"La Lecciona non si tocca" e una folla di cittadini si riversa in piazza Mazzini con uno striscione di 100 metri - quando si dice di voler fare le cose in grande –. Lo scopo? Far cambiare idea all'amministrazione sulla costruzione della Ciclovia Tirrenica alla Lecciona.
Una decisione molto sentita dall'opinione pubblica viareggina, sin dal suo annuncio. Da una parte il sindaco e l'amministrazione che accusano gli oppositori di voler creare immobilismo e di essere contrari a prescindere e dall'altra i manifestanti che contestano snobismo decisionale e sorda autorità.
"Le motivazioni di questo flash mob risiedono nell'attuale progetto di costruzione della ciclovia -spiega Francesca Trasatti membro del coordinamento La Lecciona non si tocca -. Noi contestiamo all'amministrazione comunale una scarsissima attenzione per il verde e voler realizzare, con il falso mito del progresso, opere inutili e senza una logica attenta all'ambiente. Noi – continua Trasatti – come coordinamento abbiamo fatto presente che parallelo alla Lecciona c'è il tragitto del Viale dei Tigli. Il problema è che credo che questo non venga preso in considerazione perché di lì deve passarci l'altro progetto: l'asse di penetrazione, che sventrerà la pineta, ma faciliterà il passaggio degli yachts", conclude la manifestante.
"Stiamo applicando un percorso di lotta – racconta Michelangelo di Beo, membro del coordinamento di manifestanti –, nonostante l'estate calda e difficile con il Covid, abbiamo segnalato una serie di date. La prossima è il 4 settembre per una manifestazione cittadina aperta e traversale che non vuole solo mettere in campo, come spesso ci accusano, ideologie ambientaliste, ma porteremo le motivazioni nel merito che ci spingono a proporre il passaggio della ciclovia dal Viale dei Tigli".
Avete letto il post del sindaco?
"Sì. Ma noi non interessa lo scontro diretto – risponde di Beo – Il no alla ciclovia per la Lecciona che è trasversale e accoglie diverse aree di pensiero e politiche. Noi per scelta abbiamo scelto di rimanere sui contenuti tecnici delle nostre obiezioni. Il sindaco ci etichetta come ambientalisti incalliti, estremisti dell'ultimo minuto e storici, ma queste uscite pubbliche sono per far capire che noi abbiamo e continuiamo a chiedere confronti nel merito e riceviamo attacchi politici. Noi invitiamo il sindaco e l'amministrazione di nuovo a un confronto. Ancora non abbiamo avuto occasione di essere sbugiardati, anzi, con le nostre ricerche, misurazioni, studi tecnici e consultazioni con esperti del parco di San Rossore, presenti e passati, abbiamo anche un po' messo in difficoltà la decisione dell'amministrazione. Forse – conclude il manifestante – se si ascoltasse un pochino la città e se si cercasse di capire le motivazioni nel merito delle cose si avrebbe un confronto più pacato".
Foto di Alfredo Scorza