C'era una nutrita schiera di rappresentanti di svariate categorie lavorative, stamani in piazza Nieri e Paolini, per manifestare pacificamente, ma con puntiglio alla mancata attenzione delle istituzioni nei confronti del mondo del lavoro.
Diversi slogan campeggiano sui manifesti tenuti in bella mostra dalle mani operose di chi, a oggi, si vede costretto a non poterle più usare come vorrebbe, quelle mani: “ristori adeguati”, “salute e lavoro possono coesistere”, e ancora “siamo chiusi da 365 giorni”.
Poi finalmente ha inizio la manifestazione, che vede aprire il dibattito al responsabile di Confesercenti Lucca, Daniele Benvenuti, il quale dà l'incipit: “Noi come Confesercenti abbiamo proposto diversi protocolli per gli imprenditori, al fine di venire incontro allo stato in una situazione di emergenza – scandisce al megafono – E' però altrettanto doveroso sottolineare come la salute e l'economia debbano andare a braccetto perché, altrimenti si resta sani ma non si mangia”.
Benvenuti lascia la parola all'assessore Meciani, per doveroso contraddittorio, e la sua dichiarazione lascia trapelare speranza per l'immediato futuro: “La fine di questa emergenza è vicina grazie ai vaccini. Dobbiamo incalzare il governo sull'argomento vaccinazioni: solo così riusciremo a fronteggiare il nuovo aumento dei numeri dei contagi”. Chiosa poi l'assessore con un ringraziamento: “ Sentite grazie alle associazioni di categoria per una comunicazione leale e trasparente”.
L'elenco di richieste di tali associazioni sono molteplici. Se ne fa portavoce il presidente di ConfCommercio Viareggio, Piero Bertolani: “Chiediamo adeguati ristori su base fatturato; riapertura in sicurezza, che siamo perfettamente in grado di garantire grazie a negozi che sono veri presidi sanitari; moratoria fiscale per tutto il 20/21, con contestuale proroga del pagamento dei mutui, blocco degli sfratti e taglio del cuneo fiscale per le imprese e – a dimostrazione di una spiccata volontà collaborativa – la vaccinazione degli addetti ai lavori e un passaporto sanitario europeo”.
Prendono la parola successivamente i rappresentanti delle specifiche categorie: Federalberghi, sottolineando l'esigua posizione di privilegio, che però fattualmente si è concretizzata in soli due mesi estivi di lavoro, si dice unita con chi ha chiuso; Emiliano Cerri, presidente del S.I.L.B., fa presente che “ le discoteche sono gli esercizi più penalizzati, ed un 30% delle sale non potrà riaprire: chiediamo protocolli per garantire un divertimento sicuro”.
Sulla sicurezza batte anche chi è proprietario di palestre, visto che l'aerazione di tali locali è garantita, così come la distanza di sicurezza, che non cambia rispetto ad altri locali.
Non poteva mancare un parere della Federazione Italiana Cuochi, coi ristoranti nel bel mezzo di innumerevoli difficoltà: “ E' evidente che i contagi non passano dai ristoranti – tuona il portavoce – in virtù dell'aumento di casi proprio adesso che siamo costretti a star chiusi. Non si muore solo di COVID, ma anche e soprattutto di povertà”.
Al termine di tutte le prese di posizioni esposte, Piero Bertolani ribadisce un concetto condiviso da tutti, ovverosia quello di una riduzione di tasse che, in virtù di mancata produzione lavorativa, non hanno senso di permanere a pieno incasso: “ è importante che il comune valuti una riduzione della TARI, che è un servizio di cui momentaneamente non possiamo fruire come ci auspicheremmo di fare al più presto”.
La volontà di un dialogo costruttivo è parsa il leit motiv della mattinata: adesso gli imprenditori sperano di non dover rimanere travolti dalle nuove ondate, visto e considerato che da un anno a questa parte si trovano ad annaspare con l'acqua alla gola.
Foto Alfredo Scorza