Per difendere il diritto costituzionale al lavoro, quattro membri dell’esecutivo nazionale dei Cobas scuola si fanno sospendere, contrari all’obbligo di green pass a scuola e favorevoli invece alla vaccinazione volontaria, così come ai test gratuiti e a presidi sanitari nelle scuole per valutare l’andamento della pandemia. Citano in particolare gli articoli della costituzione che devono essere garantiti: il diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro e alla libertà personale.
“Durante la pandemia, i Cobas scuola si sono battuti perché le scuole fossero le ultime attività a chiudere, chiedendo interventi concreti per garantire ambienti sicuri – dichiarano i membri – all’apertura di questo nuovo anno scolastico ci ritroviamo nelle stesse pessime condizioni precedenti: personale in numero insufficiente, presenza diffusa delle classi pollaio, nessun intervento significativo per l’edilizia scolastica, mancato rispetto della distanza di un metro tra gli alunni e trasporti in condizioni disastrose”.
I membri ritengono quindi che il ricorso a test gratuiti salivari per i non vaccinati possano essere garanti di maggiore sicurezza in un contesto del genere. I Cobas scuola sono a favore della vaccinazione, ma considerano inaccettabile l’obbligo che è stato introdotto. Per questo motivo i quattro membri si fanno sospendere, per ricorrere davanti al giudice del lavoro e sollevare la questione di costituzionalità, con particolare riferimento alla sanzione della sospensione del rapporto di lavoro e dello stipendio dopo cinque giorni di assenza “ingiustificata”. Due dei quattro membri hanno già annunciato che dopo la sospensione e l’avvio del ricorso si sottoporranno alla vaccinazione.
“Attraverso queste sospensioni e la prosecuzione delle mobilitazioni in difesa della sicurezza nella scuola pubblica statale, i Cobas scuola ribadiscono il loro impegno perché la scuola torni a essere luogo di formazione del pensiero critico – concludono – e perché le ingenti risorse del Recovery Plan vengano utilizzate diversamente da come sta avvenendo, invertendo quella logica che, a partire dalla cosiddetta autonomia, ha progressivamente impoverito la pubblica istruzione”.
Mar. Gem.