Cronaca
Carlo Conti, Giorgio Panariello, Francesca Fialdini e Walter Santillo Ricordano il manager Fernando Capecchi a Villa Bertelli
Carlo Conti, Giorgio Panariello, Francesca Fialdini e Walter Santillo ricordano il manager Fernando Capecchi, patron dell'agenzia di spettacolo Vegastar di Pistoia che ha lanciato giovani affermatisi poi…

Medici di famiglia: in Versilia dal 17 agosto fine incarico per il dotto Bacci
L'Azienda USL Toscana nord ovest informa che il 17 agosto prossimo si concluderà l'incarico di medico di famiglia del dottor Alberto Vittorio Bacci nell'ambito territoriale della Versilia Nord…

Si ribalta cisterna piena di benzina in autostrada a Torre del Lago: gravissimo l'autista
Incidente sul'autostrada A12 all'altezza di Torre del Lago: un camion cisterna che trasportava benzina si è ribaltato e l'autista ha riportato gravi traumi. Immediato l'intervento dell'ambulanza del 118…

Pietrasanta "vola" a Palafrugell in Portogallo per una nuova amicizia
PIETRASANTA - Sarà firmato mercoledì 30 luglio a Palafrugell, in Spagna, il patto d'amicizia tra Pietrasanta e la cittadina catalana affacciata sulla Costa Brava, un'intesa nata da una…

Auto cappottata al casello Versilia Sud: 4 feriti lievi e uno molto grave trasportato a Cisanello con Pegaso
VERSILIA -Gravissimo incidente al casello Versilia Sud. Intorno alle 14:00…

"Libri a Palazzo", ospiti nel giardino mediceo di Seravezza Eugenia Di Guglielmo e Dario Petucco
SERAVEZZA – Ultimo incontro letterario del mese di luglio per la rassegna "Libri a Palazzo", promossa dalla Biblioteca comunale Sirio Giannini nel giardino retrostante Palazzo…

Seravazza, giovedì nuova seduta Consiglio comunale
SERAVEZZA – È in programma giovedì (31 luglio) alle ore 18.00, nella sala principale della biblioteca comunale a Palazzo Mediceo, la nuova seduta del consiglio…

Viareggio, Palazzo delle Muse liberato dai ponteggi «torna a splendere»
Viareggio - Il palazzo ottocentesco di piazza Mazzini e sede della…

Impara a depurarti:il libro del professor Pier Antonio Bacci a Villa Bertelli
Impara a depurarti. Nel corpo e nel cuore, nella pelle e nella mente è il libro che il professor Pier Antonio Bacci presenterà lunedì 28 luglio alle 18.00…

Incendio sulla A11: attivato il piano di maxi emergenza dalla Centrale Operativa 118 Alta Toscana dell’Azienda USL Toscana nord ovest
Nel pomeriggio di giovedì 24 luglio, a seguito dell’incendio di un mezzo pesante avvenuto sulla Bretella autostradale Lucca-Viareggio (A11), la Centrale Operativa 118 Alta Toscana dell’ASL Toscana nord…

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Parlano tutte adesso, quasi tutte insieme, le tante donne che hanno cercato rifugio in quella che credevano una struttura protetta per loro e per i loro bambini e che, invece, lì dentro hanno trovato l’inferno. Parlano adesso perché chi teneva in mano il manico di quel terribile coltello che rescindeva per sempre il legame con i loro figli, è stato scoperto e fermato e loro non hanno più paura.
Anche la storia di Samanta Pasquinucci è una storia di dolore e di minacce: le peggiori – ti porteremo via tua figlia – e soprattutto, esattamente quelle che in una struttura che vanta la massima attenzione alle madri in difficoltà e alle famiglie, non dovrebbero mai nemmeno essere pensate.
“Sono entrata nelle strutture Serinper nel 2015: ho passato un anno a Casa Sonrisa e uno al Gap di Stiava a Massarosa e poi otto mesi a Montignoso – comincia a raccontare Samanta – Avevo problemi di dipendenza affettiva che mi avevano portato ad abusare di psicofarmaci ed avevo una bambina di cinque mesi. All’epoca avevo 36 anni e altri due figli adolescenti. Chiesi io di essere aiutata e portai la piccola con me, mentre gli altri miei figli rimasero con il loro padre, pur venendo spesso a trovarmi. Al momento in cui si entra in struttura i figli minori vengono affidati ai servizi sociali e i bambini non possono uscire dalla residenza mentre le mamme sì. Ogni settimana venivo sottoposta a visite psicologiche che evidenziarono che avevo bisogno di psicoterapia per superare la dipendenza affettiva, ma che confermarono che non avevo problemi come mamma. Per due anni dovetti anche seguire un percorso al Sert per superare l’abuso di benzodiazepine e ogni volta che dovevo andare agli incontri dovevo lasciare la bambina nella struttura, affidata alle altre mamme, alcune delle quali poi vennero dichiarate inidonee per i loro figli. Gli operatori e la guardiana sempre presente giorno e notte non si occupano minimamente dei minori.”
Anche Samanta ha descritto la vita all’interno della casa per mamme di Serinper come una sorta di misura punitiva: turni precisi e improrogabili per fare le pulizie; turni rigidissimi e brevissimi per mangiare; nessun accesso alla cucina negli intervalli tra i pasti; armadietti col cibo e coi medicinali chiusi a chiave e controllati solo dalla guardiana; razionamento di ogni genere di conforto compresa la carta igienica, controllo quasi militare delle pulizie svolte con l’ordine di rifarle se ritenute non in linea con quanto richiesto.
Regole ferree che cozzavano, soprattutto, con la presenza di così tanti bambini molto piccoli che avevano esigenze e richieste non prorogabili: “Dovevamo far tutto entro le nove del mattino - prosegue Samanta - ma c’era chi doveva allattare o chi doveva seguire il proprio bambino e veniva redarguito se non finiva le pulizie in tempo. Nel mio centro eravamo in 15 mamme con ancor più bambini: la spesa settimanale per tutti era di soli 100 euro. Una di noi a turno poteva andare con gli operatori a fare la spesa. Compravano solo cibo scadente e in quantità insufficiente: un chilo di pomodori, un chilo di pesce surgelato. Come facevamo a sfamarci tutti quanti? C’erano solo tre seggioloni e dovevamo fare i turni per dar da mangiare ai nostri bimbi. E i bambini non avevano alcun giocatolo, né un box né altre cose per potersi svagare un po’. Non avevamo nemmeno la televisione. Per un anno ho vissuto tagliata fuori dal mondo senza sapere cosa succedeva fuori. Ogni tanto, quando mi toccava andare a far la spesa compravo anche un giornale per avere qualche informazione. Comunque la tv c’era, ma la teneva nella sua camera la guardiana. E c’erano anche giochi per i bimbi, seggioloni, passeggini e abiti che venivano donati alla struttura ma che restavano rinchiusi a chiave in una stanzetta esterna e non ci venivano dati mai. A volte entravamo di nascosto se la guardiana lasciava la porta aperta per prendere qualcosa che ci serviva.”.
La parte più choccante, tuttavia, riguarda le pressioni psicologiche a cui le ospiti venivano sottoposte: “Ci facevano il lavaggio del cervello per dirci che eravamo donne e non avevamo bisogno di nessuno allo scopo di staccarci dai nostri compagni e poi per convincerci che eravamo inadatte a fare le madri e che sarebbe stato meglio dare i nostri figli in adozione. Ho visto ragazze che erano più inesperte nel gestire i loro bambini o che avevano avuto grandi sofferenze in passato che non venivano aiutate da nessuno, anzi colpevolizzate e convinte di essere pessime madri. Una ragazza aveva tre bambini e non riusciva a gestirli bene ma non voleva darli in affido a nessuno. Lei stessa era stata in orfanatrofio e poi adottata. Venne spesso ripresa per come teneva i suoi figli e mai nessuno le insegnava il modo giusto per farlo finché un giorno, senza dirle nulla, glieli hanno portati via tutti e tre. Lei è andata a prenderli all’asilo e non li ha trovati più. Ho visto un’altra ragazza di colore a cui hanno portato via all’improvviso la sua bambina di nome Hope per portarla alla struttura Numeri Primi e darla in adozione. Ricordo le urla disperate della mamma.”.
Anche Samanta conferma: il silenzio che tutte quelle ragazze hanno tenuto finora era la condizione per evitare che venissero loro portati via i figli grazie alle relazioni fatte da Serinper. Lei è riuscita a tenere con sé la sua bambina più piccola e adesso vive in una casa singola in una struttura di Camaiore che non fa capo a Serinper. Spera di poter avere presto una casa sua in cui riunire tutti i suoi figli. Ha superato i suoi problemi di dipendenza affettiva e dai farmaci e come tante altre ragazze che hanno condiviso il suo percorso ha deciso di denunciare chi, invece di aiutarla, ha cercato di farla affondare sempre di più.
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Nell’Azienda USL Toscana nord ovest i casi positivi di oggi, 11 dicembre, sono 308.
APUANE: 61 casi
Carrara 26, Massa 33, Montignoso 2;
LUNIGIANA: 13 casi
Aulla 1, Fivizzano 5, Fosdinovo 1, Licciana Nardi 1, Pontremoli 2, Villafranca in Lunigiana 2, Zeri 1;
PIANA DI LUCCA: 41 casi
Altopascio 2, Capannori 11, Lucca 26, Montecarlo 1, Porcari 1;
VALLE DEL SERCHIO: 16 casi
Pescaglia 1, Bagni di Lucca 3, Barga 6, Borgo a Mozzano 4, Castiglione di Garfagnana 2;
PISA: 46 casi
Cascina 11, Crespina Lorenzana 3, Fauglia 4, Pisa 20, San Giuliano Terme 4, Vecchiano 3, Vicopisano 1;
ALTA VAL DI CECINA VAL D’ERA: 60 casi
Bientina 3, Calcinaia 6, Capannoli 2, Casciana Terme Lari 13, Castelnuovo Val di Cecina 1, Chianni 1, Palaia 1, Peccioli 1, Ponsacco 3, Pontedera 11, Santa Maria a Monte 3, Terricciola 1, Volterra 14;
LIVORNO: 25 casi
Collesalvetti 3, Livorno 22;
VALLI ETRUSCHE: 14 casi
Cecina 5, Piombino 3, Riparbella 1, Rosignano Marittimo 2, Santa Luce 2, San Vincenzo 1;
ELBA: 4 casi
Campo nell’Elba 1, Portoferraio 1, Rio 2;
VERSILIA: 28 casi
Camaiore 9, Massarosa 1, Pietrasanta 2, Seravezza 4, Viareggio 12.
I guariti ad oggi (11 dicembre) su tutto il territorio aziendale sono 30.392 (+863 rispetto ad ieri).
Si sono registrati 20 decessi di persone residenti nel territorio aziendale: uomo di 90 anni, uomo di 84 anni, uomo di 73 anni e uomo di 72 anni dell’ambito territoriale di Massa Carrara; uomo di 92 anni dell’ambito di Lucca; donna di 83 anni, donna di 95 anni, donna di 94 anni, donna di 91 anni, uomo di 85 anni, uomo di 88 anni, uomo di 95 anni e uomo di 74 anni dell’ambito di Pisa; uomo di 90 anni, uomo di 73 anni, donna di 86 anni, uomo di 84 anni, uomo di 89 anni, donna di 70 anni e uomo di 56 anni dell’ambito di Livorno.
Da precisare che alcuni dei decessi comunicati oggi si riferiscono a morti avvenute nei giorni precedenti.
Si ribadisce, inoltre, che spetterà all’Istituto superiore di sanità attribuire in maniera definitiva le morti al Coronavirus: si tratta infatti, spesso, di persone che avevano già patologie concomitanti.
Per quanto riguarda i ricoveri per “Covid-19”, negli ospedali dell’Azienda USL Toscana nord ovest sono in totale 455 (ieri erano 464), di cui 55 (ieri erano 54) in Terapia intensiva.
All’ospedale di Livorno 85 i ricoverati, di cui 11 in Terapia intensiva.
All’ospedale di Lucca 87 i ricoverati, di cui 18 in Terapia intensiva.
All’ospedale Apuane 95 ricoverati, di cui 15 in Terapia intensiva.
All’ospedale Versilia 95 ricoverati, di cui 5 in Terapia intensiva.
All’ospedale di Pontedera 45 ricoverati, di cui 3 in Terapia intensiva.
All’ospedale di Cecina 21 i ricoverati, di cui 3 in Terapia intensiva.
All’ospedale di Pontremoli 18 i ricoverati.
All’ospedale di Barga 9 i ricoverati.
Dal monitoraggio giornaliero, infine, su tutto il territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest, ad oggi (11 dicembre) sono 14.686 (-392 rispetto ad ieri) le persone in quarantena perché hanno avuto contatti con persone contagiate.