulla torta a metà spettacolo vengono interrotti "a causa del forte vento appena alzatosi" - dichiara Daniele Maffei dal palco. La Fondazione Carnevale comunque rassicura che "Domani tempo permettendo, dopo la festa in cittadella, alle 18.30 verrà completato lo spettacolo pirotecnico. Ci tiene a ringraziare inoltre tutti i costruttori e volontari che hanno dato il massimo nonostante le avversità".

Le persone confidano nelle prossime date, non si demoralizzano di fronte a un corso lastricato da problemi, ma pur sempre suggestivo. Le grandi opere allegoriche torneranno a sfilare e non vedono già l'ora, basterà aspettare la prossima domenica. Ciò che conta, in fondo, è che il mese più significativo per la città sia cominciato e le maschere stanno già ballando e cantando in mezzo ai coriandoli. 

Foto Giacomo Mozzi

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