Di polemiche sterili si nutre l'uomo del ventunesimo secolo. Non solo, lo stesso, è poi in grado di stravolgere una cosa bella trasformandola in una vera e propria discussione discostando così il pensiero dal punto centrale della questione.
È accaduto per il progetto di un centro di ascolto nato a Lucca nell'ultimo periodo come supporto per tutte le vittime psicologiche che la pandemia ha causato.
Lo scandalo nasce nel momento in cui la locandina diventa pubblica: tre figure rappresentate con accanto le descrizioni "Un lavoratore, un padre che guarda speranzoso al futuro", "Sua moglie, la sua famiglia" e "Suo figlio, il suo futuro".
Accusato di sessismo, l'ideatore porge le sue sentite scuse per un gesto che tutto voleva essere tranne che una sottovalutazione della donna. Nell'immagine però non viene assolutamente descritta come una figura capace "solo" di essere una moglie e una madre. E poi, cosa ci sarebbe di male a esserlo? O al contrario, cosa ci sarebbe di male a non esserlo? Sono scelte e, fino a prova contraria, viviamo in un Paese libero. Nel senso, la stragrande maggioranza delle Donne, di quelle con la D maiuscola, lavorano, hanno ambizioni di ogni tipo e fanno di tutto per raggiungerle, una carriera da portare avanti e sì, anche una casa e una famiglia da gestire. Così come gran parte degli uomini.
Non è obbligatorio essere madri per essere felici, così come non lo è non esserlo. Il padre, poi, viene identificato come solo lavoratore e potrebbe allora offendersi anche l'uomo in quanto ne esistono tantissimi che contribuiscono in egual modo all'educazione dei figli, magari mettendo da parte i loro sogni pratici. Potrebbero ritenersi offesi gli omosessuali che, vedendo raffigurata una famiglia "tradizionale" - se così vogliamo impostarla - avrebbero dunque il diritto di sentirsi esclusi.
Prima o poi dovremmo svegliarci e guardare in faccia la realtà: gli uomini lavorano, le donne anche, gli uomini stanno a casa a guardare i figli, le donne anche. Gli uomini aiutano nelle faccende, le donne anche. Chi più chi meno, ovviamente, ma non perché si è nati geneticamente diversi, principalmente perché educativamente siamo cresciuti con questo pensiero. Poi, ovviamente, contano l'indole e la capacità, ma non esclusivamente il sesso.
Le lotte femministe sono state importantissime per arrivare dove siamo adesso e, con tutte le ragioni del mondo, migliaia di donne sono scese in piazza rischiando la vita per combattere ciò in cui credevamo. E avremmo ragione a farlo anche noi contro la violenza e le discriminazioni.
Non per una locandina ingenuamente ideata sulla concezione di famiglia "patriarcale". Probabilmente le persone veramente impegnate a lavorare e far crescere i figli non avrebbero tempo di passare la giornata commentando un disegno.
Prima di scatenare il caos su un manifesto, nato tra l'altro per un motivo ben più grande, si dovrebbero ripassare - meglio se studiare - i concetti di rispetto e educazione. Sono questi i fattori importanti, sono questi che distinguono una brava persona. Che tu sia un uomo, una donna, che ti piaccia uno oppure l'altro sesso, chiunque tu voglia accanto per il resto della vita, ciò che conta è essere in grado di considerare al pari i bisogni altrui. E se ci riesci hai già vinto.