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Scritto da Redazione
A. Versilia
25 Aprile 2025

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Il ricordo di Papa Francesco, il ripudio della «guerra mondiale a pezzi», la necessità di una battaglia di idee contro la corsa al riarmo e i fantasmi dei nazionalismi e del fascismo: è a a Sant’Anna di Stazzema che ha deciso di passare il 25 aprile Pier Luigi Bersani, a lui è spettato il compito di tenere l’orazione ufficiale nel giorno dell’80 anniversario della Liberazione, in uno dei luoghi simbolo della Seconda guerra mondiale per l’eccidio nazista del 12 agosto 1944 che vide la fucilazione a sangue freddo di 560 civili. Con al suo fianco il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Tanta la gente salita al sacrario di Sant’Anna, nonostante nuvole grigie che proprio durante l’intervento di Bersani si sono trasformate in pioggia. Ad aprire e chiudere la cerimonia, il pubblico ha intonato per due volte le note di Bella Ciao. «Questo – le parole di Bersani - non è un 25 aprile qualunque. Tutti noi portiamo il peso nel cuore per morte di Papa Francesco, pontefice che ha messo una luce sul mondo dando voce alle ingiustizie, alle vittime della guerra mondiale a pezzi, all’insensatezza del riarmo. Quella voce non può spegnersi, deve sentirsi ancora. Tocca alla Chiesa in primis fare questo, ma anche a noi. Tocca al popolo del 25 aprile riprendere in mano quei messagg

«Per anni – aggiunge l’ex ministro – abbiamo commemorato questa ricorrenza sentendo quei fatti sanguinosi di 80 anni fa comunque un po’ lontani. Mai più, ci dicevamo. Oggi non è così: ci arrivano le immagini strazianti dello sterminio di Gaza, dell’aggressione all’Ucraina, di oltre 50 Paesi del mondo che si trovano coinvolti in guerre di vario tipo, con 13 milioni di sfollati nel solo Sudan».

Bersani tocca poi il tema di «organizzazioni internazionali delegittimate, anche nelle operazioni di semplice soccorso. Una impazzita corsa agli armamenti, un ritorno delle guerre commerciali e alle sfacciate pretese coloniali. Ecco perché questo 25 aprile non può essere solo di commemorazione, ma anche di riflessione e militanza».

Il mondo si trova oggi - prosegue - «dentro a un passaggio secolare, nei paradigmi della economia e della tecnologia. Siamo davanti a una cultura regressiva, che vede i principali Stati in gara per arraffare il futuro da posizioni di forza e senza guardare in faccia a nessuno. Parlo di intelligenza artificiale, nuove tecnologie satellitari e materie prime. E questo produce frutti avvelenati, nei governi e nell’opinione pubblica come i nazionalismi su base etnica, il protezionismo in economia, l’attacco ai principi liberali anche in Occidente. Si cerca di riscrivere la scienza e la storia, come ci dimostra il negazionismo su cambiamenti climatici e vaccini».

Da qui gli strali contro un Governo che «non spende una parola su quella Resistenza che gli ha permesso oggi di essere eletto, elogiata persino da re Carlo III d’Inghilterra in visita al Parlamento» e contro l’idea di un «fascismo bonaccione, che qualcuno narra ma in realtà non esiste».

La folla applaude, interrompendo a più riprese l’orazione dell’ex ministro. «Gli assetti validi da 80 anni – chiude - oggi vacillano, a partire dallo stesso concetto di Occidente e di Europa, che deve avere la forza di rilanciare i suoi valori, fondamento della democrazia. Le culture regressive hanno una rete internazionale, è ora che anche noi facciamo lo stesso».

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