Lo storico dell'arte e scrittore Davide Pugnana torna a Villa Bertelli con l'incontro Modigliani, la poesia della linea, un viaggio sulla figura e sull'arte di Amedeo Modigliani figura affascinante e tormentata nell'arte del primo Novecento, autore di ritratti distintivi e inimitabili sculture. L'evento è in programma sabato 3 maggio alle 17.00 nel giardino d'Inverno di Villa Bertelli a Forte dei Marmi. Nato a Livorno nel 1884, Modigliani si trasferì poi a Parigi, dove si stabilì e entrò a far parte del mondo artistico e bohemienne del tempo. Le sue opere, dai volti allungati, occhi vuoti e una sensualità sottile ed eterea, sono immediatamente riconoscibili e riflettono un'armonia unica di influenze classiche e moderniste. L'evento è promosso e sponsorizzato da Giulio Garsia financial advisor.
Il mito di Modigliani – spiega Pugnana la sua leggenda di peccatore rovinoso che consuma tutto per arrivare al fondo dell'anima, di principe di Montparnasse, farebbe quasi sorridere, come molti cliché sulla bohème se, spogliata della sua struttura romantica, non rivelasse immagini di vero tetro squallore, di agghiacciante, infinita tristezza. Un incubo di miseria e di sofferenza nella Parigi sordida al tramonto della Belle Epoque. Il fascino dell'artista "maledetto" è un cliché che non tramonterà mai, una polarità perennemente divaricata tra fallimento e redenzione. Non c'è storia dell'arte o della letteratura che non conti i suoi angeli o demoni saturnini. Sarebbe il momento di fare un po' di ordine tra ciò che è concreta sofferenza psichica e tribolazioni di povertà, e quelli che sono istanti di lucidità creativa che trovano sbocco in un dettato di alta levatura stilistica e formale. Quello che si può affermare è la necessità di capire cosa sia Modigliani per noi, al di là del suo mito, al di là della leggenda che ne ha fatto uno degli eroi più popolari della pittura moderna. Come, prima di lui, Van Gogh, Gauguin, Toulouse-Lautrec. Per Modigliani – prosegue ancora Davide Pugnana- l'assenzio, la droga, la tisi, la bellezza, la moglie che si butta dalla finestra il giorno dopo la morte del marito al triste ospedale de La Charité, e poi il continuo, febbrile dipingere. Uno di quegli artisti, insomma, sui quali, prima o dopo, frana addosso la rovina di un film. Cosa resta, allora, di Modigliani al di fuori della sua leggenda? È da qui che occorre ripartire per svolgere una riflessione seria sul senso della sua ricerca come costruzione di un linguaggio che fosse impronta unica e irripetibile di espressione artistica. Si capisce molto più di Modigliani se si tralasciano gli amori e le ossessioni e si parla della sua opera con la stessa forma mentis e la medesima condizione di giudizio che useremo per Simone Martini, Botticelli e Parmigianino. Evento gratuito. Prenotazione 0584 787251