Una targa in marmo davanti alla Capannina di Viareggio, luogo in cui si svolgeva il famoso premio letterario, così, è omaggiato il grande intellettuale fondatore del Partito Comunista Italiano.
Gramsci venne insignito del premio Rèpaci nell'anno 1947. Premio assegnato eccezionalmente alla memoria dell'intellettuale comunista per le sue "Lettere dal carcere", che raccoglievano la corrispondenza tra lo stesso Gramsci e i familiari, amici e compagni durante gli anni di detenzione nelle carceri fasciste.
"Questo è un momento importante per la nostra città, per l'Italia e per il mondo."- spiega Luca Coccoli, presidente di ANPI di Viareggio-" Ciò noi dell' ANPI torniamo a proporre è una riflessione sull'importanza dell'impegno di rivoluzionari, come Gramsci, dei socialisti, comunisti, repubblicani, democristiani e anche monarchici contro il fascismo. Quello che è successo 76 anni fa nelle stragi del '44 in Versilia non va mai dimenticato. Perché non ritorni il vecchio fascismo e anche perché non venga il nuovo fascismo. Il fascismo oggi non riguarda soltanto i gruppetti di estrema destra, anche stupidamente pittoreschi. Il fascismo è l'omofobia, il razzismo, il maschilismo, il machismo." – incalza Coccoli –" Ce ne sono tante di forme di fascismo che vengono progressivamente sdoganate nella nostra società e è bene ricordare che noi diciamo di no. Così come Gramsci, che è stato qualcuno che ha detto di no e ha pagato con la vita il prezzo delle sue idee." – conclude il presidente di ANPI di Viareggio.
Anche il sindaco Giorgio Del Ghingaro ha fatto un intervento.
"Quando fu attribuito questo premio, Leonida Rèpaci ha voluto sottolineare un aspetto. Gramsci non era solo un uomo politico, un pensatore, uno scrittore, ma era uno scrittore che diceva le cose che gli intellettuali dell'epoca non volevano sentire. Non a caso l'assegnazione trovò terreno fertile per le polemiche. Fu un atto quasi rivoluzionario." – afferma il sindaco –" L'attualità di Gramsci sta proprio qui. Lui è l'uomo che ancora oggi è simbolo del pensiero che si oppone ai rigurgiti fascisti che permeano la nostra società. Questa targa è il culmine di un percorso. Un percorso che ci permette di marcare il nostro territorio, per mettere dei picchetti che dimostrino che noi non dimentichiamo e sappiamo esattamente dividere chi sta da una parte e chi sta dall'altra. Chi è fascista e chi è antifascista." – conclude Del Ghingaro.