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Scritto da Redazione
Cronaca
16 Luglio 2023

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“Il presidente del Festival Pucciniano Luigi Ficacci, che ieri mi ha mandato una lettera di licenziamento, giustificandolo con un presunto ritardo a una prova, getta così la maschera su quelle che, vista la situazione, parrebbero le sue reali intenzioni: celebrare la cultura del pensiero unico a Sinistra e non la grandezza di Puccini”.
Lo afferma il direttore d’orchestra Alberto Veronesi che, attuando una singolare quanto efficace protesta, ha diretto bendato la Bohème la sera del 14 luglio scorso a Torre del Lago, evidenziando così “le masturbazioni ideologiche imposte a un’opera che è nella storia e che è storia da una regia che non ho potuto e voluto condividere”.
“Il nuovo Presidente della Fondazione Festival Pucciniano – incalza Veronesi - ha boicottato il concerto di inaugurazione dell’11 luglio, peraltro seguito da cinquemila persone, a quanto parrebbe perché era prevista l’esecuzione dell’Inno a Roma, opera scritta da Puccini, mentre ha organizzato una Bohème dove i protagonisti esibiscono il pugno chiuso per tutta l’opera, intestandosi così scene e testi mai scritti da Puccini”.
“E chi non si allinea, chi vuole proteggere Puccini, chi contesta le strumentalizzazioni come il sottoscritto, viene licenziato – commenta ancora il direttore d’orchestra. - Cosa ne deduciamo? Innanzitutto che si segue poco la mission che la Fondazione stessa propone nel proprio statuto, secondo il quale l’ente “promuove le attività musicali creando le condizioni per la conservazione, valorizzazione, conoscenza e diffusione del patrimonio artistico di Giacomo Puccini e dell’ambiente e dei luoghi dove il maestro visse e compose le sue opere”.
“A questo punto – prosegue Veronesi - chiedo al ministero della Cultura (MiC) se sia corretto finanziare l’arte strumentalizzata nel nome della propaganda politica e, parimenti, se sia giusto obbligare comparse e coristi ad alzare il pugno chiuso quando un’opera non lo preveda”.
“Il sottoscritto, che ha diretto la Bohème ad occhi chiusi, è stato così licenziato. Una scelta giunta all’indomani della mia presa di posizione a tutela dell’opera, del valore e della memoria di Puccini dopo che era stata imposta una regia diversa da quella concordata. Il pensiero unico di sinistra, sconfitto dalla storia e dalle elezioni, riemerge in forma coatta sotto forma di una regia lirica. È davvero un momento triste e involutivo per la cultura italiana”.

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