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Scritto da antonio chimenti
Ce n'è anche per Cecco a cena
21 Dicembre 2024

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La Via del Mare – o Asse di penetrazione -, il nuovo tracciato che il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro vorrebbe realizzare da tempo per migliorare i collegamenti fra i cantieri della Darsena e la viabilità esterna alla città, per adesso non si farà. Con buona pace degli ambientalisti e di tutti coloro – e non sono certo pochi – che questo progetto lo vedono come il fumo negli occhi. Per realizzare questo tracciato occorrono diversi milioni di euro. Per i quali Del Ghingaro aveva strappato a suo tempo, all’allora governatore della Regione Enrico Rossi, qualcosa di più di generiche promesse. Ci fosse ancora Rossi alla guida del governo regionale, probabilmente i soldi sarebbero arrivati da tempo. E con essi, il via ai lavori. Sfortunatamente per i “Sì Asse”, alla guida della Regione adesso c’è Eugenio Giani. I cui rapporti con Del Ghingaro, in questi anni, sono stati a dir poco complicati. I due più volte si sono fatti fotografare assieme sorridenti – si pensi alle varie inaugurazioni del Carnevale -, ma quando si tratta di temi “sostanziali”, è tutto un bisticcio. La nomina del segretario dell’Autorità portuale regionale, la crisi dei pescherecci e, appunto, la Via del Mare: se uno dice bianco, l’altro risponde nero. Dubbi a questo punto ce ne sono più pochi: fino a che Del Ghingaro sarà sindaco (primavera 2026) o Giani governatore (almeno fino alla prossima primavera, poi si vedrà l’esito delle urne), i soldi dalla Regione non arriveranno. Occasione persa per la città? Qua la risposta è complicata. Ascoltando i “Sì Asse” e i “No Asse”, di ragioni da spendere ne hanno entrambi i fronti. Di sicuro quando si vedono quei giganteschi yacht trainati per le strade di Viareggio, sfiorando per pochi centimetri i muri delle case, viene naturale pensare che la viabilità attuale a disposizione della cantieristica navale sia inadeguata.
Ma anche gli ambientalisti meritano attenzione, quando sollevano dubbi (eufemismo) sulla bontà del progetto nella sua odierna stesura, che prevede il passaggio del tracciato dall’interno della pineta di Levante, uno dei polmoni verdi che di questa città è parte integrante e simbolo. E che semmai, al contrario, meriterebbe di essere riqualificata una volta per tutte, liberandola dagli spacciatori (tanto per dirne una).
E allora che si fa? Per ora nulla, ci pare di capire. Uno stallo che alla fine fa comodo a tutti: Del Ghingaro può dire “non è colpa mia se i lavori non partono”, Giani tiene le acque calme in vista delle elezioni, senza rischiare boicottaggi elettorali dall’area “verde” versiliese. E gli ambientalisti non possono che esser contenti all’insegna del “nessuna nuova, buona nuova”.
Palla in tribuna per adesso dunque, poi si vedrà. In perfetto stile italiano.

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