Altra doccia gelata per gli imprenditori balneari: con sentenza di lunedì 16 dicembre, infatti, il Consiglio di Stato ha stabilito come non siano idonee le estensioni delle concessioni balneari fino al 2033 rilasciate in seguito alla pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio, secondo quanto stabilito all’epoca dai dettami della cosiddetta Legge 145 del 2018, conosciuta anche come Legge Centinaio.
La norma era stata annullata dallo stesso Consiglio di Stato, in una sentenza emessa a novembre 2021 dall’adunanza plenaria: il rinnovo fino al 2033 era stato equiparato infatti a una proroga automatica, dunque in contrasto con la direttiva europea Bolkestein che impone i bandi pubblici delle concessioni balneari. Tuttavia, in seguito alcuni Tar avevano dichiarato valide le estensioni fino al 2033, nei Comuni che avevano effettuato la pubblicazione dell’atto sull’albo pretorio. Ora, invece, il Consiglio di Stato ha affermato che anche questo tipo di procedura non sia idonea e che tali titoli siano da ritenersi annullabili. Secondo i giudici la semplice pubblicazione dell’atto non è sufficiente a rispettare la Bolkestein, poiché non si tratta di un bando con procedura comparativa tra domande concorrenti.
In base al Decreto Infrazioni approvato dal governo Meloni, le concessioni balneari dovranno essere messe a gara entro il 30 giugno 2027.