Sabato 5 alle ore 10.30 alla passerella Pacifici di Viareggio sono tornati gli striscioni per la pace portati da “porti aperti”. Presenti molte associazioni di Viareggio che sono intervenute a favore della pace coinvolgendo anche i passanti. Un centinaio di persone, che con cartelli e bandiere hanno cercato di sensibilizzare la città su un tema che sta sconvolgendo il mondo: la guerra.
Messa sotto la lente di ingrandimento dall’attuale conflitto in Ucraina, porti aperti ha voluto portare un messaggio contro ogni guerra.
Ad aprire il presidio è stata Ave Mazzetti di porti aperti “Le immagini e le notizie che arrivano dal teatro di guerra lasciano senza parole, ma le parole vanno trovate per condannare quanto sta avvenendo”. Le parole che hanno trovato sono per ricordare che le guerre si costruiscono e questa non è diversa dalle altre. “Parole che pur lodando l’accoglienza mostrata nei confronti dei profughi ucraini ricordino i muri costruiti contro altri migranti. Parole per ricordare che la Costituzione della Repubblica Italiana all’Art. 11 ripudia la guerra. Parole per esternare lo stupore, il dolore e quindi la condanna di fronte ad un parlamento che vota l’invio di armi. Parole per condannare la politica di Putin, la politica della NATO che in diversi modi mostrano lo stesso volto dell’imperialismo capitalista. Parole per ricordare che la pace si costruisce con una politica attiva fatta di consapevolezza e dell’impegno personale e quotidiano di ognuno.”
Su questi concetti si sono espressi Rossana Pezzini di porti aperti e Paolo Annale del PCI federazione Lucca e Versilia con un accorato intervento di denuncia. Luca Coccoli ANPI Viareggio, ha rinnovato l’adesione del proprio gruppo alle iniziative di pace e ha parlato di apertura di un canale diplomatico auspicando il ritiro delle forze russe e condannando qualsiasi tipo di escalation militare. Ha fatto riflettere la platea sul bombardamento della centrale nucleare di alcuni giorni fa, che in questo caso si è risolto per il meglio, ma che in caso contrario avrebbe portato i fuochi della guerra nelle case di tutti. Michelangelo Di Beo , per Viareggio meticcia, ha ricordato quanto le origini di questa guerra siano lontane nel tempo e ha portato solidarietà a entrambi i popoli, russi e ucraini, ricordando che molti sono i Russi che stanno subendo censura e repressione per tentare di manifestare contro una guerra che non sentono loro. Essendo a microfono aperto vi sono stati anche interventi personali, come quello di Paolo Barsanti e Lucio Lepore. Quest’ultimo ha fatto una lucida e puntuale critica a tutti gli esponenti politici e ha affermato il suo disprezzo nei confronti dei potenti.
“La guerra di per sé è un crimine. Chi fa le spese della guerra è sempre e soltanto la povera gente, che verrà uccisa, le case verranno distrutte, le vite verranno distrutte. La guerra è sempre contro i poveri, la guerra è sempre una guerra di classe. Dopo due anni di pandemia ci ricordiamo tutti che non c'erano posti nelle terapie intensive, ma si sono spesi 8 miliardi in armi”. Una delle frasi più ricorrenti in tutti gli interventi è stata che se le armi vengono costruite poi dovranno essere usate e fino a che non verrà compreso questo, parlare di pace diventa un’utopia. Hanno concluso Stefania Ghignoli di potere al popolo e Letizia De Betto di Legambiente. Mentre si susseguivano gli interventi, in molti si sono fermati ad ascoltare, strano vedere persone e bambini mascherati, pronti per lo scoppio di un cannone ben diverso, quello del carnevale.
Porti aperti: striscioni per la pace a Viareggio
Scritto da lucia paolini
Cronaca
05 Marzo 2022
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