Prenderà il via il 18 marzo del prossimo anno a Firenze il processo di Appello – Ter per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui persero la vita 32 persone bruciate vive a causa del deragliamento di un treno merci contenente gpl, con conseguente esplosione che colpì e devastò soprattutto via Ponchielli.
Si tratta del sesto grado di giudizio di una vicenda giudiziaria infinita, iniziata il 13 novembre 2013 col primo grado a Lucca e poi proseguita con il primo appello a Firenze; la prima Cassazione a Roma che rimandò gli atti in appello facendo cadere l’aggravante dell’incidente sul luogo di lavoro; il secondo appello e la seconda Cassazione che circa un anno fa – il 15 gennaio 2024 - ha di nuovo rimandato alcuni atti a Firenze.
Stavolta il processo sarà molto breve e – stando a quanto trapela – potrebbe addirittura chiudersi in una sola udienza: ai giudici fiorentini verrà chiesto in sostanza “solo” di riformulare alcune pene, sulla base delle attenuanti generiche. Fra coloro ancora dentro al processo c’è anche Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie all’epoca della strage e imputato “eccellente” della vicenda. Al momento attuale la sua condanna è fissata a 5 anni, ma potrebbe essere ulteriormente ridotta nel nuovo appello (inizialmente era di 7 anni).
All’inizio del primo grado erano 4 i capi di imputazione di cui dovevano rispondere i 33 imputati dell’epoca: lesioni colpose gravi e gravissime; incendio colposo; omicidio colposo e disastro ferroviario colposo. Di questi, i primi 2 sono andati in prescrizione subito dopo la sentenza di primo grado (31 gennaio 2017), seguiti dall’omicidio colposo dopo il primo pronunciamento della Cassazione dell’8 gennaio 2021, che fece cadere appunto l’aggravante dell’incidente sul luogo di lavoro. L’unico capo di imputazione rimasto in piedi è dunque quello del disastro ferroviario colposo.