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Scritto da Redazione
Cronaca
11 Luglio 2021

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"E' una notte in Italia se la vedi, da così lontano, da quella gente così diversa in quelle notti, che non girano mai piano, perchè io qui ho un pallone da toccare con la mano"", con queste parole di Ivano Fossati, voglio aprire questo pezzo.

Stavolta la perfida Albione si rivela per noi bella e gioiosa. Al termine di una giornata sportiva che si era aperta con la sconfitta di un grandissimo Berrettini nel tempio di Wimbledon, davanti ad un mostro, ad un robot che respinge tutto e che si dimostra veramente il numero uno, la sera ci regala una emozione, una gioia, una sofferenza, che solo il calcio può darti.

Questa nazionale, nata tra tanti dubbi, nata da un fallimento piano piano è diventata squadra, ha fatto riscoprire l'amore per l'azzurro, ci ha fatto riscoprire la gioia di ritrovarsi, di abbracciarsi, di mettere da una parte mascherine, statistiche, virologi, di tornare ad essere un popolo.

Magari come qualcuno dice un po' cialtrone, un po'sboccato, ma che davanti alle difficoltà si riscopre unito, capace di fare qualcosa che per tanti è solo illusione, per tanti siamo sempre un po' visionari, ma alla fine siamo quel popolo di eroi, qualcuno conosciuto e famoso, qualcuno sconosciuto, ma solo e sempre un popolo di eroi.

Ecco oggi su quel rigore parato da Gigio Donnarumma, ci siamo ritrovati, abbiamo gridato all'Europa, al mondo "noi ci siamo".

Parlare di tattica, di moduli, di occasioni, di tiri, di corner, oggi non serve. Oggi abbiamo riportato la coppa dove deve stare: in Italia. Oggi, anzi stanotte, sentiamo cori, facciamo cortei, si sentono fuochi d'artificio, si sentono i clacson, si sente cantare " notti magiche", da tutti, anche da chi è stonato come una campana, ma chi se ne frega, per stasera tutti sono come Pavarotti.E per una notte che durerà fino all'alba questi rumori, fanno sì che il rumore delle sirene delle ambulanze, resti almeno per un po' un ricordo.

Non dimenticheremo mai i volti di chi ha lottato, di che ce l'ha fatta e di chi purtroppo no, non dimenticheremo mai quelle immagini, specie quel triste corteo di camion militari, ma oggi torniamo a fare festa, ne abbiamo bisogno.Questa nazionale non è mai morta, magari è stata in terapia intensiva, ma non si è mai arresa.

Prima il Belgio, poi la Spagna ed infine i padroni di casa, quelli che dicono che il calcio l'hanno inventato loro, quelli che hanno potuto giocare la finale in casa, nel loro tempio, quel Wembley che sa di storia, di leggenda. Quello che mette soggezione solo a vederlo, e invece a noi, anche perché spinti da una nazione intera, non ci ha fatto paura.

Noi abbiamo detto: "Siamo arrivati qui e ora vogliamo vincere". Eppure pronti via e si va sotto. Loro sembrano dieci, cento, coprono tutti gli spazi, noi siamo in difficoltà, non ci riesce mai arrivare vicino alla loro area, la televisione sembra quella degli anni "60", grigia, brutta, in bianco e nero, senza colore, senza gioia. Eppure restiamo aggrappati alla partita, non si arretra di un metro, "rispetto per tutti, paura di nessuno".

Si rientra in campo e la partita cambia, la palla è sempre nostra, la giriamo e la rigiriamo, magari non siamo pericolosi ma la palla gli inglesi non la vedono mai. Ed ecco che in una mischia arriva il pari. Ci rianimiamo, ora sono loro ad avere paura, difendono in dieci, con un "catenaccio" old style, per dirla come parlano qui.

Passa il tempo, si finiscono sigarette, si finiscono birre e caffè, aggrappati ad un divano, alla scaramanzia che ti fa mettere le mutande messe contro il Belgio, e un maglione leggero che però con trenta gradi anche no. Però è azzurro ed è quello che avevi sulle spalle al quinto rigore di Jorginho contro la Spagna. Finisce la partita, supplementari e siamo ai rigori.

Quelli bravi, che scrivono su altre testate, la chiamano lotteria, per noi invece modesti cronisti di un giornale on line, non è una lotteria. Qui non è testa o croce, qui conta freddezza, tecnica, certo anche un po'di fortuna, ma non parliamo di lotteria. Sembra finita, invece Donnarumma ci tiene a galla, poi sembra finita per loro, e invece l'infallibile Jorginho "il professore" ci tradisce, ma il nostro Gigio para il quinto rigore: è finita.

Siamo campioni d'Europa.

Londra stanotte è azzurra, così come tutta Italia e anche Lucca.

Negli uffici, nei pub dove tanti ragazzi e ragazze italiani lavorano, in tanti ci diranno " sorry", "it's impossible", e invece per noi nessun dispiacere, per noi nulla è impossibile. Grazie ragazzi, e se chiudiamo gli occhi e tendiamo gli orecchi per una volta non si sente Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, si sente solo un vecchio ritornello che fa "non passa lo straniero".

Foto Alfredo Scorza

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