Non bastava la costrizione di marzo a provvedere alla messa in sicurezza e a norma d'igiene dei locali; nemmeno bastava essersi mestamente abituati a dover rinunciare agli incassi più corposi dell'orario serale, vista l'imposizione della chiusura per cena.
Adesso c'è anche da fare i conti con la piroetta improvvisa del ritorno della Toscana in zona arancione, proprio alla vigilia di una ricorrenza che avrebbe dato una boccata d'ossigeno ai ristoratori, ed allora monta la rabbia della categoria viareggina.
“Avevo registrato il tutto esaurito per domenica a pranzo – racconta Alessandro Fantoni, titolare del ristorante La Casina – Avevo fatto una sostanziosa spesa ad hoc, perché per San Valentino è richiesto un menù di pesce, e adesso rischio di dover buttare via tutto”. Fantoni prosegue poi precisando che “ Avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli, disegnando una precisa planimetria degli spazi per garantire il distanziamento, e predisponendo un doppio turno: tutto lavoro sprecato”.
Molto amareggiata anche Iole Becagli, del noto ristorante Cabreo, la quale sostiene strenuamente che “sarebbe bastato essere più chiari e aver avuto il coraggio di comunicare in tempo la volontà di farci chiudere: in questo modo avremmo potuto organizzarci, perché – spiega la titolare – per chi come noi offre solo prodotti freschi il danno è notevole”. La signora ci riferisce anche di un caos informativo, dal momento che “ molti clienti di età medio-alta continuano a chiamarci per sapere se domani siamo aperti: evidentemente non hanno ben chiara la situazione”.
Il ristorante Casablanca, sul viale a mare, avrebbe registrato il tutto esaurito per domenica: “Siamo molto arrabbiati – confessa la proprietaria, Sabrina Gabrielli – dal momento che proprio quest'anno il San Valentino aveva fatto registrare il boom delle prenotazioni, a differenza degli anni precedenti”. La signora rivela che “avevamo ricevuto prenotazioni per un totale di 120 persone, distribuite fra spazi interni ed esterni, provenienti da tutta la Toscana”, sottolineando quanto non solo i ristoranti, ma tutto il comparto del turismo, perda comunque in sinergia un'importante giornata lavorativa. Sabrina ci lascia anche un ultimo pensiero, da responsabile datrice di lavoro: “ avevo iniziato già a muovere i primi passi per la ricerca di personale anche in prospettiva stagionale, ma questa situazione mi porta, mio malgrado, a dover rimanere coi ranghi ridotti”.
Roberto Franceschini, titolare del ristorante stellato Romano, presente sulla celeberrima guida Michelin, è vistosamente contrariato dalla mancanza di buonsenso in merito alla questione: “Sarebbe bastato un briciolo di buona volontà – esordisce – visto che si parla di sole dodici ore in più di proroga di apertura: nessuno chiedeva la luna, solamente un turno di lavoro in più: così è cattiveria”. Franceschini ci racconta poi come questi ultimi giorni stia letteralmente svolgendo un servizio di call center, per fronteggiare tutte le disdette conseguenza di questa improvvisa decisione: “ avevamo tutto prenotato da settimane”.
C'è poi da riscontrare il malcontento degli esercizi che avrebbero potuto offrire anche il servizio di aperitivo: è il caso dello storico bar della passeggiata Orsi, il quale da mesi ormai anticipando di qualche ora l'orario, registra sempre un buon afflusso: “Per domenica avevamo organizzato un allestimento con DJ set a partire dalle 14.00 - ci spiega Lorenzo, dipendente del bar – il tutto per far fronte a numerose richieste, per fornire anche una degna cornice, vista la location”. Da lavoratore dipendente sottolinea come “ la perdita del titolare si ripercuote anche su di noi dipendenti, che per forza di cose vediamo ridotto il nostro orario lavorativo”.
Anche l'enoteca Kairos, in centro città, vede svanire la possibiltà di un buon introito: “ Era tutto prenotato – racconta il proprietario Saverio Tomasso – per me si tratta della rinuncia a un doppio turno, dal momento che oltre al pranzo lavoro molto con gli aperitivi. Un giorno in più di apertura non avrebbe cambiato la curva dei contagi”.
Infine c'è chi guarda oltre alla contingente mancata occasione del San Valentino, e denuncia una situazione che sta diventando insopportabile per la categoria dei ristoratori: Luca Donati, della pizzeria La Contea, dice a chiare lettere che “il problema è che non ci fanno lavorare la sera, e questo ci distrugge. E' poco credibile mettere mille paletti a un pubblico esercizio quando mi ritrovo a fare venti pizze per lo stesso ordine, che probabilmente mangeranno a casa tutti insieme”.
Insomma, quest'anno il San Valentino, almeno per una fetta importante di onesti lavoratori, più che la festa degli innamorati, sarà la festa degli esasperati.
Toscana, retromarcia arancione: per i ristoranti un San Valentino in... rosso
Scritto da Redazione
Cronaca
13 Febbraio 2021
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