Alberto Veronesi non ci sta. Il presidente del comitato per le celebrazioni pucciniane non ci sta a farsi trattare a pesci in faccia da coloro i quali, prima di parlare, dovrebbero informarsi. E non accetta che vengano messe in dubbio le sue capacità professionali e di gestione oltre alla sua onestà personale e intellettuale. E' durissima la risposta del maestro e dirigente d'orchestra alle dichiarazioni contenute nel comunicato diffuso questo pomeriggio da Francesco Raspini e dall'ex assessore Serena Mammini.
Il pagliaccio Raspini - tuona Veronesi - che si lamenta del non funzionamento del comitato per le celebrazioni pucciniane, per colpa, tra l'altro, dei suoi rappresentanti di partito, risponderà di queste sue affermazioni nelle sedi opportune.
E' fortemente amareggiato il professore, il quale è rimasto di sasso di fronte alle insinuazioni contenute nel documento diffuso dai due esponenti del partito democratico lucchese e vuole fare chiarezza una volta per tutte: Se Raspini ha qualche dubbio su mie presunte malversazioni, non dubiti e non esiti un secondo e si rechi al più presto in procura a fare denuncia. La verità è che non ha ancora digerito la sconfitta elettorale. Tutti gli atti del comitato sono stati approvati dal comitato stesso e controfirmati dal revisore dei conti nominato dal Governo.
Veronesi ha una sua teoria e anche una spiegazione a quanto sta succedendo: la prima riguarda gli attacchi che sta subendo da parte di esponenti del partito democratico anche a livello nazionale, la seconda, invece, ha a che fare con le difficoltà che il comitato sta incontrando nel riuscire a riunirsi regolarmente.
E' evidente - afferma - che si tratta di una strumentalizzazione politica. Le indiscrezioni uscite a livello nazionale su una mia possibile candidatura alle elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio con Fratelli d'Italia hanno prodotto una serie di attacchi ingiustificati e diffamatori.
Ai cavalieri del nulla del Pd - aggiunge il presidente della fondazione Giacomo Puccini - dico che chi è causa del suo mal pianga se stesso. Vanno a piagnucolare in Parlamento dicendo che il comitato per le celebrazioni pucciniane non funziona. Farebbero bene, prima, a informarsi e controllare per quale motivo non si riunisce. Si accorgerebbero che la colpa è proprio dei componenti del partito democratico e di coloro che sono nominati dallo stesso partito che non ci sono quasi mai. E mi riferisco, ad esempio, al un noto politico lucchese che su 12 riunioni ha presenziato solamente una volta. Che cosa vogliono quindi da me? Io ho convocato 12 riunioni e le ho presiedute tutte, dalla prima all'ultima e non è mia responsabilità se per causa e colpa loro è mancato il numero legale. In questi mesi il comitato ha sostenuto oltre 40 manifestazioni tra mostre, concerti, convegni e altre iniziative sia in Italia, sia all'estero sia in provincia di Lucca.
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Poco prima delle 18 Veronesi ha anche diffuso un comunicato stampa ufficiale in risposta a Francesco Raspini, a Serena Mammini e al Pd che ricalca, in sostanza, quanto rilasciato durante l'intervista alla Gazzetta di Lucca:
In relazione al comunicato stampa dei signori Raspini-Mammini «il comportamento di Veronesi» si segnala che le loro parole altamente diffamatorie nei miei confronti saranno valutate nelle sedi opportune. Valutazioni sulla mia carriera, che va da Vienna a New York a Salisburgo, non competono certo a Raspini, che mi sembra non sia mai uscito dalla Toscana. Si segnala che tutto ciò che è stato approvato dal Comitato è stato monitorato dal Revisore dei Conti nominato dal Ministro della Cultura, seguendo procedure approvate all’unanimità dal Comitato stesso. Se il Raspini fosse a conoscenza di malversazioni o di amministrazione tesa a fini personali lo stesso non dovrebbe fare comunicati stampa, ma recarsi in procura. Il comportamento di Raspini, che non ha ancora digerito di essere stato mandato a casa, probabilmente per sempre, insieme al suo Partito di Frenatori totali, è talmente comico da essere degno di un pagliaccio, un pagliaccio che si lamenta del fatto che il Comitato, disertato dai suoi stessi compagni di partito o dai nominati del Pd, non funzioni per mancanza di numero legale. Il malumore c’è in città, caro Raspini, non per Veronesi, ma nel sentire le fandonie e le falsità totali che dite ogni giorno.