Già dalla mattina le premesse alla cittadella erano delle migliori. Una folla di persone ad accogliere l’uscita delle opere di cartapesta dagli hangar. L’arrivo sui viali a mare con il sole, le ultime prove, ed ecco i figuranti che lentamente riempiono di vita la cartapesta, dalla piccola maschera isolata, fino al grande carro di prima categoria.
Sul palco, insieme all’immancabile Daniele Malfatti, che ha saputo condurre tutto il corso con splendida maestria, ad aprire l’edizione 2022 era presente il sindaco Giorgio del Ghingaro, il governatore della Toscana, Eugenio Giani e l’assessore regionale Stefano Baccelli. Caloroso e accorato il messaggio della presidente della fondazione carnevale Maria Lina Marcucci, che ha parlato con il cuore alle maschere sotto il palco di piazza Mazzini. Questo il suo messaggio: tra le mille difficoltà, finalmente, grazie anche all’aiuto delle varie autorità presenti, il senatore Andrea Marcucci e Gianluca Ferrara, il questore e il prefetto, il carnevale torna lungo i viali a mare, il carnevale torna alla città.“ Siete contenti?” urla felice Maria Lina Marcucci, facendo correre una scarica di emozione tra le maschere e nonostante la pandemia non sia ancora scongiurata, si torna a festeggiare.
Dopo i ringraziamenti di rito,si da il via a uno dei momenti tra i più emozionanti del carnevale: l’alzabandiera. E’ vero che è solo una semplice bandiera, ma quel piccolo simbolo ha la capacità di emozionare, entra nel cuore di chi vive in questa città e è come se venisse detto che fino a che quella bandiera sventolerà sul pennone più alto di piazza Mazzini, si può essere felici. Ed ecco Burlamacco insieme alla splendida Ondina che corrono verso il mare e verso la rossa mongolfiera, per volare in alto e dare il via alla festa, con i famosi colpi di cannone. Il carnevale di Viareggio è veramente ricco di tantissimi riti e simboli, che lo rendono unico. I colpi di cannone si sentono ovunque, arrivano anche a chi non è ancora in piazza, a chi non verrà e a chi aspetta, quel rumore familiare, quel suono unico, che da inizio ad una delle più belle manifestazioni che esistano.
Il tema di questo carnevale è il grand tour e la mongolfiera riesce perfettamente a introdurre questa atmosfera un po’ retrò. A guidare la mongolfiera c’è uno staff d’eccezione, ma soprattutto c’è la prima pilota di mongolfiere donna, Maria Chiara Cremoni. Salendo in alto, sopra i viali a mare, con il fuoco che riempie il pallone di aria calda, i viali appaiono una moltitudine di colori festanti. E’ tempo di scendere dalle nuvole e di mischiarsi tra la gente, ma soprattutto è il momento di vedere i volti dei costruttori. Ora che le loro opere sono uscite dagli hangar, verranno fotografate, ammirate e verranno discusse. Perché Viareggio è anche questo. Da oggi, fino alla chiusura del carnevale, l’argomento principale saranno proprio i carri, quale si muove meglio, chi è più colorato, quale gruppo ha i vestiti migliori. Il primo corso ha questo di unico. Dopo mesi di lavoro, rinchiusi nei freddi hangar della cittadella, le sculture si svegliano, si alzano e diventano altro, anche agli occhi degli stessi costruttori.
Il primo carro che incontriamo è “la formica e la cicala”, carro di prima categoria di Luigi Bonetti.
Solitamente i carri sembrano più grandi negli hangar e più piccoli sui viali, questo non è il caso della formica, che è gigantesca. Bellissimi i vestiti dei figuranti-formiche, con tutti gli occhioni sopra la testa che producono un effetto formicaio molto brulicante. Bonetti, incastrato dentro il carro, guarda la sua opera. Lo sguardo è sognante, studia ogni centimetro, alla domanda se è soddisfatto ride “non sono mai soddisfatto, ma si dai, mi piace”. Incontrare i Lebigre è sempre una festa e l’orsa e la piccola Inuit di “Reset, si riparte da sottozero” sono uno tra i carri di prima categoria più attesi. Quasi duecento ballerini, per una coreografia spettacolare, annunciano un tema importante. I Lebigre sono da sempre interessati a tematiche ambientali “l’ispirazione è nata dopo un viaggio in Groellandia, dove abbiamo visto che il problema dello scioglimento dei ghiacciai è reale e è arrivato il momento di resettare tutto e tornare ad un rapporto sano con la natura” . Un Luca Bassanese scatenato e importante, che regala sempre un piccolo tocco in più ad un’opera che è già molto bella di suo. Quello che si respira ballando tra le fila delle maschere Inuit, è diverso da quello di tutte le altre mascherate, qua si sente un’atmosfera che riporta alla complicità delle compagnie teatrali. Vedere “Homogeneity”, carro di prima categoria di Fabrizio e Valentina Galli, dopo l’intervista che avevano rilasciato alla gazzetta è emozionante. Valentina cammina guardando il suo carro “ ora gli vedo tutti i difetti!” dice ridendo “ quella stoffa sotto le maniche proprio non mi piace, è vero che non si vede, lo vedo solo io, ma non mi piace”. La verità e che è un’emozione vedere lo sguardo sorridente dell’extraterreste donna che ammira la razza umana. Guardando Valentina e gli occhi felici dell’extraterreste si coglie lo stesso luccichio. Il carnevale crea uno stato mentale particolare, tutti quei coriandoli, quella musica, le bocche sorridenti che sfilano ballando e che non si riescono a mettere a fuoco, stordiscono. Difficile contrastare la folla, o l’incedere di un carro, le corde che ti allontano, il pubblico che ti spinge di nuovo in un’altra direzione. Vivere il corso mascherato è un po’ come essere in mare e l’unica possibilità è navigare.
In un attimo il volto di “Manipulation” di Roberto Vannucci spalanca la bocca senza denti. Bella la coreografia davanti al carro. Le mani guantate di nero che sembrano voler soggiogare il pubblico e le rughe scavate, hanno la capacità di ipnotizzare e forse era proprio questa l’idea di Vannucci.
Subito dietro ecco arrivare il poeta-fanciullo del carnevale di Viareggio, Luciano Tomei con “il futuro? Un’ipotesi”. Interessante l’uso di mascheroni che, come ombre corrono lungo la mascherata. Nonostante le grandi spade appuntite che si conficcano nel terreno e le tre ombre nere che sovrastano il bambino dagli occhi grandi al centro del carro, i volti dei tre spettri sono arrotondati, riportando alla gentilezza di stile tipica di Tomei. Passeggiando davanti al carro sembra di essere in un prato fiorito e è una bellissima sensazione. Eccoci finalmente al carro del Bertozzi “La festa dei folli”. Il volto di Achille Lauro aveva già fatto il giro del web molto prima che arrivasse sui viali, creando una grande aspettativa. La maestria di Bertozzi è indiscutibile, il volto di Achille Lauro è,praticamente perfetto. Fantastica anche la colorazione del mantello.
Insomma, che questo carro sia un’opera d’arte è fuori discussione. Un pochino deludente per quanto riguarda il movimento, ma se manca al carro, sicuramente non manca alla mascherata che è irriverente e chiassosa, sembra a tratti di stare su un palco insieme con i Maneskin che duettano con Achille Lauro. La musica e i giovani la fanno da padrone nel carro dei fratelli Cinquini “E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Il gruppo dei giovanissimi che canta su un tetto in movimento è il motore dell’energia di carro e mascherata. Le parole delle canzoni, diventano scritte sul carro e narrazione nella mascherata. I due volti che si compongono e scompongono in un bacio sembrano essere esattamente i pensieri dei giovani che ballano. Ci viene incontro sorridente Alessandro Avanzini, l’artista concettuale del carnevale di Viareggio, con “Dotti medici e sapienti”.
Il burattino Italia con la corona traballante è un bellissimo messaggio. Carini e probabilmente scomodi i vestiti dei figuranti, con i lunghi cappelli bianchi. E’ molto limitativo descrivere con poche parole tutti i carri, ma nel caso di Avanzini questa cosa è quanto mai vera. L’equilibrio di tutte le figure è importante e se possono definirsi secondari gli animali che urlano dietro al burattino, sicuramente non lo sono come manifattura e significato. Non c’è un solo elemento fuori posto e nemmeno uno che sovrasti eccessivamente gli altri, creando un equilibrio narrativo che non può essere che studiato e nascondere un significato più profondo, che lasciamo però al pubblico la libertà di scoprire. Il carro di Iacopo Allegrucci è uno di quelli più mormorati lungo tutto il percorso. Ardito il tema e spettacolare la realizzazione. Il Don Chichotte si accascia, non riesce ad alzarsi e ha bisogno dell’aiuto di tutti per riuscire a rimettersi in piedi è un tema di per sé molto bello, ma incredibile è la capacità di tutti i figuranti di rendere reale questa sensazione, coinvolgendo anche il pubblico. Bella l’espressione folle degli occhi del Don Chichotte e simpatiche le lucertole che sono un po’ ovunque, anche sul trattore. Vi ricordate la storia del Burlamacco porta fortuna? Ebbene c’è. Dirvi dove è sarebbe scortese, quindi cercatelo mentre vi godete lo spettacolo del simbolo dell’utopia che riesce a rialzarsi grazie all’aiuto di ognuno di noi. Questi erano i carri di prima categoria, ma il carnevale di Viareggio è molto di più. Carri di seconda categoria, mascherate e maschere isolate, che vi racconteremo di corso in corso. Soffermandoci solo un attimo sui carri di seconda categoria, c’è da dire che quest’anno sono tutti molto belli, ricordandoveli velocemente abbiamo: “ Voglio una vita decovizzata” di Priscilla Borri, che è l’unico carro strettamente legato alla tematica covid, “Bufalo Biden” di Carlo Lombardi, un carro divertentissimo che si muove tantissimo, “La regina del potere” di Marzia Etna e Matteo Lamanuzzi che unisce la satira politica della Etna con il tocco giovane e epico del figlio, “Quinto comandamento, una sola razza, quella umana” di Massimo e Alessandro Breschi.
Per questa volta ci fermiamo un attimo di più su quest’ultimo carro. Un’energia dirompente si respira guardandolo e vivendo la mascherata. I movimenti dei draghi dal basso sono stupefacenti e pertanto siamo saliti sul carro per vedere come funzionava. Se siete curiosi di vedere i retroscena, i movimenti, il sudore e il caos che c’è dietro un carro come questo, non vi resta che guardare il video che abbiamo fatto. Parlavamo di riti e particolarità, il primo corso finisce all’imbrunire. Questo è un fatto importantissimo, perché si iniziano a provare le luci e a vedere come risulteranno i carri per il carnevale in notturna. Una sorta di prova generale. Tutto quello che è stato scritto in questo articolo, cambia completamente faccia una volta che cala il buio e si accendono le luci. Gli iceberg di “Reset” si illuminano svelando grandi schermi, lo stargate di “Homogeneity” prende vita, ma questa è un’altra storia e verrà raccontata al prossimo corso.
Carnevale di Viareggio baciato dal sole e dalla voglia di tornare ad essere felici
Scritto da lucia paolini
Cronaca
21 Febbraio 2022
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