Si è svolta questa mattina al cospetto delle autorità e di un piccolo capannello di cittadini e stranieri curiosi, la celebrazione alla memoria di Inigo Campioni con la deposizione della corona, tributo della città di Viareggio, e l'alza bandiera sulla piazza a lui dedicata.
Commosse le parole del capitano Alessandro Russo che ricordando Campioni ha citato la frase celebre che Campioni disse poco prima di venire fucilato il 24 maggio del 1944 nel poligono di tiro di Parma, insieme al contrammiraglio Luigi Mascherpa: "Bisogna saper offrire in qualunque momento la vita al proprio Paese, perché nulla vi è di più alto e più sacro della Patria".
Presente per rappresentanza dell'amministrazione e del sindaco, l'assessore Meciani che ha preso un impegno davanti alla popolazione: “Voglio prendermi un impegno - ha detto Meciani - alla soglia degli '80 anni dalla sua morte, dobbiamo valorizzare e portare questo ricordo nelle scuole e tra i più giovani. La sua memoria non può e non deve essere trascurata”.
Presente il presidente dell’A.N.M.I. Maurizio Tonazzini e varie autorità civili e religiose.
Una celebrazione sobria che tra i ringraziamenti generali, si è conclusa con la preghiera del marinaio; occhi lucidi e ricordi nelle menti di tutti i presenti.
Presente alla celebrazione il pluricentenario Gustavo Bellanzini, unico superstite della corazzata Roma affondata dai tedeschi il 9 settembre del 1943. “Fu una tragedia pazzesca - ha ricordato Bellanzini –. Fui recuperato e portato a Mahon a Minorca. Quella corazzata io l’ho vista nascere e purtroppo l’ho vista anche morire”.
Anni che sembrano lontani, ma durante queste manifestazioni si ha un reset del tempo e nonostante la velocità della vita, ci si rende conto di quanto queste guerre siano ancora cicatrici indelebili nelle vite di tutti.
Pertanto, per non dimenticare, chi era Inigo Campioni?
Inigo Campioni era un ammiraglio che prestò servizio in marina durante la Seconda guerra mondiale. Nato a Viareggio il 14 novembre del 1878, venne fucilato a Parma il 24 maggio del 1944. Comandò la flotta italiana durante i primi sei mesi di conflitto bellico, ma dopo i fatti di Punta Stilo e Capo Teulada, il suo approccio venne considerato troppo prudente e venne sostituito.
In molti considerano corrette le intenzioni di Campioni che era ben cosciente dell'inferiorità tattica della marina italiana, non dotata di portaerei e con scarsissima coordinazione con l'Aeronautica Militare, che infatti a Punta Stilo bombardò le stesse unità italiane.
Nel 1941 andò in pensione e divenne governatore del Dodocaneso. Si trovava a Rodi durante gli attacchi del ‘43 e combatté per difendere l’isola dalle truppe tedesche, purtroppo senza successo. Firmò la resa l’11 settembre. Dopo un processo farsa, che venne chiamato successivamente il processo degli ammiragli, venne dichiarato colpevole. Il reato imputato? Alto tradimento! Che consisteva nell'aver obbedito agli ordini del legittimo governo italiano ed aver difeso Rodi dall'invasione tedesca. Condannato a morte mediante fucilazione al petto, anziché alla schiena, la sentenza fu influenzata direttamente dalla volontà di Mussolini, che voleva puntare il dito contro la Marina come causa principale della disfatta italiana. Poco prima di morire le celebri parole che sono state ricordate quest’oggi: “Bisogna saper offrire in qualunque momento la vita al proprio Paese, perché nulla vi è di più alto e più sacro della Patria”.
Viareggio ha dedicato da anni una piazza al suo concittadino, la porta d’ingresso del salotto buono della città, la Passeggiata.