Il reparto di Medicina d'urgenza e pronto soccorso dell'ospedale Versilia ha fornito un contributo determinante nella ricerca scientifica per migliorare la gestione e la cura dell'embolia polmonare acuta.
Negli ultimi due anni, infatti, la struttura, diretta da Giuseppe Pepe, ha seguito 215 pazienti con embolia polmonare nei 30 giorni successivi alla diagnosi, con l'obiettivo di comprendere meglio gli esiti clinici dei trattamenti ricevuti. I dati raccolti sono entrati a far parte dello "Studio Cope", promosso dall’Università degli Studi di Perugia, dalla Fondazione "Per il tuo cuore onlus" di ANMCO (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), e condotto in collaborazione con FADOI (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) e SIMEU (Società italiana di medicina di emergenza-urgenza).
Lo studio è stato condotto in circa 200 ospedali in tutta Italia, in strutture di cardiologia, medicina interna e medicina di emergenza-urgenza. La struttura di pronto soccorso dell'ospedale Versilia è stata la seconda in Italia per pazienti arruolati nello studio, a cui vanno aggiunti i 71 pazienti inseriti dalla struttura di Medicina d'urgenza e pronto soccorso degli Spedali riuniti di Livorno, i 23 della struttura di Malattie cardiovascolari dell'ospedale “Lotti” di Pontedera, i 13 della struttura di Medicina generale dell'ospedale di Piombino, i 12 della struttura di Medicina generale degli Spedali riuniti di Livorno, i 9 della struttura di Medicina generale dell'ospedale di Cecina e i 2 della struttura di Medicina generale dell'ospedale Versilia, che portano così a 345 i casi che l'Azienda USL Toscana nord ovest ha portato a sostegno di questa importante ricerca medico-scientifica.
Come si legge sul sito dell'ANMCO, "lo studio Cope è uno studio nazionale che ha raccolto dati sulla gestione clinica in Italia dei pazienti con embolia polmonare, una patologia comune e potenzialmente fatale. La mortalità a breve termine varia dall’1% fino ad oltre il 30% nel corso del ricovero. L’impiego nella pratica clinica delle diverse strategie disponibili per la diagnosi, la stratificazione del rischio e la terapia dell’embolia polmonare ed il loro impatto sulla mortalità non sono noti".
Ecco quindi che i dati ottenuti dalla ricerca in corso consentiranno di valutare l’utilizzo dei nuovi farmaci antitrombotici, l’attuale pratica clinica e le strategie di diagnosi e stratificazione del rischio su oltre 5mila pazienti in tutta Italia.
"A livello nazionale siamo la seconda struttura per pazienti arruolati nello studio COPE - dice Giuseppe Pepe, direttore della Medicina d'urgenza e pronto soccorso dell'ospedale Versilia - secondi solo all'Azienda ospedaliera di Perugia, ente coordinatore dello studio e già autorevole guida internazionale nell'ambito delle cure all'embolia polmonare. E' in corso la preparazione di una pubblicazione che sarà presentata al prossimo congresso della Società europea di cardiologia. Crediamo in questo modo di essere riusciti ad accreditarci non solo come fondamentale presidio di prima linea alla lotta al Covid-19, ma allo stesso tempo anche come centro di ricerca scientifica. Per questo voglio ringraziare tutti i medici e gli infermieri del pronto soccorso che hanno permesso questo prestigioso risultato".