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Scritto da Redazione
A. Versilia
04 Aprile 2025

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L'aria è pulita e le montagne in cerchio quando apre la finestra. Il mare non lo vede, ma dista a pochi chilometri. Così Nunzio Annunziata, 44 anni e originario di Sarno in provincia di Salerno, ha deciso di trasferirsi in Versilia e in particolare sulle Alpi Apuane. Ha scelto l'alpeggio di Ranocchiaia, a oltre 800 metri sul livello del mare, ai piedi del monte Pania. Un luogo immerso fra la natura, dove le auto non arrivano: si deve percorrere un sentiero di oltre 20 minuti che si imbocca da sopra il paese di Pruno. Lì, dove ha comprato una piccola casetta in sasso, la spesa e qualsiasi altro bene di necessita va caricato sulla schiena o in zaino. Ma per Nunzio questo non è un problema: «Ho già portato a spalla quintali di mattoni, tavole e attrezzature varie, che mi sono serviti per la manutenzione straordinaria - spiega col sorriso -. Devo finire la parte dell'impianto fotovoltaico, il pacco batterie e il quadro elettrico. Anche le opere murarie le ho realizzate tutto da solo». Di professione infatti Nunzio è un elettrotecnico, ma in realtà sa fare di tutto. È ingegnoso, e il fatto di poter essere indipendente lassù, e autoprodurre quello che vuole, è una sfida che gli ha reso questa scelta di vita ancora più entusiasmante. Nunzio lavora in un albergo a Marina di Pietrasanta, si occupa della parte elettrica e della manutenzione in generale. Ogni giorno fa avanti e indietro da lassù: scende dalle Alpi Apuane per arrivare fino sulla costa. Si è recato all'ufficio anagrafe del Comune di Stazzema martedì, proprio per chiedere la nuova residenza. «La mia residenza passerà - spiega - direttamente dalla Norvegia a Stazzema, dove ho acquistato tre anni fa la mia prima abitazione della vita, e pian piano l'ho ristrutturata. Qui tengo pulito il verde intorno, ho piantato le viti, i pomodori e gli zucchini (che me li mangiano i cinghiali), poto la noce e ultimamente ho installato una antenna dato che ho la patente da radioamatore e posso utilizzare tutte le frequenze radio». Nunzio in Toscana è arrivato per la prima volta 15 anni fa, quando fece il militare a Livorno. «In quell'occasione ho conosciuto Pisa, sono stato a lavorare a l'Isola d'Elba e poi ho viaggiato tre anni finché non mi sono fermato in Norvegia», racconta. Lì ha lavorato per una multinazionale norvegese occupandosi di riparazione elettromeccaniche. Un'altra esperienza è stata in Africa a Khartum dove ha prestato servizio con Emergency all'ospedale cardiochirurgo dopo aver tenuto un corso per apparecchiature radio medicali. Poi è stato in Trentino lavorando nelle centrali geotermiche, di seguito è tornato nel centro Italia a Pesaro e Urbino, per poi approdare oggi in Versilia. «Desideravo fermarmi in un paesino - dice Nunzio -, di quelli da ripopolare. Sono passato dalla Versilia con un'amica e ho scelto le Alpi Apuane per tre motivi: primo perché mi sono subito sentito a casa; secondo perché le Alpi Apuane per me significano l'opposizione ai regimi totalitari, con il movimento dei partigiani durante la seconda guerra mondiale e prima ancora perché qui è nata l'anarchia italiana; terzo motivo perché da un punto di vista geo-morfologico coabitano qui il mare e la montagna».

Nunzio sarà quindi vicino di casa dell'assessore Anna Guidi, che da 43 anni possiede una abitazione proprio in quel borgo di case all'alpeggio di Pruno a Ranocchiaia. «Anni fa uscì una pubblicazione dal titolo "Vissi d'Alpe" , un titolo che io, avendo dal 1981 casa a Ranocchiaia, modificavo dentro di me in "Vivo d'Alpe, quando posso". Lassù ho trascorso, e trascorrerà ancora, i periodi di vacanza, i fine settimana e riuscivo a strappare anche un pomeriggio per innaffiare i pomodori o godere la neve appena caduta. Grande soddisfazione che Nunzio vi prenda la residenza e vi viva stabilmente. In questo alpeggio di Pruno nessuno ha mai avuto dimora con i crismi della ufficialità. Un tempo vi salivano alcuni di ciascuna famiglia con le vacche per la transumanza. Lasciavano il paese a primavera inoltrata e vi restavano fino all'8 settembre. In verità vi visse per un lungo periodo il Vittorione che amava molto la solitudine e meno i suoi simili. Sentitosi male, in un mese imprecisato del 1979, fu trasportato "in un canestro" a Cardoso presso il figlio. Morì poco dopo e le casette di sasso, attaccate l'un l'altra, alcune già in rovina, restarono vuote. Ma per poco. Dapprima ospitarono alcuni cacciatori nei giorni dedicati, poi furono restaurate via via dai discendenti degli antichi proprietari, più tardi, di recente, più di una sono nel mercato immobiliare. Ranocchiaia è un borgo incantato. Con Nunzio adesso un borgo abitato in continuità".

 

 

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