Con la scusa di fomentare il razzismo, nascondono la verità e la realtà agli italiani. Questi sono i giornalisti del Pensiero Unico Dominante, delle televisioni nazionali e dei giornali che non legge più nessuno. In Francia, a Crépol, nei pressi di Grenoble, un gruppo di giovani che la stampa nostrana definisce 'venuti da quartieri difficili delle città vicine', ha attaccato una festa di paese provocando la morte di un 16enne colpito con coltelli e altre armi bianche al torace e alla gola e altri feriti tra cui, almeno tre, gravissimi. E' stata una vera e propria caccia al bianco portata avanti da giovani cresciuti nelle banlieu delle città francesi dove, ormai, anche la polizia evita di entrare e dove vige la legge della sharia.
La vittima aveva appena 16 anni, giocava a rugby, era uno studente come tanti altri che amava la vita e lo sport. Che cosa diranno, adesso, le autorità politiche ed amministrative d'Oltralpe, i sostenitori del cosiddetto très bien vivre ensemble? Gérald Darmanin (nella foto), ministro dell'Interno, qualche tempo fa aveva attaccato il governo italiano e il primo ministro Giorgia Meloni sulla gestione dei clandestini: “La signora Meloni, primo ministro italiano di estrema destra, scelta tra gli amici di Marine Le Pen, è incapace di gestire i problemi migratori per i quali è stata eletta”.
Peccato che adesso, dopo questa mattanza razzista alla rovescia sulla quale tacciono i giornalisti leccaculo del mainstream e gli intellettuali da prendere a calci nel culo, lo stesso ministro francese se ne sia uscito con parole che suonano profetiche per l'Occidente tutto e, salvo i soliti sordi idioti e imbecilli verniciati di rosso o seguaci di papa Francesco, anche per il nostro Paese intento ad affrontare una invasione senza limiti: "Siamo al fallimento generale della nostra società". Parole gravissime, che dimostrano come il nemico, ormai, non solo sia alle porte, ma, addirittura, dentro casa. La Francia è sull'orlo del collasso e la gente, ebrei in primis, ha paura ad uscire per strada e di imbattersi nella violenza. In Italia non siamo ancora a questo livello, ma poco ci manca.
Si parla di Giulia Cecchettin, giustamente, ma non una parola per questo ragazzo di 16 anni che è il martire di questa guerra tra civiltà o, meglio, tra la civiltà nostra, democratica e liberale, e l'inciviltà che caratterizza coloro che non si sono mai integrati e nemmeno ci hanno mai pensato.
Se a qualcuno, questo ragazzo fatto a pezzi, può dire grazie, è ai politicanti progressisti della Guache francese, alle associazioni che si battono per una integrazione che non esiste, a chi ha scelto la sottomissione e l'accoglienza al posto di una sana protezione delle proprie abitudini e del proprio stile di vita. Troppo tardi, ormai, intervenire. La fine è segnata. Laurent Obertone aveva visto giusto: se non ora, fra poco toccherà a noi difenderci da chi vuole estirpare la razza bianca dalla società.
E allora vedrete che non ci sarà bisogno dei radical chic, ma di gente disposta a scendere in piazza e a combattere per la propria libertà.