Oggi, al centro trasfusionale dell'ospedale Versilia, si è svolta un'importante iniziativa che ha unito la memoria di due giovani vite perse tragicamente e l'importanza della solidarietà umana. Dopo l'incidente stradale che ha portato alla prematura scomparsa di Emma e Leo questa estate, i loro genitori hanno deciso di trasformare il dolore in azione, dando vita all'associazione "Leo Vive".
L'obiettivo dell'associazione è solo onorare la memoria di Leo e Emma, due ragazzi vivaci e generosi, ma anche creare iniziative che possano portare beneficio agli altri. La prima di queste iniziative si è svolta questa mattina, in collaborazione con il reparto trasfusionale dell'ospedale Versilia.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di 13 persone pronte a compiere il gesto nobile e altruista della donazione. Il reparto trasfusionale ha accolto i nuovi volontari, guidandoli attraverso l'iter per diventare donatori. Una decisione significativa, in quanto Leo stesso era un donatore, estendendo la sua generosità non solo al sangue ma anche agli organi, donati per salvare altre vite.
Molti giovani hanno risposto alla chiamata, testimoniando come la memoria di Leo e Emma abbia ispirato una nuova generazione a compiere gesti di solidarietà. Le due mamme, dimostrando una forza e un cuore unici, nel trasformare un dolore impossibile da comprendere in un gesto di solidarietà, erano presenti : “Quando si è mamma si ha la percezione di conoscere i nostri figli al 100% - ha raccontato commossa Manuela Guidi- invece in questa occasione abbiamo scoperto che non era vero, abbiamo scoperto quanto questi ragazzi fossero profondamente belli, puliti,disponibili verso il prossimo e abbiamo scoperto che hanno avuto la capacità di circondarsi di amici che sono esattamente come loro, ragazzi fantastici. Vorremmo approfittare di questo dolore immenso che altrimenti ci ucciderebbe per portare avanti e dare visibilità a tutti questi ragazzi fantastici. Purtroppo viviamo in un mondo dove anche i giornali danno più visibilità a uno stupro o a una violenza che non a ragazzi giovani e talentuosi, vorremmo invece portare in evidenza proprio questi talenti.”
L’associazione pertanto non si occuperà solo di trasfusioni, ma cercherà di avvicinare i ragazzi a un modo etico e sociale di vivere, mettendo in evidenza e aiutandoli a a fare crescere i loto lati migliori.
Il messaggio di questa iniziativa va pertanto oltre la commemorazione. Mentre ci si ricorda di Emma e Leo con affetto, questa mattina, si vuole sensibilizzare la comunità sull'importanza della donazione e sulla semplicità del gesto. “Perché di sangue ce n’è sempre bisogno”, ha spiegato la dottoressa Raffaelli Maria Silvia, direttore del centro trasfusionale, che, insieme con la dottoressa della direzione sanitaria Monali Raffaela e Simona Marsili la coordinatrice infermieristica, ha guidato l'incontro, ha spiegato dettagliatamente il processo per diventare donatori, sottolineando quanto sia fondamentale non solo per sostenere le emergenze, ma perché altrimenti il sistema ospedaliero, quando si ha una carenza di sangue, è costretto a rallentare.
"Diventare donatori è facile", ha dichiarato la dottoressa Raffaelli, "basta avere 18 anni, esser in buona salute e pesare più di 50 kg. Per accertare la buona salute, si fanno tutta una serie di esami, che poi vengono ripetuti nel tempo, quindi anche il donatore è tutelato. La donazione di sangue può essere fatta 4 volte l’anno per gli uomini e 2 volte l’anno per la donna, si può donare il sangue intero oppure, le componenti del sangue.”
Relativamente all’iniziativa di questa mattina, il commento della dottoressa Raffelli è stato : “E’ una bella iniziativa perché porta avanti dei valori anche nei giovani che sono veramente importanti, come quelli della solidarietà, quelli della condivisione e anche per dare un pochino un senso a cose che senso purtroppo non ce l’hanno.”
I ragazzi presenti, tutti molti felici di partecipare a questa iniziativa, nonostante alcuni avessero la fobia degli aghi, hanno raccontato quanto questo gesto fosse giusto, il commento che meglio riassume il pensiero di questi giovani è stato quello di uno dei migliori amici di Emma e Leo, Andrea :” Questo gesto potrebbe salvare molte vite. Ce n’è stato bisogno per i nostri amici, magari ci sarà bisogno anche per altri.”
Così, questa mattina, il centro trasfusionale dell'Ospedale Versilia è diventato il palcoscenico di un gesto potente, ispirato dall'amore e dalla memoria di due giovani anime perse troppo presto. L'associazione "Leo Vive" ha dimostrato che dalla tristezza e dalla perdita può nascere un'impegno concreto a migliorare il mondo che ci circonda.