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Scritto da Redazione
Cronaca
08 Gennaio 2021

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Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro: lo ha deciso la corte di Cassazione rinviando alla corte d'Appello di Firenze la riapertura dell'appello bis, anche per l'ex Ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti.

Da rivalutare la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo. 
Scene di disperazione fra i parenti delle vittime della strage di Viareggio, davanti al palazzo dalla Corte di cassazione a Roma. Molti di loro sono scoppiati in lacrime quando hanno ricevuto la notizia del verdetto che dichiara prescritti gli omicidi colposi per il disastro ferroviario nel quale persero la vita 32 persone nel giugno del 2009, a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro.

"E' stato ridimensionato radicalmente il verdetto della Corte d'Appello di Firenze: la Cassazione ha emesso un dispositivo molto complesso ma ad una prima lettura emerge subito che è stato colpito in modo profondo l'impianto delle accuse e delle responsabilità".

Questo il primo commento dell'avvocato Franco Coppi, difensore dell'ex di Fs e Rfi, Mauro Moretti nel processo per la strage di Viareggio, nella quale era stato condannato a 7 anni. "Grande soddisfazione per il verdetto della Cassazione che ha fatto giustizia della sentenza della corte di Appello di Firenze che abbiamo da sempre contestato: ora è stata definitivamente esclusa la condanna di Rfi per la strage di Viareggio". Questo il commento dell'avv. Carla Manduca che ha difeso la posizione di Rfi insieme a prof. Alfonso Stile. "E' stato escluso anche il risarcimento per tutte le 22 associazioni che si erano costituite come parti civile nel processo", ha aggiunto la legale ricordando che i familiari delle vittime sono stati invece risarciti.

(Ansa)

Le reazioni

Massimo Mallegni, senatore di Forza Italia: “Pochi minuti fa è uscita la sentenza della cassazione che ha segnato la fine, almeno per il momento, dei fatti del 29 giugno 2009, i quali hanno rubato alla vita 32 persone che, ignare di cosa gli stava accadendo, non hanno avuto la possibilità neppure di reagire. Le sentenza si rispettano, come sempre ho fatto in tutta la mia vita, ma è evidente che in questo momento non sono certamente entusiasta di come è andata a finire. Come accade sempre in questi casi è necessario leggere le motivazioni dei giudici in ultima analisi, tuttavia immagino la disperazione delle famiglie che si sono viste strappare i propri cari e che oggi, giorno in cui speravano di poter mettere la parola fine con un nome e cognome responsabile di ciò che è accaduto, si devono rassegnare ad un non giudizio. La lettura della sentenza ha visto infatti la disperazione dei familiari delle vittime che, increduli, non sono riusciti a trattenere la rabbia e il dolore per quella strage ferroviaria senza precedenti che, ancora oggi, non trova una risoluzione. L’Italia deve riflettere a lungo sulla propria impostazione della giustizia perché non è assolutamente pensabile che nel nostro paese stragi come quella di Viareggio, e molte altre che non hanno avuto una risposta, continuino ad essere abbandonate nell’oblio e che nessuno evidenzi una reale responsabilità di ciò che è accaduto”.

Elisa Montemagni, capogruppo in consiglio regionale della Lega, anche a nome dei suoi colleghi: "Siamo sbalorditi ed indignati per quanto hanno decretato i giudici della Cassazione riguardo al processo relativo alla strage ferroviaria di Viareggio. Una decisione che sgomenta, poichè tende a minimizzare la tragedia che si è vissuta nel giugno del 2009, causando 32 morti e drammatici strascichi in tantissimi abitanti della città. Una dolorosa ferita che, ora, si riapre in modo devastante considerato che si dovrà celebrare un nuovo processo in Corte d'Appello in cui verrà valutato solamente il reato di disastro colposo, mentre sono prescritte tutte le ben più rilevanti accuse di omicidio colposo. Ulteriore beffa l'esclusione da ogni tipo di risarcimento per le tante associazioni che si erano costituite parti civili nel procedimento. Solitamente si dice che le sentenze si rispettano, ma sinceramente facciamo molta fatica ad assecondare un verdetto che penalizza enormemente chi ha tragicamente perso un congiunto in quella maledetta notte d'estate. Siamo, dunque particolarmente vicini ai familiari che, al pari nostro, si attendevano ben altro dai giudici della Suprema Corte; per Viareggio, la Toscana e l'Italia intera, oggi è un giorno di grande mestizia e di riflessione sulla reale equità della Giustizia".

Vittorio Fantozzi, vice-capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale: "Una sentenza che manca di rispetto alle vittime e ai loro familiari. Una sentenza disastrosa come ha commentato Marco Piagentini, sopravvissuto alla strage. Come troppo spesso accade, il rispetto formale della legge non si è accompagnato a un sentimento generale di giustizia. Non è possibile che dopo 11 anni la giustizia italiana debba ancora emettere una sentenza definitiva su una strage di tale dimensioni. Come Paese, lo dobbiamo a quelle 32 persone che il disastro del 29 giugno 2009 si è portato via. La prescrizione dell'omicidio colposo, causata dal venir meno dell'aggravante dell'incidente sul lavoro, sarà faticosa da accettare per chi in quel disgraziato giorno ha perso tutto, in alcuni casi anche i propri bambini, e non certo per cause naturali. Oggi è come se avessero perso padri, mogli, figli, amici per la seconda volta".

Umberto Buratti, onorevole Pd: "Questo è un giorno difficile per il Paese e molto doloroso per le famiglie delle vittime della strage di Viareggio. Sono, infatti, cadute -dopo due gradi di giudizio e più di dieci anni di processi- le accuse di omicidio colposo per tutti gli imputati. Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi a seguito dell'esclusione dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Una strage come quella di Viareggio non può restare senza colpevoli. Non lo dobbiamo solo alle vittime e ai loro cari ma anche al Paese che non può accettare che lo Stato non sia in grado di accertare colpe e responsabilità. Sono vicino al dramma che stanno vivendo le famiglie: hanno il diritto di avere giustizia. La strage di Viareggio non può restare impunita".

Giuliano Rebechi, giornalista: “La sentenza della Cassazione sulla strage alla stazione ferroviaria di Viareggio, con le sue 32 vittime, i feriti e le sofferenze indicibili di tante persone, m’indigna. Chi lo dice che le sentenze della magistratura non si commentano? Io commento duramente questa vergognosa sentenza e come! Le condanne di primo e secondo grado per omicidio colposo andranno di fatto prescritte. Sì, proprio un bel risultato. Una sentenza dietro alla quale non potrà neppure essere ‘invocata’, come per Ustica, per il Moby e, prima ancora, per piazza Fontana, la ‘ragion di Stato’, perché in questo caso di ragioni da addurre non ce ne sono proprio. C’è e ci resterà solo tanta ingiustizia e un’immensa amarezza”.

Paolo Annale, segretario PCI Sezione di Viareggio: "L'ANSA ha da poco diffuso il comunicato circa gli esiti del pronunciamento della Corte di Cassazione in merito alla Strage di Viareggio. Gli avvocati dei parenti delle vittime attendono di poter leggere il dispositivo e conoscerne poi le motivazioni. Al momento, davanti alle scale del Palazzo di Giustizia, rimangono solo il dolore e lo sconcerto di coloro che vedono, a fronte del venir meno dell'aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro, la prescrizione dell'omicidio colposo e, con il rinvio in Appello, l'avvio di un nuovo calvario. La Giustizia dopo undici anni non riesce a mettere la parola fine ad una vicenda dai toni agghiaccianti, che ha provocato 32 vittime, un infinito ed incancellabile dolore ai loro parenti, un lutto per l'intera città. Una Città che non ha visto la presenza delle Istituzioni ad attendere la sentenza. Il PCI Federazione Lucca Versilia esprime la propria solidale vicinanza ai parenti delle vittime e si schiera a favore del proseguimento della lotta per la ricerca della verità".

Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana: "Sono totalmente amareggiato per il verdetto sulla strage di Viareggio. Ferisce profondamente il fatto che la prescrizione impedisca di rendere giustizia alle famiglie delle 32 vittime e all'intero territorio viareggino, alla lucchesia, alla Toscana tutta, che quella notte fu squarciata dall'esplosione". 

Riccardo Zucconi, onorevole FdI: "Una giornata triste per Viareggio e l'Italia intera. Mi associo allo sdegno dei familiari delle vittime, che oggi hanno subito un ulteriore, drammatico colpo. Con l'annullamento della sentenza della corte di appello e la prescrizione dell'omicidio colposo, la macchina della giustizia ha perso un altro colpo. Sono pronto ad attivarmi fin da subito, congiuntamente anche con altri parlamentari, affinché questa vergogna che si protrae da anni abbia finalmente fine e si ottenga giustizia per le 32 vittime innocenti e per i loro familiari. Solidarietà e vicinanza a tutti coloro che in quella tragica notte hanno visto morire i loro cari".

Simona Bonafè, segretaria del Pd toscano: "Quasi 12 anni dopo una tragedia che ha portato via 32 vite, i familiari oggi devono assistere alla parola "prescrizione" e alla drammatica delusione che porta con sè. E' un colpo duro, per tutti. Il nostro pensiero va a quei parenti che giorno dopo giorno, udienza dopo udienza, hanno riposto con grande dignità la loro fiducia nella giustizia. A Viareggio c'è stata una strage e una strage non può restare impunita".

Stefano Baccelli, assessore regionale ai trasporti: "La Cassazione con questa sentenza ha detto a se stessa che la giustizia italiana non ha fatto  in tempo a condannare imputati che essa stessa ritiene responsabili di un grave delitto come l’omicidio colposo e che alla fine condannerà comunque per disastro colposo causa evidente di quell'incendio e quindi di quelle 32 vittime innocenti. Ancora non conosciamo le motivazioni della sentenza, ma è certo la Cassazione non ha assolto gli imputati nel merito, non è un riconoscimento di innocenza. Dal punto di vista legale è certamente una sconfitta per le parti civili, di cui fanno parte anche la Regione Toscana e la Provincia di Lucca, ma dal punto di vista morale le parti si invertono e le responsabilità sono attribuite. Un giudizio di questa natura per me è una cosa inaspettata e dolorosa".

Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale della Toscana: "Questa è una sentenza dura da accettare, voglio esprimere a nome mio e del Consiglio regionale della Toscana vicinanza ai familiari delle vittime della Strage di Viareggio perché oggi hanno dovuto sopportare un altro dolore oltre a quello incommensurabile della perdita dei loro affetti. In questo momento ritengo doveroso che l'istituzione che rappresento si stringa con forza intorno a chi ha visto morire i propri familiari per un disastro che non doveva accadere. Non c'è mai stata nella loro lotta quotidiana la volontà di vendetta, ma la battaglia sacrosanta di avere verità e giustizia affinché quello che è accaduto quella notte a Viareggio non ricapiti mai più a nessuno in nessuna stazione ferroviaria del nostro Paese. E' una battaglia di civiltà che trovo profondamente ingiusto venga cancellata dalla prescrizione perché il dolore e le perdite subite da quelle famiglie non potranno mai essere prescritte".  

Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana: "La Cgil, nella vicenda giudiziaria seguita alla strage, si è costituita parte civile, perché la tragedia nasce nel mondo del lavoro ed è stata una strage avvenuta in ferrovia, che è anche un luogo di lavoro. Il mancato riconoscimento della violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro ci spaventa perché apre un precedente pericoloso che ci preoccupa molto per la salute e la sicurezza di lavoratori e cittadini, anche in vista di casi giudiziari simili sul fronte della tutela di chi subisce gravi danni e addirittura perde la vita per comportamenti tenuti sui luoghi di lavoro. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, senza cessare la battaglia per avere giustizia per le vittime e per il mondo del lavoro, che è l'unico modo per costruire una società dove il profitto valga meno delle persone e dove chi sbaglia nelle decisioni in qualche modo ne risponda".

Mauro Rossi, segreteria provinciale Fiom Cgil: "La sentenza della Corte di Cassazione sulla strage di Viareggio è una vergogna. L’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro, che ha portato alla prescrizione del reato di omicidio colposo, è inaccettabile Siamo profondamente costernati ed indignati. Esprimiamo la nostra più totale solidarietà ai familiari delle vittime. La richiesta di giustizia che ha espresso la città di Viareggio, in tutti questi anni, non è stata appagata".

Silvia Noferi (M5S): "Personalmente, e qui parlo da cittadina, non da rappresentante delle istituzioni, sono stufa di vergognarmi di certe sentenze che impediscono di punire i colpevoli delle stragi. I 32 morti della strage di Viareggio, fra cui erano anche 4 miei vicini di casa, sono morti per caso? Non oso immaginare come si sentano i familiari delle vittime e soprattutto Marco Piagentini che li rappresenta e che quella sera ha perso la moglie e due bambini, perché se la mia rabbia è forte, la loro deve essere devastante. I morti non possono mai andare in prescrizione. Vergogna!".

Domenico Capezzoli (Italia dei Valori): "Siamo molto indignati. Ieri la quarta sezione penale della Cassazione, tramite sentenza ha deciso che l'omicidio colposo plurimo è prescritto per tutti gli imputati e che il processo, per il solo disastro ferroviario,  riparte dalla corte di Appello. Constatiamo con rammarico prosegue l'esponente dell'Italia dei Valori, che giustizia non è stata fatta e si allungano le sorti del processo. Ricordiamo che nella notte del 29 giugno 2009, persero la vita 32 persone e un intero quartiere venne distrutto dalle fiamme sprigionate dalla cisterna carica di gpl che è esplosa dopo il deragliamento del treno merci. Questa sentenza è indegna e non rispetta le vittime ma soprattutto i familiari che giustamente vogliono giustizia. Questa è una ferita aperta che sarà difficile chiudere, perchè ce la ricorderemo per sempre. Attendiamo di leggere il dispositivo della Sentenza e poi insieme al nostro segretario nazionale Ignazio Messina, al coordinatore regionale Paolo Fidanzi e la coordinatrice regionale delle donne Silvia Guidi, decideremo che iniziative intraprendere. Alla luce di ciò occorre una riforma della giustizia, che il Parlamento ha il dovere di fare, non è accettabile che un processo duri tanti anni per poi arrivare al nulla di fatto. Vergogna".

Massimo Bani (Cisl Toscana nord): "Esprimo sconcerto di fronte a una sentenza che di fatto annulla due gradi di giudizio e esprimo piena vicinanza alle famiglie delle 32 vittime innocenti che hanno perso la vita in quel disastro, e che ad oggi non possono dire di aver di fronte un colpevole. Ma allo stesso tempo invito alla riflessione in un momento in cui, non conoscendo ancora i dettagli della sentenza, non ci sono gli elementi per poter comprendere fino in fondo le motivazioni della sentenza stessa. Non è stato riconosciuto l'infortunio per colpa grave e questo solleva non poche perplessità. Forse sarebbe il caso di rivedere anche la legislazione italiana su questi temi. Ritengo importante in questa fase darci il tempo per conoscere i dettagli del dispositivo della sentenza, e anche cercare di spingere al massimo in vista dell'appello per le motivazioni per cui è possibile farlo, in modo che la giustizia, che tale è e tale deve essere, continui a fare il suo corso  per tutelare quelle famiglie a cui siamo vicini e anche il rispetto e il ricordo di quelle 32 persone che non ci sono più".

 

 

 

 

 

 

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