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Scritto da Redazione
Cronaca
20 Gennaio 2022

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Elicotteri, nocs e un quartiere completamente al buio, sembrano la scena di un film d’azione. Questa era però la reale situazione che si è delineata nella giornata di ieri a Torre del Lago.

Un uomo di 44 anni, barricato in casa per sfuggire ad un A.s.o., dopo un probabile crollo psicotico, ha sparato con una calibro 22 e ferito un vigile del fuoco che stava tentando di entrare nell’abitazione.

Per fortuna il colpo che ha colpito Marco Aurelio Filippi è stato attutito dalla porta e il pompiere non ha subito gravi danni, solamente un’escoriazione e una costola leggermente incrinata. Se la caverà con una prognosi di una decina di giorni.
Si è capito subito che la situazione era particolarmente delicata e che necessitava di un intervento congiunto.

Il questore di Lucca, Alessandra Faranda Cordella, spiega, durante la conferenza stampa “il padre, novantenne si trova agli arresti domiciliari, mentre il figlio si trova in carcere, la situazione, che si è delineata nelle lunghe ore nelle quali siamo stati fuori dall’abitazione, cercando una mediazione che fosse il più efficace e il più indole per tutti, nonostante quello che era avvenuto intorno alle 14, si è definita soltanto nell’immediatezza delle nostre unità speciali.”

Intervento pertanto dei nocs, in stretta collaborazione con le forze locali che hanno presieduto il luogo.

Dopo un primo momento dove l’uomo ha avuto un atteggiamento particolarmente aggressivo,la situazione è migliorata nelle lunghe ore, grazie soprattutto alla mediazione dell’agente Martina Di Vincenzo. Per l’occasione la Di Vincenzo, si è trovata ad interpretare il ruolo di finanziere per poter trovare un punto di collegamento comunicativo con l’uomo. Quello che si cercava di capire era il ruolo del padre, inizialmente considerato come possibile ostaggio, le cose sono cambiate “ quando l’abbiamo visto apparire sul balcone, ci siamo resi conto che forse la situazione era leggermente diversa da quella che si stava prospettando, quindi si è dovuto modulare diversamente l’intervento delle squadre speciali” .

A quel punti si è tentato di far ragionare anche il padre Adelmo, ex maresciallo dei carabinieri, ma senza esito.

La Di Vincenzo, coadiuvata dal sostituto commissario Roberto Fermia, ha tentato di tenere un dialogo costante con l’uomo. Cercando di tenerlo sempre in vista. L’’uomo dopo i primi momenti usciva sul balcone con le mani alzate, mostrandosi collaborativo. Dopo il primo colpo di pistola non ha più minacciato di usarla, ne sugli altri ne su se stesso. Questo atteggiamento ha dato modo ai mediatori di tentare una breccia. Dopo la prima richiesta di diventare capo dello stato, la seconda richiesta, più attuabile, era quella che gli venisse tolto l'Aso. Prodotto per l’occasione un documento falso, che è stato fatto arrivare tramite un secchio che veniva calato dal balcone, l’uomo non ha ceduto all’inganno, continuando con le richieste.

Tolta immediatamente luce e gas onde evitare possibili complicazioni, l’uomo ha cominciato a chiedere che gli venissero riallacciate le utenze. In questa fase si è tentato di prendere tempo per poter dare modo ai Nocs di arrivare e prepararsi all’azione.

Sul posto hanno fatto intervenire anche la sorella e un’amica, ma l’uomo non ha voluto parlare con loro.

Arrivati da Roma in elicottero, i Nocs sono intervenuti alle 21.44.

Quartiere al buio, una grande esplosione e in pochi attimi era tutto concluso. Visibilmente scosso per la tipologia di intervento avvenuta, l’uomo è stato preso e portato in carcere.

Prima che venissero portati via, è stato effettuato a padre e figlio lo stab, che è un tampone che serve per individuare chi ha sparato.

Pare infatti che il colpo non sia stato sparato dall’uomo, ma dal padre “la pistola, è stata utilizzata con ogni probabilità, dall’anziano, secondo quanto dichiarato dal figlio” si aspettano i risultati delle analisi, che arriveranno nei prossimi giorni.

Alla conferenza stampa erano presenti oltre al questore di Lucca, Alessandra Faranda Cordella e i due agenti Martina Di Vincenzo e il sostituto commissario Roberto Fermia, anche il dirigente del commissariato di Viareggio il dr Luigi Larotonda e il capo della squadra mobile il dottor Luca Scolamiero. Tutti concordano sull’ottimo lavoro da parte di tutti i colleghi, ognuno con il suo ruolo, che sono riusciti a contenere e a gestire in breve tempo una situazione che poteva avere risvolti assai pericolosi.

L’uomo era noto alle autorità per aver già in passato creato piccoli problemi di ordine pubblico, ma mai di questa entità. Licenziato a causa della precaria salute mentale, era attivamente seguito, ma si sta cercando di verificare se stesse realmente seguendo la cura assegnatagli.
Nei vari commenti che si leggono sull’uomo, viene ricordato insieme al padre, durante la malattia della madre, presso la casa di cura delle Barbantine, affranti e disperati entrambi dal dolore. Probabilmente anche la morte della madre ha collaborato al crollo psicotico.

Se tutta la situazione è stata gestita in maniera esemplare dalle forze dell’ordine, indegna e fuori luogo è stata la reazione di alcuni cittadini, che vedendolo uscire, scortato dai nocs, hanno iniziato a intonare cori insultandolo.

Nei prossimi giorni sapremo di più sull’uomo e su chi ha realmente esploso il colpo di pistola.

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