Il collegio docenti del Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci scrive una lettera all’ambasciatore russo per dire «No alla guerra» e nell’Istituto è stata issata la bandiera della pace. I docenti scrivono: «Egregio Ambasciatore, siamo molto colpiti e impressionati da ciò che sta avvenendo in questi giorni in territorio ucraino e che vede coinvolte le truppe militari della Federazione Russa. Le chiediamo di farsi portavoce presso il suo Governo del nostro appello, che siamo certi, non sia l'unico a giungere dall'Italia e da cittadini italiani: cessino le attività ostili messe in atto sul territorio dell'Ucraina e che mettono a repentaglio la vita di tanti civili, in particolare i più deboli: bambini, anziani, donne.
La guerra – continuano gli insegnanti - porta solo dolore e morte per i popoli; qualunque sia la motivazione che abbia dato origine alla vostra reazione militare deve trovare soluzioni che non facciano ricorso alla forza, sempre inammissibile.
Vi preghiamo perciò di desistere da ogni iniziativa militare. Si tratta, inoltre, di comportamenti che, sappiamo, rischiano di macchiare indelebilmente la reputazione del vostro grande Paese. Le chiediamo anche di farsi portavoce verso il popolo russo: ammiriamo la storia e la cultura della vostra grande nazione, ma in questi giorni in Italia stiamo tutti soffrendo per la vostra presenza militare in Ucraina.
Noi italiani crediamo fermamente nella pace e nel dialogo per risolvere le controversie tra i popoli, così come è enunciato nella nostra Costituzione.
Riponete le vostre armi – concludono i professori - per il bene del popolo ucraino, del popolo russo, dell'Italia, dell'Europa e del mondo intero». Anche gli studenti del Liceo Scientifico si schierano con gli insegnanti per dire Stop alla guerra e aggiungono: «Siamo vicini a tutti gli studenti ucraini che stanno vivendo attimi di terrore. È impensabile nel 2022 dover ricorrere ancora alle armi. Cessate il fuoco. Ci siamo riuniti – concludono gli alunni del Barsanti e Matteucci – per organizzare un sit-in ed esprimere pubblicamente la nostra solidarietà all’Ucraina».