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Scritto da lucia paolini
Cronaca
18 Febbraio 2022

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Dopo la visita in cittadella alla scoperta dei bellissimi carri, non potevo non andare alla ricerca di una delle realtà più interessanti e particolari del carnevale di Viareggio: i Burlamatti.

Durante la sfilata del corso mascherato, tra carri di prima categoria, carri di seconda, mascherate di gruppo e maschere isolate, esistono anche quelle che vengono chiamate le carrette aggregative.

Vari rioni partecipano in questo modo alla sfilata, portando la voce più “popolare” del carnevale lungo i viali. Tra queste, esiste una carretta completamente diversa, che non si collega a nessun rione, autogestita e che vive oramai da ben vent’anni.

Tutti i viareggini conoscono come è nato il carnevale di Viareggio, la storia che si tramanda è che un gruppo di ragazzi della Viareggio bene, con la voglia di fare festa, durante il giorno di martedì grasso, decise di sfilare lungo la via Regia con carri e carrozze agghindate a festa. Un’azione spensierata che è diventata anno dopo anno la manifestazione artistica che conosciamo. Questo spirito, antico, un po’ retrò e sicuramente goliardico, lo possiamo ritrovare nei Burlamatti, che nonostante le mille difficoltà ogni anno riescono a creare la loro carretta e a mantenere questa gioia e questo divertimento vivido.

In compagnia dell’immancabile Alfredo, che ha fatto le fotografie di questo articolo, siamo andati a trovarli al cantiere sociale versiliese, dove stanno ultimando gli ultimi particolari.

Ci accoglie Simone Pucci che ci racconta a cosa stanno lavorando “il carro di quest’anno, si rifà come sempre alla valorizzazione  delle canzoni del carnevale. Abbiamo preso spunto da una canzone di Pierino Ghilarducci, sapore di carnevale, e abbiamo rappresentato il nostro stemma in versione cuoco. Noi saremo tutti vestiti da cuoco. Giro giro sul carro ci sono tutte le vecchie ricette viareggine e si possono proprio fare, ci sono gli ingredienti e le misure”.

Purtroppo non possiamo fotografare le ricette perché sono, insieme con la base della “carretta”, nel campo accanto alla cittadella. Sembra incredibile, ma la situazione è proprio questa, ospiti in uno dei capannoni del cantiere sociale versiliese, i Burlamatti, lavorano qui la cartapesta e la struttura in ferro per poi spostarsi nel campo accanto alla cittadella per assemblare il tutto. Mi viene naturale chiedergli se dopo vent’anni non sarebbe possibile avere un posto un po’ più “comodo” , magari proprio all’interno della cittadella del carnevale “sarebbe bello, ma è un po’ un’utopia. La cittadella è un luogo di lavoro, è legato al mondo del lavoro, tutto quello che facciamo noi è diverso, è finalizzato alla domenica a stare insieme, ballare e divertirci.” Mentre Simone Pucci mi racconta queste cose, mi rendo conto dello spirito di cui mi parla, guardando le persone che stanno lavorando intorno a me,  probabilmente sono appena uscite da lavorare e prima di andare a casa dedicano un po’ del loro tempo a portare avanti questo piccolo folle sogno. “ Siamo una realtà autogestita e non è che se qualcuno viene qua a lavorare poi non paga, anzi, se manca qualche cosa, che sia un pennello o altro, lo compra chi viene a lavorare. E’ una cosa alla quale teniamo, stiamo attenti a non prendere sponsor, siamo completamente autogestiti”. Dopo poco ci raggiunge anche il presidente dei Burlamatti, Simone Salvati e scherziamo un pochino sui numeri. Due sono infatti le caratteristiche di questo gruppo, il numero spropositato di persone di tutte le età che sfilano con loro e i quintali di coriandoli che riescono a fare volare in aria durante il corso mascherato, “le coriandolate” le chiamano scherzosamente.

“Quest’anno ci hanno dato solo un centinaio di tessere, per via del covid e per i coriandoli, che dire, quella è una delle cose che ci contraddistingue, non ci crederai ma una parte li autoproduciamo” . Mi indica il fondo del capannone, invaso da grossi sacchi di plastica, pieni di striscioline di carta, coriandoli tagliati a mano. C’è indiscutibilmente della follia e della magia in tutto questa operosità. Chiedo al Salvati come si trovano al cantiere sociale versiliese “ questa è la nostra isola felice. Qua è fantastico, pur non potendo ospitare l’intera carretta, l’ambiente è unico, perché ci si da una mano tra le varie associazioni. In realtà è proprio grazie a queste stanze se siamo riusciti a continuare. Se fossimo rimasti all’aperto, avremmo smesso perché era dura lavorare. Anche per quanto riguarda la sicurezza. L’anno che abbiamo avuto problemi con un pezzo che si staccò fu proprio perché la caretta era stata fuori alla pioggia per giorni e giorni e era veramente difficile lavorarci”.

La tradizione in piccolo del carnevale si respira anche qua, i più vecchi che insegnano ai più giovani. Spesso anche alcuni carristi e artisti si sono avvicinati e hanno dato aiuto e sostegno, Iacopo Gori, Edoardo Ceragioli, giusto per ricordarne alcuni. Lo scorso carnevale i Burlamatti non hanno sfilato per via del covid e quest’anno “ è stata un pochino più dura perché l’ok ce l’hanno dato un mesetto fa e abbiamo dovuto cambiare in corso d’opera. Abbiamo dovuto modificare il bozzetto che doveva essere i coltellacci. Era un lavoro troppo grande e non ce l’avremmo mai fatta. Abbiamo deciso di fare una cosa più piccola” Spiega Salvati e Pucci conclude “ secondo noi è importante di questi tempi dare anche un messaggio di divertimento. Ci siamo impegnati a fare un carro più piccolo, ma che desse un segnale, che ricordasse l’importanza di tornare a divertirci.” In realtà i Burlamatti, non sono solo divertimento, negli anni la loro tecnica nella lavorazione della cartapesta e nella costruzione si sta piano piano affinando. Impegnati anche nel sociale, spesso hanno realizzato laboratori di cartapesta negli eventi legati al quartiere varignano. Andando via mi chiedono di ringraziare assolutamente Alessandro Giannetti e tutti i ragazzi del DadaBum che li hanno aiutati con le stampe delle ricette e il Bonetti che è sempre disponibile a dargli una mano.

Tanti cuori che lavorano insieme e tante mani che si aiutano, una piccola carretta che esplode di coriandoli ricordando a tutti che il significato del carnevale non è solamente nella bellissima arte dei maestri carristi ma anche nello spirito di gioia e follia di chi, come dice una splendida canzone “accosterà ogni dì
al volo di un coriandolo
vol dì che è nato qui.”

Foto di Alfredo Scorza

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