“Disastro ferroviario di Pioltello, una sola condanna a 5 anni. Assolti Rfi e 7 imputati. Ver-go-gna”. Ad affermarlo, all’indomani della sentenza di primo grado per la tragedia del 25 gennaio 2018, è Il Mondo che Vorrei, l’associazione che racchiude i familiari della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui persero la vita 32 persone.
“In quell’incidente – afferma l’associazione - tre donne persero la vita e un centinaio di viaggiatori rimasero feriti. La sentenza di primo grado è a dir poco disarmante. Assoluzione di 7 imputati e unica condanna al capo manutentore: l’ennesimo capro espiatorio. Come se, per la strage ferroviaria di Viareggio, avessero condannato chi ha eseguito l’esame all’assile in 10 minuti con strumenti obsoleti. Quell’assile della sala montata era criccato da tempo, molto tempo, ma l’organizzazione del lavoro era, ed è, predisposta, al solo fine del risparmio, in barba alla sicurezza. Il sistema organizzativo del lavoro è deciso dai vertici, nella fattispecie da quelli delle ferrovie. Ancora una volta le ferrovie, in particolare Rete Ferroviaria Italiana, ha preferito non adottare misure idonee ed adeguate a garantire la sicurezza di viaggiatori e pendolari, subordinando la loro vita alle leggi del vile denaro e del profitto”.
“A Pioltello – prosegue Il Mondo che Vorrei - si potevano seguire due strade: limitare la velocità del treno pendolare a 30 km/h anziché farlo viaggiare a 120-130 km/h, od intervenire in tempo reale con il personale della manutenzione; la prima strada non rientra nelle loro “corde” per gli orari; la seconda necessita di personale che non c’è, soprattutto, in occasione di interventi straordinari. Si è deciso di seguire una terza via: quella che si affida alla buona sorte, che stavolta ha provocato la perdita di tre vite umane con decine di feriti”.
“Come associazione dei familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio – chiude la nota - siamo sgomenti e indignati di fronte a questa sentenza, brutta copia di tante altre, ma non fotocopia di quella di Viareggio: 15 anni infiniti di iter processuale, ma uno straccio di giustizia lo abbiamo strappato. E prezioso, perché per la prima volta in Italia sono stati condannati amministratori delegati, presidenti e manager delle società responsabili del disastro, tra cui le figure apicali dell’azienda di Stato (FSI). Ogni giorno, in ferrovia, accadono incidenti, guasti, criticità: la dimostrazione che il sistema non funziona; c’è tanto, troppo che non va: ci sono la logica e la legge della produttività, del mercato e del profitto, che cancellano la salute e la sicurezza dei ferrovieri, degli operai delle ditte, dei viaggiatori, dei pendolari. Per Viareggio, così è stato, persino per uomini e donne, ragazze e bambini, che riposavano nelle proprie abitazioni. Ai familiari delle vittime e ai feriti la nostra solidarietà e l’augurio che abbiano la forza ed il coraggio per superare anche i momenti difficili delle aule dei tribunali: un percorso lungo e devastante, che aggrava l’immenso dolore per la perdita dei nostri cari”.