Cronaca
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Fanno esplodere il bancomat della filiale BPM di Monsagrati sulla via per Camaiore
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Mercato del Forte, Cna si schiera col Comune: “Necessaria la tutela del brand”
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Disturbi del sonno, colpito un lavoratore su otto: il convegno di Cna a Viareggio
Sono oltre sessanta le malattie del sonno e un lavoratore su otto è colpito da una o più di queste. Gli errori umani sono responsabili del 60-80% degli…
Valdicastello, affetto e partecipazione per la cerimonia della benedizione degli animali
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Viareggio, il bilancio 2024 dei vigili urbani: 2,5 milioni di euro di multe, 75 mila sanzioni e aumentano le telecamere di videosorveglianza
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Ampliamento della banchina Taliercio al porto di Marina di Carrara, continua la battaglia dei Paladini Apuoversiliesi
Venerdì 17 gennaio il segretario generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici Gennaro De Vivo ha risposto via pec al presidente dei Paladini Apuoversiliesi Orietta Colacicco. I Paladini…
Conferita al Club Nautico Versilia la stella d'oro al merito sportivo
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Corsi del Carnevale di Viareggio, la Fondazione autorizza telecronache solo tre ore dopo, 50 Canale: “Anche no”
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Pensa di avere l’influenza, ma partorisce una bambina: una storia incredibile in Lucchesia
Nausea e vomito non hanno niente di inusuale in un periodo in cui tutta l’Italia sta facendo i conti con l’influenza; eppure, non era un malanno di stagione…
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Gli Orti di via Elisa non sorridono più. E' da un anno o poco meno che Samuele Cosentino tiene la bocca chiusa. Nessuna protesta contro il lockdown spinto che ha messo in ginocchio la sua categoria, quella dei ristoratori, quella delle eccellenze italiane che, da sempre, sono tra quelle che ci danno dignità e eco nel mondo. Nessuna reazione scomposta, niente ribellioni né iniziative fuori luogo. Sempre e soltanto una disciplinata adesione alle richieste del Governo Conte con conseguente messa in sicurezza dei locali, applicazione delle distanze, riduzione dei tavoli, installazione dei dispositivi di sanificazione. Inoltre, una fiducia indiscussa e convinta nelle istituzioni preposte alla tutela della salute in tempi di emergenza Covid-19. E sorrisi, sparsi a piene mani e a 36 denti e anche un po' di più verso gli avventori, siano essi quelli da asporto che quelli a domicilio che quelli, quando è stato possibile, in presenza.
Ma arriva un momento in cui anche i sorrisi diventano merce rara, che anche la pazienza finisce per stancarsi, che anche le buone intenzioni perdono il buone e restano a bocca asciutta.
Ieri, 13 febbraio, ha compiuto 50 anni e peggior regalo non avrebbe potuto ricevere. Per di più, proprio da quel ministro, sempre Sciagura pardon Speranza, che aveva omaggiato e rispettato per tutto questo tempo senza profferire verbo o sostantivo che dir si voglia.
Aveva, Samuele Cosentino, titolare degli Orti di Via Elisa insieme alla moglie Silvia Pacini, il tutto esaurito per il pranzo di San Valentino di oggi. Circa 45 coperti che sarebbero andati, di questi tempi, a irrobustire quegli incassi che, ormai da 12 mesi, languono come non mai. Era tutto pronto, era già stato acquistato il necessario per rendere questa ricorrenza quello che è sempre stata: un'occasione per scambiarsi parole e promesse.
Invece il ministro più inutile e dannoso tra i tanti di cui questo povero Stivale sfasciato può vantarsi di avere avuto, gli ha giocato un brutto scherzo: l'ennesimo dpcm con cui è stata disposta la zona arancione per la regione Toscana a partire dalle 22 di sabato 13 febbraio e, quindi, a farsi benedire, per non dire peggio, S. Valentino e tutti gli innamorati.
E lui, a questo punto, non ci ha visto più. Ma, come è nel suo stile, non ha aperto alla faccia del divieto, non ha opposto resistenza come hanno fatto i Momi di Firenze, gli Alfieri di Sassuolo o le migliaia di ristoratori che, al nord in particolare, hanno detto basta e aperto ad oltranza costi quel che costi e accada quel che deve accadere.
No, Cosentino ha, più semplicemente, preso la sua immancabile lavagna e ha disegnato sopra un Panda, un'ape e un cappello da chef con, accanto, la parola ristoratori. E su tutto, la parola, in rosso, Salviamo.
C'è amarezza in questo eterno Peter Pan della ristorazione lucchese, capace di mascherarsi da Uomo Ragno durante i Comics e di allestire il suo locale in occasione di ogni manifestazione che possa fare della sua città un ambiente accogliente e capace di promuovere il turismo in tutte le sue forme e specialità.
Cosentino, era già tutto previsto?
Evidentemente sì, ma non per noi.
Anche lei, come molti suoi colleghi, aveva un S. Valentino da tutto esaurito?
Sì, un S. Valentino tutto esaurito, favorevoli anche il clima, con un bel sole. Ovviamente poi la notizia delle 19 e qualche minuto con cui tutto è crollato. Un dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale poco dopo le 19 del 13 febbraio che entra in vigore dalla mezzanotte del 14 febbraio ossia di oggi. Un provvedimento che, è meglio, si commenti da sé.
Cosentino cosa mi dice? Sta perdendo il suo tradizionale aplomb?
Sto dicendo che il tempo del dialogo, del confronto e della concertazione è finito.
Cosa intende dire scusi?
Sto dicendo che fino ad oggi il nostro sindacato ha fatto mille sforzi affinché il nostro confronto si basasse sul rispetto delle regole e sul rispetto verso quelle istituzioni che le regole prescrivono. Ma se questo rispetto non è ricambiato, allora ciò significa che bisogna cambiare linguaggio e modalità di azione.
Non l'avevamo mai sentita così arrabbiata e determinata come se fosse stato tradito nella sua fiducia.
Certo che siamo stati traditi. Qui non è in discussione l'emergenza sanitaria, non è in discussione la priorità che va sicuramente data ai numeri del contagio e alla diffusione dell'epidemia. Qui bisogna scindere i temi tra quello che è l'emergenza sanitaria e, invece, quella che è la gestione dell'emergenza sanitaria. Ci dicono da più parti e sempre in forma ufficiosa o confidenziale che anche le istituzioni sono convinte che i locali pubblici non sian o causa di diffusione del virus, ma siano, semplicemente, una potenziale causa di assembramento esterno. Ciò vuol dire che chi non è capace di gestire le persone che girano in città preferisce tenere a casa dei professionisti, dei dipendenti, mettendo inc risi una intera filiera di produzione e di distribuzione del cibo.
Lo sa che ci sorprende.
Perché?
Quante volte, sia sincero, in questi lunghi mesi di passione, le abbiamo manifestato l'idea che ogni tentativo di addivenire ad un confronto basato sul rispetto reciproco tra politica e categorie produttive, sarebbe stato inutile?
Tante volte me lo ha detto, è vero, ma io tutt'ora non ci credo. Io credo nella politica. Alle volte mi sorgono dubbi su alcuni politici che è cosa ben diversa.
E adesso, caro amico mio, cosa intende, possibilmente evitando di essere, come al solito, troppo diplomatico, quando dice che bisogna cambiare linguaggio e modalità d'azione?
Ribadisco che credo nella politica e nel rispetto delle regole e delle istituzioni. Quindi non intendo, io personalmente, ma in linea di massimo credo sia la linea del sindacato, aprire fuori dalle regole.
Allora preferite morire?
Assolutamente no, il contrario. Vogliamo forzare affinché ci sia una verifica delle regole e laddove si capisse che le regole date sono state rispettate si deve permettere di aprire. In sostanza se io ristoratore adempio ai doveri indicatimi devo essere messo in condizioni di aprire. Sappiamo cosa fare, abbiamo anche proposte concrete per superare quegli ostacoli che, fino ad oggi, hanno messo inc risi i politici che si sono succeduti. Nelle prossime ore ci sarà un incontro del nostro sindacato durante il quale definiremo le modalità con cui organizzare l'azione di protesta. Non mi chieda anticipazioni perché mancherei di rispetto agli organi sindacali.
Ultima domanda: il governatore della Regione Eugenio Giani, secondo lei, non avrebbe dovuto mostrare un po' più di coraggio e attributi?
Il governatore Giani e quelli che lo hanno sostenuto.
Quindi, Cosentino, se non sbagliamo, notiamo una velata polemica verso il palazzo lucchese dei Bradipi?
Arrivederci Grandi...
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Non bastava la costrizione di marzo a provvedere alla messa in sicurezza e a norma d'igiene dei locali; nemmeno bastava essersi mestamente abituati a dover rinunciare agli incassi più corposi dell'orario serale, vista l'imposizione della chiusura per cena.
Adesso c'è anche da fare i conti con la piroetta improvvisa del ritorno della Toscana in zona arancione, proprio alla vigilia di una ricorrenza che avrebbe dato una boccata d'ossigeno ai ristoratori, ed allora monta la rabbia della categoria viareggina.
“Avevo registrato il tutto esaurito per domenica a pranzo – racconta Alessandro Fantoni, titolare del ristorante La Casina – Avevo fatto una sostanziosa spesa ad hoc, perché per San Valentino è richiesto un menù di pesce, e adesso rischio di dover buttare via tutto”. Fantoni prosegue poi precisando che “ Avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli, disegnando una precisa planimetria degli spazi per garantire il distanziamento, e predisponendo un doppio turno: tutto lavoro sprecato”.
Molto amareggiata anche Iole Becagli, del noto ristorante Cabreo, la quale sostiene strenuamente che “sarebbe bastato essere più chiari e aver avuto il coraggio di comunicare in tempo la volontà di farci chiudere: in questo modo avremmo potuto organizzarci, perché – spiega la titolare – per chi come noi offre solo prodotti freschi il danno è notevole”. La signora ci riferisce anche di un caos informativo, dal momento che “ molti clienti di età medio-alta continuano a chiamarci per sapere se domani siamo aperti: evidentemente non hanno ben chiara la situazione”.
Il ristorante Casablanca, sul viale a mare, avrebbe registrato il tutto esaurito per domenica: “Siamo molto arrabbiati – confessa la proprietaria, Sabrina Gabrielli – dal momento che proprio quest'anno il San Valentino aveva fatto registrare il boom delle prenotazioni, a differenza degli anni precedenti”. La signora rivela che “avevamo ricevuto prenotazioni per un totale di 120 persone, distribuite fra spazi interni ed esterni, provenienti da tutta la Toscana”, sottolineando quanto non solo i ristoranti, ma tutto il comparto del turismo, perda comunque in sinergia un'importante giornata lavorativa. Sabrina ci lascia anche un ultimo pensiero, da responsabile datrice di lavoro: “ avevo iniziato già a muovere i primi passi per la ricerca di personale anche in prospettiva stagionale, ma questa situazione mi porta, mio malgrado, a dover rimanere coi ranghi ridotti”.
Roberto Franceschini, titolare del ristorante stellato Romano, presente sulla celeberrima guida Michelin, è vistosamente contrariato dalla mancanza di buonsenso in merito alla questione: “Sarebbe bastato un briciolo di buona volontà – esordisce – visto che si parla di sole dodici ore in più di proroga di apertura: nessuno chiedeva la luna, solamente un turno di lavoro in più: così è cattiveria”. Franceschini ci racconta poi come questi ultimi giorni stia letteralmente svolgendo un servizio di call center, per fronteggiare tutte le disdette conseguenza di questa improvvisa decisione: “ avevamo tutto prenotato da settimane”.
C'è poi da riscontrare il malcontento degli esercizi che avrebbero potuto offrire anche il servizio di aperitivo: è il caso dello storico bar della passeggiata Orsi, il quale da mesi ormai anticipando di qualche ora l'orario, registra sempre un buon afflusso: “Per domenica avevamo organizzato un allestimento con DJ set a partire dalle 14.00 - ci spiega Lorenzo, dipendente del bar – il tutto per far fronte a numerose richieste, per fornire anche una degna cornice, vista la location”. Da lavoratore dipendente sottolinea come “ la perdita del titolare si ripercuote anche su di noi dipendenti, che per forza di cose vediamo ridotto il nostro orario lavorativo”.
Anche l'enoteca Kairos, in centro città, vede svanire la possibiltà di un buon introito: “ Era tutto prenotato – racconta il proprietario Saverio Tomasso – per me si tratta della rinuncia a un doppio turno, dal momento che oltre al pranzo lavoro molto con gli aperitivi. Un giorno in più di apertura non avrebbe cambiato la curva dei contagi”.
Infine c'è chi guarda oltre alla contingente mancata occasione del San Valentino, e denuncia una situazione che sta diventando insopportabile per la categoria dei ristoratori: Luca Donati, della pizzeria La Contea, dice a chiare lettere che “il problema è che non ci fanno lavorare la sera, e questo ci distrugge. E' poco credibile mettere mille paletti a un pubblico esercizio quando mi ritrovo a fare venti pizze per lo stesso ordine, che probabilmente mangeranno a casa tutti insieme”.
Insomma, quest'anno il San Valentino, almeno per una fetta importante di onesti lavoratori, più che la festa degli innamorati, sarà la festa degli esasperati.