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Scritto da lucia paolini
Cronaca
27 Febbraio 2022

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I viali si sono riempiti nuovamente per assistere a questo terzo corso di carnevale. Tutto esaurito negli alberghi, tribune piene e tanta gente mascherata. La giornata è stata splendida nonostante il vento che, sopratutto al calare del sole ha fatto scendere la temperatura. Se le gradinate si sono presto svuotate, lo stesso non è successo alla mascherate, che nonostante il freddo hanno continuato a sfilare e a ballare fino all’ultimo, a dimostrazione di quanto questo carnevale sia stato atteso e desiderato. Bandiere, striscioni e scritte, si sono alzate come un unico coro insieme alla bandiera della pace, sotto quella di Burlamacco, sul pennone più alto della piazza Mazzini a dimostrazione che nonostante si stia facendo festa, il cuore di Viareggio ha i colori della pace.

Questo terzo corso è iniziato con la fanfara degli alpini che dalla stazione, hanno sfilato fino a sotto il palco intonando prima Maschereide e poi l’inno d’Italia. Il primo ad entrare in scena è stato Tomei con “ il futuro? Un’ipotesi”. “Come faccio a rispondere seriamente con questa parrucca in testa?” ci dice scherzando. Perché la moda di quest’anno è il fantacarnevale, un concorso nel concorso che sta appassionando tutti i viareggini e non. Nato sulla base del fantacalcio, le regole le trovate tutte sul sito www.fancarnevale.it, sta facendo impazzire artisti e pubblico. Spulciamo per curiosità la classifica e vedere che la squadra che ha più punti coriandoli è “i lucchesi#1621” ci fa un po’ rabbrividire, con quel pizzico di campanilismo che è tipico di qua.

Mentre i carristi si sfidano, vestendo le loro opere con luci, coreografie e musica, regalando ogni volta uno spettacolo unico, andiamo a scoprire l’inizio dell’avventura, da dove nasceranno i carristi di domani: le maschere isolate. Quest’anno è veramente il caso di dire che le maschere isolate sono veri e propri piccoli carri. La tecnica della modellazione, la cartapesta, i movimenti, le coreografie, la musica, li rendono delle vere e proprie opere d’arte, che tanto in miniatura non sono visto che sono sculture di circa tre metri. Giovani, brillanti, curiosi, con una formazione artistica e già una gavetta alle spalle presso l’hangar di qualche carrista, andiamo a scoprire i nuovi volti del carnevale. La sua fenice coloratissima è sicuramente una delle maschere più fotografate di questo carnevale e proprio dal colore nasce l’idea di “Rise” di Edoardo Spinetti. “Visto il periodo cercavo proprio un segno di rinascita” ci racconta “ avevo in serbo anche altri movimenti oltre quelli che ci sono, ma poi forse sarebbe diventata complicata”.

Dopo l’accademia in cittadella, uno stage presso i fratelli Cinquini con i quali collabora ancora, eccolo sfilare con quest’opera sicuramente interessante. Fonte di ispirazione per Andrea Scaccianoce è stata l’iconica frase di Toy story “ Verso l’infinito e oltre” titolo anche della sua opera che ritrae un Jeff Besoz, proprietario di Amazon, nelle vesti del più famoso space ranger del mondo “ l’ho immaginato alla ricerca di un turismo spaziale, visto che a quanto pare vuole portare a visitare lo spazio, non solo per scopi scientifici”.

Bello l’effetto antigravitazionale dato dalla rotazione di Jeff- Buzz e molto accurata la lavorazione del volto. Scaccianoce ha fatto la sua gavetta al carnevale di Acireale e nel 2019 ha iniziato collaborando con Roberto Vannucci. Si sta specializzando in scenografia teatrale all’accademia di belle arti di Carrara. Subito dietro si muove delicata la maschera di Federica Bonetti “ Il tempo non ha età”. “L’opera è un inno alla vita, rappresenta il tempo che scorre. La vita è rappresentata da una giostra e ogni personaggio rappresenta una fase, dall’infanzia alla tarda età. Un inno a considerare il tempo come un bene prezioso”.

Così Federica racconta la sua opera. Molto bello l’uso della iuta che rende come colore e come texture la mascherata retrò, delicata e antica. I volti sono modellati con dolcezza, sembra quasi di sentire le note di un vecchio carillon mentre la si osserva. Formatasi presso il liceo artistico a Lucca, Federica si sta laureando in architettura. Molto interessante l’idea e il volto della McGranitt realizzato da Susanna Carofiglio.

“E’ un’opera giocata sul gioco di parole wicca, che è la nuova magia e we can do” racconta la Carofiglio. Non satira o polemica, ma Carofiglio mette in piazza l’importanza della natura e del percorso interiore. Una scultura veramente molto ben realizzata con stupendi movimenti.

Emozionante l’opera di Lorenzo Paoli “Se ci credi niente è impossibile” che ritrae una Bebe Vio che schiaccia un drago che rappresenta le difficoltà. “ E’ un tema che sento molto, siamo sempre circondati da difficoltà e poi vedi Bebe Vio, il suo volto e ti sembra che tutto sia possibile. Anche il fatto che lei abbia condiviso e apprezzato l’opera è stato bello.” Lorenzo è un architetto e è cresciuto nell’hangar dei Lebigre e Roger, cosa che forse si può intravedere nell’inventiva dei movimenti del drago che sono tutti manuali e molto complessi. L’idea di Serena Mazzolini è quanto mai originale e la vede coinvolta in prima persona. Ne “il rogo della satira”, incastrata in mezzo alla sua scultura, si mette in gioco lei stessa. “ Credo che proprio noi artisti siamo quelli più censurati, per questo ho messo delle vignette di altri artisti ringraziandoli per il lavoro che fanno ogni giorno e trovo che la censura sia il problema fondamentale degli artisti che vengono sempre più criticati per quello che vogliono dire e per come lo dicono”.

C’è poco da aggiungere a queste belle parole della Mazzolini, indiscutibile un’opera di grande impatto, sia scultoreo che teatrale. Michele Deledda ci porta nel delicato mondo di Battiato con un’opera omaggio al grande cantautore scomparso quasi un anno fa. “ Battiato. Eterni orizzonti” è la settima maschera di Michele che ha visto la sua formazione, prima con Allegrucci, poi con Tomei. “Sono molto soddisfatto, forse è una delle opere a cui tengo di più.”Folle e gigantesca l’opera di Alessandro Vanni “ To bit or not to bit” “magari in un futuro le macchine diventeranno intelligenti forse più degli uomini, perché noi gli stiamo insegnando a fare questo. Volevo immaginare un futuro dove un robot, che è quasi diventato una divinità, si interrogasse su quanto è rimasto in lui della macchina e quanto è diventato umano” . Impressionante l’effetto in notturna, una discoteca di luci e suoni, grazie anche all’aiuto di Andrea Corelli che ha aiutato Vanni nella parte più tecnica. Vanni ha una buona gavetta alle spalle, dalla Etna al Tomei che l’hanno portato a realizzare un’opera complessa, sotto tutti i punti di vista. Ci riporta ad un carnevale più classico, ma comunque innovativo Michelangelo Francesconi con “E’ polvere di sole”.

“Nella vita ci sono i momenti difficili e io li ho voluti rappresentare con questo Pierrot, che nella commedia dell’arte è visto come una figura triste. L’ho rappresentato su un blocco di cemento e mi sono ispirato ad una canzone del carnevale che dice “e polvere di sole che fa tornare a ridere il Pierrot” per dimostrare che con poco si possono superare anche i grandi problemi”. Vincitore della scorsa edizione è sicuramente un artista attento ai minimi dettagli, come i coriandoli gialli, come polvere di stelle che vengono lanciati dalla ragazza Pierrot seduta tra le braccia della maschera. Una scultura molto bella, come realizzazione e come idea, con un gruppo scatenato di figuranti che l’accompagna. L’ultimo, non per meriti, ma solo in questa carrellata è il giovanissimo Andrea Giulio Ciaramitaro con “CleoPatria”. “Volevo creare un monito per non dimenticare la nostra storia, perché solo tramite la storia si può creare un futuro migliore”.

Con queste parole Andrea descrive la sua opera e va a cercare in un passato molto lontano, si rifà infatti agli antichi egizi, creando una bellissima Cleopatra “volevo fare un’opera che fosse pulita, che fosse imponente” e sicuramente il risultato che stava cercando l’ha ottenuto. Molto bello il volto liscio e forte della regina d’Egitto. Andrea Ciaramitaro è un ragazzo molto giovane che insieme ad altri sta portando la tecnologia nel carnevale, modellando le opere prima in 3D per vederne il risultato e i movimenti e poi trasformandole in realtà.

Queste le dieci maschere isolate, tutte molto belle e creative. Questo è il lato più giovane del carnevale di Viareggio e proprio qua, tra questi ragazzi, sono nascosti i carristi di domani.

Foto Lucia Paolini

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