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Scritto da Redazione
Cronaca
16 Settembre 2021

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Stamattina si è conclusa un’operazione antidroga condotta dalla polizia nei confronti di un sodalizio dedito, in via continuativa, alla cessione di cocaina in favore di cittadini italiani, spesso insospettabili professionisti.

Il sodalizio riceveva le ordinazioni e poi provvedeva alla consegna dello stupefacente a domicilio, evitando in questo modo che i clienti venissero controllati con lo stupefacente; le cessioni venivano effettuate sempre trasportando piccole quantità al fine di poter addurre in caso di controlli quale giustificazione l’utilizzo per fini personali. 

Dall’attività è emerso che alcuni clienti lasciavano addirittura la tessera bancomat e gli spacciatori provvedevano a ritirare direttamente il corrispettivo, dopo la cessione dello stupefacente.

Nel gruppo, capeggiato da una ragazza italiana di Viareggio S.S. classe 1996 che si faceva chiamare “la Marocchina”, era coinvolta anche la madre di quest’ultima, C.A. classe 74, la quale, oltre ad aiutare la figlia nell’organizzare le cessioni, provvedeva direttamente a consegnare lo stupefacente ai clienti, nonché il compagno S.S., un cittadino magrebino che si occupava di consegnare lo stupefacente presso l’abitazione della donna. 

Dall’attività tecnico-investigativa è emerso che la pusher ha effettuato diverse cessioni persino portando con sé i figli di 1, 2 e 4 anni, escamotage adottato al fine di eludere eventuali controlli, come il fatto di essere regolarmente assunta presso un’impresa di pulizia, attività che, come dalla stessa asserito in una conversazione captata, serviva “da copertura”.

La donna si riforniva da un gruppo di tunisini e marocchini che operavano in Viareggio nella Pineta di Ponente ed incassavano dalle cessioni circa 1500 euro al giorno.

Anche durante il lockdown la stessa ha continuato ad effettuare le consegne autocertificando di recarsi al cimitero di Viareggio per fare visita ai suoi cari.

Nel corso dell’attività d’indagine non sono mancate intimidazioni ai clienti che avevano accumulato debiti, al fine di regolarizzare i pagamenti.

La “marocchina”, al fine di vanificare eventuali perquisizioni da parte delle forze dell’ordine all’interno del proprio appartamento, aveva nascosto lo stupefacente e la somma provento dell’attività di spaccio in una cantina posta a sua disposizione da terzi.

All’esito dell’attività di indagine, coordinata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Lucca che ha prontamente richiesto ed ottenuto dal G.I.P. l’emissione di misure cautelari nei confronti degli indagati, nella mattinata odierna la squadra mobile della questura di Lucca, coadiuvata da personale del commissariato di pubblica sicurezza di Viareggio e da un equipaggio della polizia municipale di Viareggio, ha tratto in arresto in esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere J.M. marocchino classe 97, D.A. tunisino classe 82, D.W tunisino classe 90, D.H. tunisino classe 83. Nel corso dell’operazione è stata, altresì, sottoposta alla misura degli arresti domiciliari S.S. detta la “Marocchina” mentre è stato applicato l’obbligo di dimora nei confronti di C.A. classe 75 e A.E. italiano classe 1995.

Alla donna detta la “Marocchina” non è stata applicata la custodia cautelare in carcere in ragione del fatto che è mamma di tre bimbi in tenera età. 

Nel corso della perquisizione è stata rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente tipo cocaina suddivisa in dose e bilancini di precisione.

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