Viareggio è il primo Comune in Toscana a portare all’approvazione del Consiglio comunale la “Carta etica per il superamento dei divari e delle discriminazione di genere nello sport”: il documento presentato congiuntamente dagli assessori Sara Grilli e Rodolfo Salemi, è redatto dall’Associazione Nazionale Atlete. Un atto con il quale l’Amministrazione comunale si impegna ad adottare e a divulgare buone prassi per la promozione e la crescita dello sport femminile e favorisce la valorizzazione delle donne atlete, dirigenti e tecniche.
«Un atto che abbiamo voluto portare all’approvazione del Consiglio in una giornata importante come il 25 Novembre, e che sottolinea ancora una volta, come la violenza contro le donne sia spesso figlia del divario fra i generi che ancora oggi esiste nel nostro Paese» commenta l’assessore al Welfare Sara Grilli.
«Viviamo in un territorio ‘fortunato’ – aggiunge l’assessore allo Sport Rodolfo Salemi – dove lo sport e le associazioni sportive sono vive e parte integrante della Comunità. Esserlo con parità di opportunità fra i generi, con l’attenzione massima all’uguaglianza e all’educazione contro la violenza sarà uno dei valori aggiunti delle nostre realtà. Realtà che ringrazio perché sono certo che accoglieranno questa carta con l’entusiasmo che sempre le contraddistingue».
“Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze è l’Obiettivo n. 5 dell’Agenda dell’ONU 2030, sulla cui base l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha adottato il «Piano d’azione globale sull’attività fisica per gli anni 2018-2030” si legge nell’atto che sottolinea poi come in ambito sportivo il divario e le discriminazioni di genere siano ancora una realtà pervasiva.
Qualche numero: nel 2021 hanno praticato sport con continuità il 27,9% degli uomini contro il 19,6% delle donne nella popolazione dai 3 anni in su (dati ISTAT 2021 «Indagine Aspetti della vita quotidiana»). Questo divario si è ridotto tra il 2000 e il 2021 di quasi il 30%, ma rimane preoccupante tra bambine/i e ragazze/i. Nel 2020 praticavano sport con continuità: nella fascia 3-5 anni il 22,2% delle bambine contro il 27,2 dei bambini; nella fascia 6-10 anni il 54,1% delle bambine contro il 61,6% dei bambini; nella fascia 11-14 anni il 53,2% delle ragazze contro il 67,7% dei ragazzi; nella fascia 15-17 anni il 40,1% delle ragazze contro il 60,2% dei ragazzi; nella fascia 18-19 anni il 36,4% delle ragazze contro il 53,5% dei ragazzi; nella fascia 20-24 anni il 37,7% delle ragazze contro il 48,3% dei ragazzi (dati ISTAT rielaborati dal CONI nel report sui numeri dello sport nel 2020).
Non solo, nel 2020 su 4 milioni e 219 atleti tesserati alle 44 Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e alle 19 Discipline Sportive Associate (DSA) solo il 28,2% era costituito da atlete (dati CONI nel report «I Numeri dello Sport nel 2020»).
Con riferimento alla violenza contro le donne, il documento prosegue “il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con riferimento allo sport prevede: il rafforzamento delle competenze, attraverso la formazione, delle figure professionali nel settore pubblico e privato che entrano in contatto con le donne vittime di violenza, da realizzarsi mediante programmi mirati alle professioni dello sport, per la prevenzione delle molestie e delle violenze nei confronti delle donne, alla promozione di norme sulla salute e la sicurezza e alla rimozione degli stereotipi e della discriminazione di genere, anche attraverso la rete dei servizi delle Organizzazioni sindacali; lo svolgimento di attività di informazione e prevenzione primaria della violenza maschile sulle donne nei luoghi di socializzazione, di accoglienza e di cura del sé, quali i circoli, i centri sportivi, le palestre e le squadre di calcio, con il coinvolgimento delle società sportive e del Coni”.
In particolare la carta promuove l’abbattimento di ogni stereotipo e pregiudizio, incoraggiando in particolare le bambine e i bambini a interessarsi e praticare qualsivoglia disciplina sportiva;
il diritto delle bambine e dei bambini a poter scegliere la disciplina sportiva da amare e praticare, in tutte le possibili declinazioni, in veste amatoriale o agonistica, dall’infanzia alla piena maturità, siano essi in condizioni di piena abilità o di disabilità.
Tra le altre cose, il Comune si impegna ad adottare e a divulgare buone prassi per la promozione e la crescita dello sport femminile, compresa l’adozione di un linguaggio inclusivo e non discriminatorio.
Istituisce poi un tavolo di lavoro permanente, tramite protocollo d’intesa con la rete dei centri antiviolenza, a cui sono invitati i «responsabili contro abusi, violenze e discriminazioni» delle Associazioni e Società sportive operanti sul territorio, istituiti allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati.
Verrà inoltre istituito un evento, un premio o un appuntamento dedicato allo sport femminile.