Anche Viareggio scende in piazza! Non potevano rimanere indifferenti le associazioni viareggine di fronte all’ennesima terribile strage.
“La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare!”
Si apre così l’appello sottoscritto dal Tavolo Asilo e Immigrazione, dalle rete 26 Febbraio, dalle Ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso, dalle reti locali della Calabria, dall’AOI, dalle tante organizzazioni locali e nazionali che hanno deciso di promuovere una manifestazione sulla spiaggia di Cutro e in vari centri italiani, per esprimere indignazione per quanto accaduto e solidarietà con le famiglie delle vittime. L’associazione Porti aperti Viareggio ha accolto questo grido scendendo in piazza Mazzini : “Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo - spiegano dall’associazione Porti aperti Viareggio -. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti. Se le persone morte nel mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano, quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare”.
Un naufragio sul quale vi saranno sicuramente accertamenti da parte della magistratura, ma intanto le associazioni italiane, urlano e chiedono all’unanimità di dire basta e di fermare le stragi.
Tra le tante voci, anche le associazioni di Viareggio, con Porti Aperti Viareggio in prima linea, chiedono: “Un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo. Chiediamo di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri stati membri di implementare questo programma. Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal regolamento europeo dei visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità. Chiediamo di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non UE. Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori.”
Una manifestazione pacifica, dove si mostrano giocattoli abbandonati con la scritta: “Questi peluche e questi giochi rappresentano i bambini che non ce l’hanno fatta. Sono peluche e giocattoli con cui ci piace pensare che loro avrebbero potuto giocare se fossero arrivati sulle nostre coste. Invece non è stato così!”.