La pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 69% degli psicologi toscani, rispetto all’era pre-Covid. Lo riporta un report stilato dallo stesso "Ordine regionale", prendendo in esame il periodo compreso *tra marzo 2020 e febbraio 2022.* A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata *in particolare la fascia degli adolescenti,* mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano *ansia e depressione,* seguiti a ruota da *problematiche relazionali.
“Un quadro tristemente composito - commenta la presidente *Maria Antonietta Gulino *- che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute psicologica dei toscani durante questi due anni di Covid. *L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche*, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio”.
*L’indagine è frutto di un questionario a cui hanno risposto 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana *e che svolgono regolarmente attività clinica in tutte le province del territorio. I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato.
Più nel dettaglio, il 36% degli psicologi intervistati ha dichiarato che l’aumento delle domande da parte dei pazienti è stato contenuto fino ad un + 20%, mentre un 33% di professionisti riporta un incremento anche superiore a questa soglia.
*La pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, *acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,38% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali e/o scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare.
Nella scala delle* principali preoccupazioni riportate* campeggiano la *paura del futuro,* indicata dal 40% degli psicologi, il *timore dell’abbandono e della solitudine *rilevata dal 26,9%, *paure delle malattie e della morte *dal 15,2%, *paura per le relazioni extra-familiari* dall’8,8%, paura per i propri *familiari* dal 6,6% e paura di perdere il *lavoro *dal 2,1%.
Un altro fronte aperto che desta *preoccupazione *è quello relativo a *come il Covid abbia inciso sulla qualità della vita dei più piccoli.* Per i bambini, infatti, il 67,5% degli psicologi che si occupa di bambini annota un aumento delle domande di presa in carico rispetto al periodo pre-pandemico. I nodi più diffusi sono ansia, problemi relazionali, sintomi depressivi, fobie sociali e disturbi del comportamento alimentare.
*La fascia che *però *in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, *che fa segnare una c*rescita delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti *campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare.
Per quanto riguarda gli* anziani, l’incremento medio delle richieste è testimoniato dal 34% degli psicologi*, con valori che oscillano di provincia in provincia. In questo caso le situazioni maggiormente ricorrenti sono state identificate in sintomi depressivi, stati ansiosi, problematiche relazionali, disturbi del sonno e fobie sociali.
Alla luce del report, il *90% degli psicologi ritiene che la pandemia abbia aumentato i conflitti relazionali, *inasprendo situazioni preesistenti e favorendo una decisa impennata di separazioni e divorzi, riportata da almeno il 40% dei professionisti che ha compilato il questionario.
Il forte cambiamento innescato dal virus anche in relazione ai ritmi lavorativi non ha soltanto introdotto e potenziato nuove modalità di approccio lavorativo, come lo smartworking, ma il *49% degli psicologi ha registrato che i propri pazienti si sono trovati a dover intraprendere una nuova occupazione.*
L’indagine rivela inoltre come il turbamento psicologico prodotto dalla pandemia abbia *incrementato anche i comportamenti a rischio, *come testimonia il 60% degli psicologi. Il ricorso a *droghe e gioco d’azzardo, così come quello all’alcool e al fumo, si rivela pericolosamente in crescita.* Nell’area nord ovest della Toscana si osservano le percentuali più alte di psicologi che hanno dichiarato di aver assistito ad un aumento di comportamenti a rischio.
*Gli aumenti più rilevanti sono stati segnalati dai professionisti che lavorano nelle province della costa Toscana, con Lucca (70% degli psicologi), Livorno (69% degli psicologi) e Pisa (63% degli psicologi).*
*Ristoranti, cinema e musei, infine, rappresentano i luoghi che i pazienti hanno avuto più difficoltà a frequentare* (secondo quanto afferma il 34,5% del campione).
“Il maggior grado di isolamento sociale - conclude *Gulino *- è stato registrato nella fascia compresa tra i 13 e i 35 anni. Dal report emerge nitidamente come siano stati prima di tutto gli adolescenti a patire il contraccolpo psicologico maggiore. L’indagine, lunga e scrupolosa, ci consente adesso di approntare soluzioni più centrate e condivise per ripristinare quel grado di benessere perduto con la pandemia. Una missione che l’Ordine intende assumersi con tutte le proprie forze”.
Covid, gli psicologi: "In due anni, impennata di richieste di aiuto per i bambini e dilagante disagio tra gli adolescenti"
Scritto da Redazione
Cronaca
10 Maggio 2022
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