Con Alberto ho solo una foto scattata il suo primo giorno di lavoro a Viareggio, eppure siamo stati tanto tempo insieme, a lavorare, a fare conti, a far quadrare bilanci. Con educazione e un sorrisetto a mezza bocca mi ha detto tanti no, quando osavo qualcosa di più di una granitica, a volte esagerata, prudenza amministrativa.
Alberto è stato in questi anni il vero artefice di tutte le sistemazioni contabili, che hanno fatto uscire Viareggio dal dissesto, regalando nel contempo anni di ricchi investimenti. Da una voragine di debiti ha fatto trovare alla città una miniera di opportunità.
Nessuno se ne deve prendere il merito perché è davvero in gran parte suo.
Questo modo educato e rispettoso di stare insieme ai numeri, lo ha sempre ripetuto nei nostri rapporti personali, un garbo un po’ timido, fermo e cortese, che raccontava com’era Alberto in realtà: un uomo d’altri tempi, competente, leale, onesto.
Gli ho voluto bene fino che, compito, si è presentato al lavoro e gliene voglio ancora di più oggi per l’esempio che ci ha dato nell’affrontare con fede e serenità un avversario che sapeva essere più forte e crudele di lui.
Non era preoccupato per se stesso, ma per la sua famiglia, che ha protetto fino all’ultimo, senza risparmiarsi. Così come si è preso cura dei suoi cari lo ha fatto col suo lavoro, sempre, con un’attenzione professionale quasi affettuosa.
Esistono ancora gli uomini delle Istituzioni e Alberto Bartalucci è stato uno di questi.
Onore a lui.
Alberto Bartalucci aveva 65 anni e viveva a Livorno.