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Scritto da Orietta Colacicco
Politica
14 Gennaio 2025

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I Paladini ApuoversiliesI il 10 gennaio, hanno inviato al Ministero dell’Ambiente le osservazioni alla procedura di Assoggettabilità a VIA numero 13115  per il prolungamento della banchina Taliercio  del porto di Marina di Carrara. Sotto la lente i 73 documenti pubblicati sul sito del Mase, inviati dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, da cui emergono diversi  problemi e criticità per l’inquinamento acustico, atmosferico, delle acque, i dragaggi, la lunghezza temporale della manovra e la sua difficoltà, determinate dalla ristrettezza degli spazi tali per cui bisognerà scongiurare qualunque tipo di incidente. Da considerare anche  i possibili ritrovamenti se non archeologici, storici, l’erosione costiera.

C’è un problema di base. Come già nel caso della procedura di VAS per  il  PRP - dice Orietta Colacicco, Presidente dei Paladini -  i dati utilizzati per prove, simulazioni, relazioni sono vecchi e superati, quindi insufficienti. Alcuni sono del 2012 e del 2013, altri del 2018 e 2021, non tenendo  conto che negli ultimi sette anni tutta la situazione è profondamente cambiata sia in termini ambientali, che di trend di mercato.

Il progetto prevede il prolungamento della banchina Taliercio di 80,00 metri di questi 25 metri sarebbero già previsti dal PRP vigente, quello dell’81. Altri 55 metri invece sarebbero compresi in una proposta di ATF (Adeguamento Tecnico Funzionale) “riportata nel Parere del C.S.LL.PP. (Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) n.115/2021. Trasversalmente la banchina avrà una larghezza di 76 metri, per un totale di circa 6000 mq.

Purtroppo questo parere non  è compreso nei documenti e abbiamo chiesto la possibilità di integrare eventualmente le nostre osservazioni oltre i termini,  alla luce di quanto potremmo leggere quando lo avremo ricevuto.

Lo scopo dell’opera, è quello “di realizzare un sistema di ormeggio per l’accosto di una grande nave cruise alla testata della banchina Taliercio del Porto di Marina di Carrara e, come risulta dalle simulazioni, lo scopo è quello di ospitare all’interno del porto due navi da crociera.  Va detto che il prolungamento potrebbe far parte delle opere dal PRP, qualora approvato, di cui si attende ancora il parere del Consiglio Superiore, annunciato dopo l’estate, poi in  novembre ‘24  e attualmente in primavera ’25.

Quale è quindi la ragione per cui si scorpora questo intervento, è da chiedersi -  continua Colacicco - forse potrebbe essere un’urgenza dettata dal mercato.

E qui è  singolare considerare il documento sulla manovra, per cui sono state fatte simulazioni, in presenza di una nave da crociera di 300 metri ormeggiata alla banchina Taliercio, nel 2018 per l’ingresso e l’uscita di una bulk carrier, e nel 2021  per l’ingresso e l’uscita, di un’ altra nave da crociera lunga 285 metri da ormeggiare, non in linea alla Taliercio, ma alla banchina Fiorillo in presenza anche di una bulk carrier alla banchina Buscaiol. Il documento parla di lunghezza media di 285 metri, per una  larghezza di  32,25 metri .  Ma queste misure sono ampiamente superate dal mercato, perché la  tendenza è ben diversa. Le ultime navi da crociera varate non sono certo lunghe 285 metri,  ma molto superiori, raggiungendo anche 362 metri, con lo zoccolo più numeroso di navi da 320 metri.

Su 40 navi da crociera  che abbiamo schedato della Royal Caribbean, della MSC, della Costa Crociere, la Queen Mary, la Scarlett della Virgin, la Serenade of the Seas della Royal Caribbean (queste due arrivate a Marina di Carrara nel 2024) solo 6 hanno misure idonee a quelle prese in esame. Inoltre 24 hanno lunghezza superiore a 300 metri  e 20 superiore a 320 metri.  In controtendenza c’è il mercato di nicchia del lusso.

Ne fanno parte Yacht come quelli della Grand Circle Cruise, fra cui la Artemis  approdata a Marina di Carrara nel 2024. E sempre nel mercato del lusso c’è il  nuovissimo  brand di MSC, Explora,, 3 navi  da 248 e 268 metri di lunghezza e 32 o 33 metri di larghezza, che offrono solo suite (436 cabine)  e in alcuni casi non danno il numero dei passeggeri perché c’è la tendenza nel lusso a viaggiare da soli, occupando una cabina e spendendo anche 11.000 euro a persona per un giretto di pochi giorni. Un mercato Ideale, considerate le sue dimensioni, i per il porto di Marina di Carrara, ed è quello a cui secondo i Paladini Apuoversiliesi si sarebbe e si dovrebbe puntare, con il potenziamento in porto della parte turistica. Nel 2018 avevamo presentato una proposta di conversione, per noi abbozzata dal nostro socio Tiziano Lera, architetto, urbanista e artista, spostando i due fattori,  da porto commerciale con spazio ridotto per il turistico, a turistico con spazio ridotto per il commerciale. E nel  turistico noi comprendiamo le crociere, gli yacht, il diporto, i cantieri navali, che chiedono il travel lift.

D’altra parte se, con le dimensioni considerate nei documenti solo 6 su 40 potrebbero costituire il mercato per il Porto di Marina di Carrara, sarebbe poco per giustificare l’investimento e il suo ritorno. Ci sono altre difficoltà, a partire dalla simulazione per la cruise che ha dato esito positivo sino a venti di 25 nodi da sud ovest, dopo di che si é al limite, anche perché, come già detto gli eventi estremi sono ormai una costante.

Altre criticità sono i fondali che , necessitano di essere portati a 12.5 mt- (infatti il pescaggio massimo  dichiarato delle navi è tra 7.9 a 9.8 mt ) per cui sarà necessaria una intensa attività di dragaggio, che di per sé potrebbe portare inquinamento delle acque.

Il tempo di ormeggio, considerato l’alto numero di manovre necessarie, sarà elevato, certo molto di più di 20 minuti, cosa che certo non piacerà ai croceristi che si sentiranno sballottati per un buon periodo,  e cosa che porterà  aumento di inquinamento sonoro e dell’aria.

In conclusione bisognerebbe rifare le simulazioni, considerando il cambiamento climatico, pesando gli eventi estremi che ormai sono una costante, l’altezza delle onde sempre più alta e quanto detta il mercato, che vede le navi in attività e le più moderne più lunghe e con un pescaggio superiore compreso  fra 8 e 9,8 metri. Valutando poi  i disagi derivabili dai dragaggi, e dai lunghi tempi di ormeggio e prevedendo possibili incidenti, che, visto l’assottigliarsi degli spazi, potrebbero insorgere, che, anche se di modesta entità, potrebbero provocare sversamenti in mare, con pregiudizio non solo dei croceristi, e delle persone in porto, ma anche per i possibili danni da inquinamento, degli abitanti di Marina di Carrara e limitrofi della parte nord di Marina di Massa, la cosiddetta Partaccia, Bisognerebbe cioè verificare se é  possibile la manovra e a quali rischi.

Da ultimo bisognerebbe integrare la relazione archeologica, perché quella elaborata nel giugno 2024 da Tesi Archeologia di Genova disattende le condizioni e le osservazioni contenute nel parere della Commissione del  Ministero della Cultura, parte integrante del decreto di Chiusura Vas per il PRP, che recitano “non é da escludersi che le opere in progetto possano intercettare stratigrafie archeologiche pertinenti a depositi sommersi.  “Si ritiene altresì opportuno che lo studio comprenda anche un rilievo strumentale dei fondali interessati dalle opere in progetto e la sovrapposizione su planimetria delle aree di intervento alle aree di indagine;”

Certo forse l’area interessata è un po’ lontana dalla battigia, ma perché non fare le prove ora? Specie se la relazione parla di un secondo porto al Carrione all’epoca di Luni.

Del resto la relazione si rifa solo all’archivio di Stato di Genova, omettendo quanto reperibile negli Archivi di Modena, Firenze, Milano e Massa, dove invece  i Paladini Apuoverwiliesi hanno trovato addirittura un “involto” del 1802 a cura del Conte Ludovico Lizzoli, che valuta “convenienze e sconvenienze” della realizzazione di un porto a Massa. Saltando quanto succede dal 1700 agli inizi del ‘900. Fra il 1750 e il  1760 per volontà di Francesco III d’Este, duca di Modena, fu costruito un porto  su progetto di Millet de Mureau, Ma si insabbiava e fu chiamato il matematico, Ruggero Boscovik, , che aveva già scritto pareri  sui porti di Savona, Rimini e Viareggio. Boscovik,  fu lapidario nel dire “il duca è stato Ingannato”, il porto non si poteva fare.  Così fu demolito, di esso rimasero gli “avvanzi “alla distanza di oltre duecento passi geometrici dal mare, (circa 100 metri)”  Nel 1802  gli “avvanzi” c’erano. Ora probabilmente è difficile ci siano, ma bisognerebbe considerare che nella seconda metà dell’800 cala la degradazione e si costruiscono tre pontili il pontile Walton, i cui lavori iniziano nel 1851 e terminato nel 1855, lungo circa  140 metri  in mare e altri 180  sulla riva, che fra il  1855 e il 1909 viene fatto avanzare nel mare di altri 90 m. circa. Vengono anche realizzati  il pontile Binelli, a levante del Walton, ultimato nel 1871, e un terzo pontile   a ponente del Walton, il Pate, che  viene finito nel 1904.

E’ possibile che qualche resto sia rimasto? Questa è la domanda per cui secondo noi sarebbe opportuno anche per l’intervento di prolungamento della banchina Taliercio procedere alle prove comunque richieste dal parere di VAS.

Né vanno dimenticati durante la costruzione del prolungamento, l’ inquinamento delle acque che potrebbe gravare non solo sul  territorio di Marina di Carrara, ma sulla parte più a Nord di Massa, nella zona dei camping della Partaccia. E va considerata l’influenza sulla qualità delle acque che avranno, a opera realizzata,  i dragaggi e le operazioni di  manovra, che peseranno,  anche considerando la loro durata, sull’inquinamento acustico.  

A giudizio dei Paladini Apuoversiliesi – conclude Orietta Colacicco -esistono delle criticità da risolvere e sono necessari altri  dati, prove e simulazioni aggiornati.  Per procedere, se non altro per un principio di prudenza, riteniamo si debba ricorrere a Valutazione di Impatto Ambientale VIA, sia per questo progetto che per l’integrabilità con eventuali e non auspicati sviluppi futuri.

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