"Trasferita Donatella Francesconi: facciamoci sentire". Inizia così l'appello arrivato con un comunicato a firma del Comitato per la salvezza della pineta di Viareggio con cui si contesta la decisione della direzione livornese del quotidiano Il Tirreno che ha trasferito, a partire da domani, la giornalista Donatella Francesconi alla redazione di Massa e Carrara dopo anni e anni di militanza viareggina. Che dire? Noi ricordiamo la Donatella Francesconi per una denuncia-esposto che ci fece all'ordine dei giornalisti per un titolo che non aveva gradito, senza nemmeno avvisarci: un colpo alle spalle, ma ci siamo abituati. Ecco il testo della nota inviata dal comitato che invita i lettori a non acquistare più il giornale livornese che, a quanto pare, già non naviga in buone acque:
Dal prossimo 10 gennaio, la giornalista del Tirreno Donatella Francesconi viene trasferita da Viareggio alla sede di Massa (sezione cronaca nera e giudiziaria).Tutti quelli che seguono un po' le nostre battaglie sanno che Donatella Francesconi non solo è uno dei giornalisti più esperti del nostro contesto locale e delle sue dinamiche, ma anche uno dei più sensibili in materia ambientale, e uno dei primi (se non il primo) ad aver seguito, documentato e promosso le attività e le battaglie del Comitato insieme a quelle di tutti gli altri gruppi ambientalisti viareggini.
Si deve anche un po' a lei se l'immagine degli alberi urbani quali "bombe innescate", tanto saldamente inchiavardata nell'opinione pubblica viareggina da anni e anni di una certa 'informazione', ha iniziato a cedere il passo, in tanti cittadini, a una maggior consapevolezza del valore e dell'importanza del patrimonio arboreo, e delle responsabilità umane (di incompetenza e di negligenza) nella sua eventuale 'pericolosità.
Ma, anche al di là del tema ambientale, con tanti suoi articoli Donatella Francesconi ha contribuito a portare salutari spunti critici sulla gestione della città, nel contesto di una stampa locale troppo spesso appiattita su una monocroma ripetizione dei comunicati ufficiali dell'amministrazione. È per questo che il suo trasferimento dalla sede di Viareggio (né sollecitato né benvenuto, né da lei né dai suoi lettori) non può che assumere l'aspetto di una misura 'punitiva', da un lato; e, dall'altro, della liquidazione di un elemento che evidentemente dava fastidio.
È vero che la direzione del Tirreno è cambiata di recente, e che gli aggiustamenti sono stati numerosi come spesso avviene in questi casi. Tuttavia, a quanto ci risulta, per Francesconi non si tratta di una qualche promozione. Tutti questi elementi confermano il sospetto di un interesse 'politico' dietro la sua rimozione: il che sarebbe oltretutto sconfortante e preoccupante nel quadro di una libertà di stampa che ci si inizia ormai a domandare che fine abbia fatto. Chiediamo quindi alla direzione del Tirreno di ritornare su questa sua decisione, o di motivarla chiaramente e pubblicamente. Fino a quel momento, invitiamo tutti i nostri sostenitori ad astenersi dal comprare questo giornale.
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