“Come già avevo messo in evidenza in una lettera ed in un intervento nel marzo 2024 e come ribadito recentemente dall'associazione La città ecologica, sarebbe importante che almeno una parte dei sedimenti raccolti al porto di Viareggio con il Sabbiodotto fossero utilizzati per il ripascimento delle spiagge del Parco colpite dall'erosione”. Ad affermarlo è il presidente del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli Lorenzo Bani, nella lettera inviata al presidente della Regione Eugenio Giani e all'assessore competente Monia Monni.
Tra i sedimenti che insabbiano il porto di Viareggio ci sono infatti materiali che con le correnti vengono trasportati dal Gombo ed in generale dalle spiagge di San Rossore verso nord. Mentre negli ultimi decenni sul litorale pisano tra l'Arno ed il fiume Morto c'è stata erosione, nel tratto settentrionale del Parco, dalla foce del fiume Morto in poi, la spiaggia è cresciuta causando problemi al porto di Viareggio.
“Se finora l'attenzione verso il fenomeno erosivo si è concentrata sulle zone abitate e dove insistono le attività economiche – aggiunge Bani -, non vanno scordate le zone di alto pregio naturale che a lungo termine rappresentano il metro del benessere del nostro territorio» continua Bani. Le spiagge di San Rossore sono un ambiente unico nel panorama regionale: oltre 10 chilometri che vanno dall'Arno al Serchio e che sono accessibili solo con guida ambientale e con iniziative che interessano un numero limitato di persone. Uno dei pochi tratti di costa toscana che non è stato alterato dalla realizzazione degli stabilimenti balneari e dove si può osservare l'evoluzione naturale dell'ecosistema dunale. La protezione ambientale non è sufficiente da sola a contrastare l'erosione, le cui cause, come spiegano gli esperti, sono iniziate molto prima della nascita dell'Ente Parco nel 1979 e vanno cercate nella gestione dei fiumi a monte e nella diminuzione dei sedimenti che arrivano al mare”.
Le dune, uno dei tre ambienti naturali caratteristici del Parco, sono mangiate dal mare che avanza e con loro tutto l'ecosistema che include gli arbusti caratteristici della macchia mediterranea e la fauna come il fratino, piccolo volatile specie bandiera del benessere delle spiagge. La situazione è difficile anche nelle aree umide retrostanti la costa, prima fra tutte la riserva delle 'Lame di Fuori' situata immediatamente a nord di Boccadarno: paradiso di biodiversità, tappa importante per decine di migliaia di uccelli che si spostano durante le migrazioni primaverili ed autunnali, è un'area costituita da canali naturali di acqua dolce che sono sempre di più minacciati dal fronte marino che avanza, e con esso avanza il cuneo salino sotterraneo.
“Insieme alle opere necessarie – chiude Bani - che saranno individuate dagli esperti del settore per contrastare l'erosione, chiedo di valutare anche l'utilizzo dei materiali raccolti con il sabbiodotto: grazie a questi si potrebbe agire subito per migliorare la situazione”.