Momi è stato assolto: la cassazione ha confermato la decisione del tribunale di primo grado per il ristoratore fiorentino, che nel corso della pandemia non ha mai chiuso nonostante i decreti anti-Covid.
Mohamed El Hawi, proprietario del ristorante-pizzeria Da Tito a Firenze, era stato portato in tribunale a maggio dello scorso anno con l’accusa di aver violato molteplici volte i sigilli posti dalla polizia municipale all’ingresso del suo ristorante.
“Si è trovato di fronte a una situazione di scelta, fallire o sopravvivere: Momi ha scelto di sopravvivere- ha spiegato l’avvocato Lorenzo Nannelli- Così ha iniziato la battaglia seguita in Italia da molti ristoratori e confluita nella formazione del movimento IoApro”.
Già lo scorso anno il ristoratore italiano di origini egiziane era stato assolto dal giudice Paola Belsito, che aveva riconosciuto lo stato di necessità in cui lo stesso si trovava e ha sottolineato la tenuità del fatto. Non è stato però d’accordo il pubblico ministero, che ha proceduto con un ricorso per cassazione.
Il ricorso, volto a spiegare che non si trattasse di un reato di poca consistenza, è stato ritenuto inammissibile dalla cassazione: Momi è quindi stato assolto dalle accuse che gli erano state rivolte.
“Siamo molto soddisfatti: è passato il principio, tanto caro a IoApro, di lavorare per sopravvivere, disobbedire per sopravvivere- ha commentato Nannelli- Si è trattato di una battaglia personale portata avanti per principi ideologici: spesso, quando la magistratura dà ragione a certe ragioni di principio, la soddisfazione è doppia”.