In realtà, tutto cominciò da Viareggio. La storia del Festival della canzone italiana – ormai da 75 anni legato e identificato con la città di Sanremo, tanto da essere indicato costantemente con la sinnedoche che assimila l’evento al luogo in cui si svolge – come concorso canoro iniziò sulla costa della Versilia nel 1947. Nella prima metà del ‘900 c’erano stati alcuni tentativi di manifestazioni canore legate alla musica italiana a Rimini e anche nella stessa Sanremo, ma non si era mai pensato a un vero e proprio concorso e, in alcune edizioni, come quella di Sanremo, si era scelta come protagonista la sola canzone napoletana. Fu Aldo Valleroni, l’autore di “Una rotonda sul mare”, la canzone di maggior successo di Fred Bongusto, compositore e paroliere originario di Massarosa, che lanciò l’idea di una gara in cui a sfidarsi sarebbero state le canzoni. Il suo scopo era quello di creare un evento adatto per lanciare nuove canzoni ed anche una manifestazione che animasse l’estate di Viareggio, ancora segnata dalla recentissima devastazione della guerra e lontana dai fasti che sarebbero arrivati come perla della Versilia. Valleroni aveva i contatti con le case discografiche grazie al suo lavoro di autore di canzoni e non ebbe difficoltà a trovare adesioni al suo progetto di un concorso canoro. Lui stesso preparò la prima canzone da mettere in gara e trovò il primo cantante che scelse di partecipare: Tino Vailati, quello di “Bellezze in bicicletta”. A non credere nel progetto di Valleroni, tuttavia, fu l’Azienda Autonoma di Soggiorno di Viareggio che decise di non sovvenzionare il concorso che trovò, invece, il sostegno entusiastico ed economico di Alberto Sargentini, all’epoca presidente del Comitato Festeggiamenti che comprendeva anche il Carnevale di Viareggio. Il progetto dovette, per questo motivo slittare di un anno e nel 1947 Il Festival della canzone italiana venne fatto a Rimini, lì ampiamente sostenuto dall’Azienda autonoma di Soggiorno. La disfida canora tra le principali località turistiche dell’Adriatico contro quelle del Tirreno era iniziata. L’edizione del ’47 vide in gara 129 canzoni e nomi come Silvana Pampanini, prestata alla canzone dal cinema, e Vittorio Caprioli. Quello di Rimini 1948 fu un concorso, tuttavia, il premio, che era di 50 mila lire non venne assegnato e fu rimesso in palio per l’edizione dell’anno seguente: quella di Viareggio. La location fu la Capannina di Sergio Bernardini sulla Pineta di Ponente e sul palco come presentatore salì Amerigo Gomez della rai di Firenze. Il festival andò in diretta radiofonica. I cantanti, ovviamente cantarono dal vivo accompagnati dall’orchestra del maestro Francesco Ferrari. A cantare erano in dieci, tra i quali c’erano nomi all’epoca molto noti come Narciso Parigi, la voce dell’inno della Fiorentina. La manifestazione costò 150 mila lire: cento messe dall’Azienda Autonoma e 50 mila messe da Bernardini. Le truppe americane presenti a Camp Darby, a Pisa forniono gli accumulatori elettrici e le sedie per il pubblico vennero recuperate dalle varie parrocchie della Versilia. Vinse la canzone “Serenata del primo amore” cantata da Pino Moschini. Il Festival di Viareggio fu un grande successo e aprì la strada a una seconda edizione, l’anno successivo, ancora più ricca che venne vinta da Narciso Parigi con la canzone “Il topo di campagna” scritta dallo stesso Valleroni. A bloccare quella che si stava avviando a diventare una manifestazione nazionale e di incredibile durata fu…il maltempo. Il febbraio gelido e piovoso del 1950 pnalizzò moltissimo il Carnevale di Viareggio e il Comitato Festeggiamenti non potè sostenere i costi del festival. Neppure Bernardini, rimasto unico finanziatore riuscì a coprire tutte le spese e, ancora una volta e con malcelato disprezzo, l’Azienda Autonoma di Soggiorno di Viareggio negò il contributo considerando di poco valore la manifestazione. Ma l’effettivo successo delle due edizioni di Viareggio venne colto perfettamente da Pier Busseti, gestore del Casinò di Sanremo che portò la manifestazione nella città dei fiori l’anno successivo, dando il via a una lunghissima storia di successo.
Dopo 75 anni dalla peggior svista di scarsa lungimiranza della storia della musica italiana, il Festival di Sanremo potrebbe tornare là dove è nato. La Rai sta valutando nuove candidature per la location del Festival e tra queste c’è anche Viareggio e ovviamente Rimini. Tutto sarà rimandato al 2027 – per il 2026 Sanremo sarà ancora a Sanremo - e sono circolate voci di edizioni itineranti che includerebbero anche Napoli. L’idea del Festival trasferito a Viareggio fa sognare molti, sebbene la realtà mostri la necessità di una struttura adatta a una simile manifestazione, che al momento, non esiste. Ma, restando in tema di canzoni, anche se non sanremesi, un celebre verso canoro dice : “I sogni son desideri…”. Chissà se, desiderandolo veramente, non si possa riportare a casa il festival della canzone italiana.