C’era una volta in centro a Camaiore, davanti al Teatro dell’Olivo, un gran bel ristorante: l’Osteria il 5/4. “C’era una volta”, perché a partire dalla fine di gennaio non ci sarà più. È un peccato.
Molte persone raggiungevano Camaiore, anche da posti lontani, per degustare l’anchetta, ravioli di coda alla vaccinara, spaghetti alle cicale, tagliatelle di ragù al coniglio nostrano, il peposo di mucco pisano o lo stoccafisso in umido, tanto per citare qualche piatto. Il menu snello e originale cambiava in base alle stagioni, le materie prime arrivavano da una rete di piccoli produttori del territorio. La carta dei vini? Autentica e genuina, oltre a essere molto gradita ha avuto diversi importanti attestati. Insomma, una favola di ristorante con in cucina Nicola Cortopassi, cuciniere preparato e ricco di passione per il suo lavoro e in sala Sara Biancalana anche lei appassionata e valida sommelier. Prestigiosi riconoscimenti sono arrivati in pochi anni.
L’Osteria 5/4 è stata inserita dopo un anno dalla sua apertura nella guida Slow Food, il secondo anno ha guadagnato la Chiocciola Slow Food e il terzo anche la Guida del Gambero Rosso ne ha tessuto le lodi. La favola purtroppo finisce qui e Camaiore perde un locale che ha portato in alto il nome di questo borgo di cui Sara e Nicola si erano innamorati. È stata una bellissima vetrina per questi ragazzi, l’ennesima eccellenza che sceglie di andare altrove. Resta un centro storico in abbandono che non da prospettive a chi sceglie di lavoraci alzando l’asticella.